Una tre giorni di test molto interessante, quella conclusasi proprio il giorno di San Valentino sul tracciato andaluso di Jerez de la Frontera, nonostante la protagonista non sia stata la classe regina MotoGP. Sono state infatti le due categorie cadette, Moto2 e Moto3, a rendersi protagoniste, e i risultati ottenuti nelle varie prove preannunciano due mondiali parecchio combattuti. Andiamo ad analizzarne i risultati.
Moto2
Partiamo dalla “maggiore” delle due categorie, che per l’ultimo anno utilizzerà i motori Honda CBR600RR per poi passare, nel 2019, ai più potenti Triumph a tre cilindri da 750cc. Ci sono state conferme ma anche piacevoli sorprese in questa tre giorni a Jerez: per prima cosa il telaio Kalex, grazie anche al disimpegno del marchio elvetico Suter (che fornirà i telai solo al team Forward), sembra rimasto il punto di riferimento della categoria. Alex Márquez e Pecco Bagnaia, piloti rispettivamente dei team Marc VDS e Sky VR46, si sono spartiti le sessioni concludendole sempre nelle prime posizioni e hanno dimostrato come il telaio tedesco sia ancora molto competitivo. Nella tabella dei tempi combinata il più veloce è stato lo spagnolo, col miglior tempo di 1:40.926 (l’unico a scendere sotto il muro del :41), seguito dal piemontese a tre decimi di distacco.
Entrambi sono di certo fra i favoriti per la stagione che si appresta a iniziare, ma dovranno fare i conti con lo squadrone KTM; dopo un 2017 iniziato bene e concluso ancora meglio, i test della pista spagnola ci danno conferma di come il team austriaco già al secondo anno sia pronto a mettere in cascina il risultato grosso. Brad Binder ha concluso in terza posizione i test migliorandosi soprattutto nell’ultima giornata, staccando come crono finale un 1:41.725; il ben più esperto Oliveira ha concluso proprio ai margini della top five, con un tempo di poco più di due decimi più lento rispetto a quello del sudafricano. Dopo le tre vittorie e le due fantastiche doppiette ottenute a fine stagione, come sarà l’inizio di campionato della squadra sponsorizzata Red Bull?
KTM però non si presenterà all’avvio del campionato con un solo team, dato che altre squadre private hanno “sposato” la scelta di rifarsi al telaio di casa Mattighofen. Tra queste il team Swiss Innovative Investors, le cui moto saranno guidate dal “declassato” Sam Lowes e dal suo compagno spagnolo Lecuona. L’inglese è tornato partendo col piede giusto, staccando l’ottavo tempo finale (1:42.130) dietro a un altro pilota proveniente dalla MotoGP, ovvero Hector Barbera, ora pilota del team HP40 di Sito Pons. A creare un team di tutto rispetto insieme allo spagnolo ci penserà il nostro Lorenzo Baldassarri, che dopo aver lasciato il team Forward ha trovato casa nella squadra spagnola, staccando un quarto tempo combinato ottenuto nella penultima sessione, conclusa con 21 giri.
Situazione non eccelsa invece per due dei piloti più attesi visto il passaggio in Moto2: Fenati e Mir, rispettivamente coi team Snipers e Marc VDS, occupano la 20a e 12a posizione nella classifica finale, separati tra di loro di solo tre decimi. Il loro lavoro però, in attesa che prendano confidenza col peso maggiore della Moto2, pare buono e le possibilità di vederli come outsider nel corso della stagione sono alte.
Moto3
Le ultime annate di Moto3 ci hanno lasciato l’amaro in bocca in quanto italiani, per non aver colto diverse occasioni per raggiungere, con i nostri portacolori, il titolo della classe leggera. Quest’anno lo squadrone italiano ci riproverà, nonostante l’assenza di due “pesi massimi” come Bagnaia e Fenati, oramai partiti per la Moto2. Tra i pretendenti che spiccano di più c’è Tony Arbolino, ora accasato con il team di Ernesto Marinelli che si affida nuovamente alle moto Honda. Il mezzo sembra rimasto il più performante del lotto come dodici mesi fa, e la prima posizione nella classifica finale dell’ex pilota del team di Paolo Simoncelli lo dimostra: 1:45.498 il crono migliore di Tony (quasi otto decimi più veloce rispetto a quello di Bulega dodici mesi fa), e un totale di ben 142 giri nelle nove sessioni, anche se l’ultima non è stata disputata dal pilota italiano.
Sono tre gli italiani nelle prime quattro posizioni, intervallati solo dal presunto favorito di stagione, ovvero Jorge Martin. Il pilota del team Gresini, terzo nelle combinate, dopo aver “rotto il ghiaccio” vincendo per la prima volta a Valencia proprio sul finire della scorsa stagione, sembra pronto a mirare al titolo già ora, e visto l’ottimo livello mostrato dal team Gresini sia con lui che con Fabio Di Giannantonio (10° in questi test, a tre decimi dal compagno) le sue chance sono tutt’altro che basse. In seconda posizione il neo-acquisto del team Leopard divenuto campione del mondo l’anno scorso, cioè Enea Bastianini. Il #33 nell’ultima giornata ha dato il meglio di sé e si è detto soddisfatto soprattutto dell’ultima sessione in cui il suo tempo è stato, per sua stessa ammissione, spaziale.
Il terzo italiano è Dennis Foggia, il primo dotato di KTM gestita dallo Sky Racing Team, il quale ha deciso di promuovere il giovane italiano dal team Junior al team principale. Dopo alcune one-off molto convincenti, Foggia si è presentato qui e ha portato la moto austriaca, tecnicamente ancora indietro rispetto a quella della Casa dell’Ala Dorata, in top five. Il suo compagno di squadra Nicolò Bulega vive una situazione ben diversa rispetto a quella di dodici mesi fa, dove aveva concluso al comando i test andalusi; dopo una stagione da dimenticare per sé e per il team di Valentino Rossi (eccezion fatta per la vittoria di Migno al Mugello), il #8 non ha iniziato proprio al meglio chiudendo nono con un 1:46.133 finale, contro l’1:45.943 del giovane Foggia.
Ora l’appuntamento è per il 16 febbraio, dove sarà la MotoGP a tornare e a concentrare l’attenzione su di sé, testando con mano per la prima volta il tracciato thailandese di Buriram.
Qui le pagine ufficiali con tutti i dati relativi alle sessioni (analisi, tempi, giri) della Moto2 e della Moto3.
Fonte immagine: motogp.com
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