Motomondiale | I preoccupanti retroscena sulla morte di Borja Gómez. Le denunce di Acosta ed Oxley su un dramma evitabile

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 12 Luglio 2025 - 09:05
Tempo di lettura: 3 minuti
Motomondiale | I preoccupanti retroscena sulla morte di Borja Gómez. Le denunce di Acosta ed Oxley su un dramma evitabile
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Il pilota MotoGP non ha risparmiato critiche al JuniorGP sulla scelta di correre a Magny-Cours dopo la morte di Gómez.


E’ passata poco più di una settimana dalla scomparsa di Borja Gómez, avvenuta giovedì scorso durante una sessione di prove libere del campionato STK600 del JuniorGP. Una ferita ancora aperta, ma che fa ancora più male al pensiero che, a livello sicurezza, si poteva fare molto di più, a giudicare da ciò che sta emergendo in merito all’incidente.

Mat Oxley, firma conosciutissima nel paddock del Motomondiale, nella giornata di ieri ha pubblicato il seguente Tweet sul proprio profilo, una testimonianza di quanto avvenuto al circuito Nevers settimana scorsa: “Un’immensa e schifosa vergogna. Un mio vecchio amico pilota mi ha raccontato questo: ‘Ero a Magny Cours la settimana scorsa. Giovedì NON C’ERANO commissari a bordo pista. Tre piloti sono caduti sull’olio, ma stavano tutti bene. Si sono accordati che due di loro [tra cui Filippo Fuligni, n.d.r.] sarebbero rimasti a bordo pista per rallentare gli altri piloti. Gomez è rientrato in pista per cercare di recuperare la sua moto dalla traiettoria ed è stato urtato da un pilota che sopraggiungeva mentre cercava di recuperarla. I due ragazzi hanno cercato di aiutarlo, ma è morto sul colpo. L’ambulanza ha impiegato quindici minuti per arrivare. I marshall hanno affermato che si trattava di una ‘sessione aperta’ non ufficiale, organizzata dal circuito. Metà dei concorrenti di quella categoria si è rifiutata di gareggiare per protesta. Un’organizzazione in stile anni ’70, nel 2025′.

Accuse davvero pesanti e che minerebbero oltremodo la credibilità del JuniorGP, del tracciato di Magny-Cours e di Dorna Sports stessa, che gestisce questo campionato. Al limite del vergognoso anche la giustificazione emersa dai commissari per la loro assenza in pista: dichiarare che la sessione non era ufficiale (cosa tra l’altro falsa, dato che si stava girando in vista dell’appuntamento del campionato stesso) non può essere una ragione valida per lasciare che i piloti girino in pista senza che vengano visionati e senza porsi delle preoccupazioni su quel che potrebbe succedere.

Il 13 maggio 1986 Elio De Angelis, pilota di F1, morì per circostanze simili, non tanto per la dinamica dell’incidente quanto per la carenza di soccorsi e di commissari a bordo pista, dato che l’accaduto avvenne ad una sessione di test a Paul Ricard. Il fatto che ci siano, ancora oggi, delle carenze così evidenti a distanza di quasi quarant’anni è oltremodo preoccupante.

A ciò si aggiunge anche il monito da parte dei piloti. Filippo Fuligni, uno dei due corridori che hanno cercato di soccorrere inutilmente Gómez, ha denunciato la mancanza di bandiere esposte ai lati della pista ed ha confermato come l’arrivo dei soccorsi sia stato tardivo, mostrandosi anche visibilmente scioccato per l’accaduto.

Pedro Acosta, durante la conferenza del giovedì del Gran Premio di Germania, è stato ancora più severo, dato che conosceva personalmente Gómez: “Lo conoscevo sin da quando eravamo bambini, dato che vivevamo a trenta minuti l’uno dall’altro. E’ uno schifo ricevere queste notizie e vedere il campionato [la STK600, n.d.r.] andare avanti col fine settimana di gara penso sia stata la cosa più irrispettosa che io abbia mai visto in vita mia. Molte delle persone che gestiscono la serie e la organizzano dovrebbero pensare ‘e se succedesse ai miei figli?’ e ad agire di conseguenza. Alcune volte diciamo che lo show deve andare avanti, ma ci costa di più perdere la vita che una gara di campionato”.

Qui il video della conferenza stampa completa.

Fonte immagine: Instagram / Team Laglisse

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