Le prove del Gran Premio di Germania sembrano quasi un prolungamento del weekend di Assen per quanto riguarda i valori in campo visti. Honda, Yamaha e a tratti Suzuki sembrano trovarsi a meraviglia tra i saliscendi sassoni, e colui che li interpreta meglio di tutti è sicuramente Marc Márquez. Lo spagnolo ha messo insieme ben ventisei giri nella FP2 di questo pomeriggio, concludendo col tempo migliore di 1:20.705 (unico a scendere sotto il muro dell’1:21). Sul piano del passo, il campione del mondo potrebbe assestarsi tra il ’21 basso e il ’21 e mezzo, visto che con due gomme dure i tempi non sono calati oltre quella soglia. Nonostante il tempo strepitoso che l’ha messo davanti, Stefan Bradl non ha poi sfigurato come sostituto di Jorge Lorenzo, fermandosi a meno di un secondo dal tempo di “MM93”.
In seconda posizione troviamo la Suzuki di Álex Rins, risalita di un paio di posizioni dopo il quarto posto ottenuto al mattino. Il pilota del marchio di Hamamatsu è deciso a rimediare alla figuraccia di Assen e potrebbe anche riuscirci, nonostante storicamente questa pista sia una spina nel fianco della GSX-RR. Il ritmo fatto vedere da Rins è già più sul ’22.0, ma anche il #42 ci sta mettendo del suo considerando che Joan Mir è solo 13° nella combinata., con solo otto giri completati.
Il Sachsenring rappresenta anche un’importante prova del nove per la Yamaha, reduce dalla vittoria di Maverick Viñales in Olanda. Osservando le libere, Fabio Quartararo ha dato segnali di come la M1 sia sulla strada giusta: suo il primato nella FP1 per un decimo, mentre nella FP2 si è dovuto accontentare del terzo tempo a quasi quattro decimi dalla Honda #93, nonostante un mancato miglioramento finale causato da un rallentamento di Nakagami. Maverick Viñales ha chiuso quarto a circa un decimo dal francese, ma i due yamahisti potrebbero essere quelli messo meglio sul piano del passo, e forse gli unici in grado di contrastare Márquez. Non è stato un brutto venerdì nemmeno per Valentino Rossi, che si assicura la momentanea top ten per soli cinque millesimi, mentre al mattino aveva chiuso addirittura terzo anche davanti al compagno di squadra; stavolta, la Yamaha “assente” è quella di Morbidelli, solo 12a nonostante la pista tedesca sia tra le preferite dell’italo-brasiliano.
Come Assen, il Sachsenring rappresenta una delle piste storicamente più indigeste alla Ducati, e il venerdì ha dato conferme anche su quello. Andrea Dovizioso, dopo un discreto sesto posto nella prima libera, ha chiuso nono al pomeriggio dietro ai compagni di marca Miller e Petrucci, segno di come sia anche difficile fare la differenza su questa moto e su questa pista in particolare; anche sul piano del passo, i due italiani e l’australiano non sono messi granché bene. E’ stata una giornata difficile anche e soprattutto per Francesco Bagnaia, caduto nella prima sessione nel tratto centrale e portato al centro medico per accertamenti, che non gli hanno permesso di partecipare alla sessione 2.
Pol Espargaró, dopo un weekend di Assen meno in spolvero rispetto alle ultime uscite, sta facendo ritrovare il sorriso al team KTM, portando la RC16 al quinto posto nella sessione di oggi. Il suo tempo migliore, fatto al penultimo giro dell’ultimo run, è di 1:21.265, a “solo” mezzo secondo dal capoclassifica Márquez. Molto più abissale la differenza coi compagni di marca, specie qui dove la differenza in termini di distacco si dovrebbe sentire di meno: Oliveira è 18° a sei decimi da “Polyccio” (molti considerando quanto è corto il Sachsenring), Zarco 19° e primo dei piloti sopra l’1:22, di appena un millesimo.
Entrambe le Aprilia sono rimaste fuori dalla top ten, con Aleix Espargaró escluso proprio da Rossi di cinque millesimi, mentre Andrea Iannone ha chiuso 16° con circa un secondo di distacco dal campione del mondo. Un Iannone che sta quindi limando anche i distacchi col compagno di squadra sulla RS-GP, che l’ha distanziato di soli due decimi di secondo.
Anche in Moto2 la KTM ha mostrato il suo potenziale, specie con Brad Binder che qui vinse la prima gara della sua stagione 2018. Nella FP2 il sudafricano ha ottenuto il primato in 1:23.948, distanziando di quasi quattro decimi Xavi Vierge su Kalex di Marc VDS e Iker Lecuona sulla KTM di American Racing, che hanno fatto segnare lo stesso tempo al millesimo in 1:24.328. Il poker spagnolo nei primi cinque è concluso con due dei protagonisti del mondiale, con Augusto Fernández quarto e Álex Márquez quinto, sotto il mezzo secondo di distacco. In sesta posizione un Lorenzo Baldassarri in cerca di rivalsa dopo le brutte figure rimediate nelle ultime due gare, mentre bisogna scendere alla nona posizione per trovare il secondo azzurro, Luca Marini. Virtualmente in Q2 Folger (primo nella FP1), Martín e le due Speed Up di Di Giannantonio e Navarro, per pochi centesimi oltre la tagliola dei primi quattordici.
Valori in campo tutti da definire nella Moto3, con posizioni parecchio rimescolate e i principali protagonisti non tutti presenti nelle prime posizioni. A concludere in testa nella FP2 della classe leggera è stato il giapponese Ayumu Sasaki per il team Petronas, capace di distanziare il compagno McPhee, addirittura 16°, di sette decimi. Al contrario della MotoGP, non tutti i piloti sono riusciti a migliorarsi dalla prima alla seconda sessione, come nel caso di Tony Arbolino che ha chiuso a quattro decimi dall’1:27.094 fatto al mattino, accontentandosi quindi dell’11a posizione momentanea; ancora più in difficoltà il nostro Lorenzo Dalla Porta, solo 16° e a rischio nel fare la Q1 domani. Buona giornata per i giapponesi invece, con anche Kaito Toba in quinta posizione a tre decimi dal connazionale.
Qui i risultati della FP2 MotoGP, l’analisi dei tempi cronometrati e la combinata delle due sessioni. Appuntamento a domani alle 9:00 con la Moto3 per la FP3.
Fonte immagine: hondaracingcorporation.com
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