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Motomondiale | Si apre il caso Balaton Park: il tracciato ungherese non era idoneo ad ospitare il GP Ungheria 2025

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 31 Ottobre 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 2 minuti
Motomondiale | Si apre il caso Balaton Park: il tracciato ungherese non era idoneo ad ospitare il GP Ungheria 2025
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Ombre sul GP Ungheria tornato in calendario: la FIM l’aveva omologato con un livello B, insufficiente per il Motomondiale

Nella giornata di ieri è emerso un caso piuttosto preoccupante e che rischia di avere pesanti ripercussioni per gli enti coinvolti, in primis la Federazione Internazionale di Motociclismo. Alessio Piana, giornalista e telecronista per Eurosport, ieri mattina ha reso nota una ricerca legata al Balaton Park, da cui è emerso che il tracciato ungherese, costruito nei pressi dell’omonimo lago, non aveva l’omologazione sufficiente per poter ospitare un Gran Premio del Motomondiale, come invece è avvenuto.

È necessario fare un po’ di chiarezza: la FIM utilizza una scala di omologazione per le varie piste che i campionati gestiti da essa possono effettivamente utilizzare per i propri eventi ufficiali. Il campionato Endurance EWC, ad esempio, può sfruttare piste che vanno dal grado C in su; il campionato SBK dal grado B in su. Più si sale di livello, più le misure di sicurezza sono elevate e stringenti.

Il Motomondiale, e con essa le quattro categorie che la compongono (MotoGP, Moto2, Moto3 e MotoE) può correre sui soli tracciati di grado A, il livello più alto in termini di misure di sicurezza e per gli spazi delle vie di fuga. Tuttavia, ed è clamorosa la svista di cui si sta parlando, il Balaton Park (su cui si è disputato il GP Ungheria 2025) aveva ancora un’omologazione al grado B, nel weekend del 22-24 agosto durante cui si è svolto il Gran Premio.

L’omologazione di tipo B era stata sufficiente per ospitare la Superbike e le categorie affini nel mese precedente, ma dopo la verifica del tracciato nel giovedì antecedente al GP Ungheria, compiuta dall’ufficiale della sicurezza FIM Bartolomé Alfonso, non era stata mutata l’omologazione. Ergo, il weekend di gara non si sarebbe mai dovuto svolgere.

Questa negligenza probabilmente non passerà sottotraccia così facilmente, visto che anche la documentazione successiva, prodotta da FIM e legata all’impianto, evidenzia l’omologazione di grado inferiore rispetto a quella necessaria. Una grave mancanza lato sicurezza che avrebbe potuto mettere in serio pericolo i piloti.

Durante il weekend sono anche avvenuti diversi episodi effettivamente rischiosi, come le cadute alla curva 7 di Pol Espargaró e Pedro Acosta (nel secondo caso la moto #37 era ribalzata malamente nella via di fuga, mettendo a rischio l’incolumità di un cameraman appostato su un traliccio mentre faceva le riprese) o anche quello patito da Tibor Erik Varga durante il primo giro di Gara 1 della MotoE. Senza dimenticare, infine, l’incidente al via della Sprint MotoGP causato da Fabio Quartararo (la cui immagine è presente in copertina).

Questa scoperta giunge a pochi giorni dai fatti di Sepang e dalla pessima gestione, comunicativa ed organizzativa, della domenica di gare e della classe Moto3, in seguito all’incidente nel giro di schieramento tra José Antonio Rueda e Noah Dettwiler. L’ennesima riprova di come, lato sicurezza, ci siano molte più falle di quanto si creda.

Fonte immagine: yamahamotogp.com

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