La battaglia per la top ten in MotoGP a Le Mans è partita sin dal mattino del venerdì con la FP1, nella quale i piloti non si sono risparmiati nel segnare tempi sul giro sempre più veloci per evitare l’eventuale tagliola della Q1, e la cosa si è poi ripetuta nella FP2 considerando il rischio di pioggia di domani. A spuntarla in prima posizione è stato Maverick Viñales, in testa alla combinata delle due sessioni col tempo di 1:31.428, e un miglioramento tra le due sessioni di circa otto decimi di secondo. La pista, sì assolata ma abbastanza fredda al mattino, ha permesso ai piloti di spingere forte da subito, anche se non tutti ne hanno approfittato a dovere. Uno di questi è stato Valentino Rossi, fermato da un guaio alla catena verificatosi nella prima metà del turno mattutino; il pesarese è 14° nella combinata, e se le previsioni meteo dovessero essere corrette, Valentino sarà costretto a fare due sessioni di qualifica per puntare alla pole position.
Nella prima sessione è stata sempre una Yamaha a guidare il gruppo, ma quella sponsorizzata Petronas del poleman della Spagna Fabio Quartararo. Il francesino è voglioso di rivincita e il terzo posto ottenuto nella seconda sessione ne è una prova tangibile, oltre a dimostrare il potenziale che la Yamaha possiede questo weekend. L’altra M1 del team SRT però solo 11a con Franco Morbidelli in sella, staccata di mezzo secondo da quella del compagno di box; al mattino questo gap sfiorava i nove decimi.
In seconda posizione Marc Márquez, autore di una magia in FP1 col salvataggio della sua Honda nel raccordo della curva 6, sul cordolo. Il campione del mondo è stato, per distacco, il migliore degli hondisti al mattino, ma al pomeriggio il lampo d’orgoglio di Jorge Lorenzo l’ha portato in quarta posizione, a meno di un decimo dal compagno-rivale. E’ presto per dire se questa sia la svolta per il campionato del #99, ma intanto Honda dimostra di poter essere della partita per vincere la terza gara su cinque round del 2019.
Dopo cinque moto giapponesi ecco due Ducati, quelle di Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, per questo weekend senza la sponsorizzazione Mission Winnow. La prestazione al mattino dei due italiani, con addirittura il “podio” della sessione alle spalle di Quartararo, è stata in parte sminuita nel pomeriggio, forse a causa di una diminuzione della temperatura. Nonostante questo, si tratta di un risultato che porta i due ducatisti in una posizione di sicurezza se domani si manifesterà la pioggia prima delle qualifiche, rendendo inutili le FP3 per fare dei tempi più veloci. La terza Ducati a chiudere la top ten è quella di Jack Miller, unico in classifica a non aver migliorato nella FP2 il tempo del mattino, e protagonista di una caduta in curva 11 proprio negli ultimi secondi della sessione. Da segnalare anche la strana caduta di Petrucci, all’uscita di curva 6: “Petrux”, sul cordolo visibilmente sporco, ha aperto gas e la moto, inclinatasi, l’ha scaricato a terra sul rettilineo che porta alla chicane Chemin aux Boeufs, nel primo minuto della sessione.
Le due sorprese del venerdì sono stati i fratelli Espargaró, Pol e Aleix, rispettivamente alla guida della KTM e dell’Aprilia. Entrambi sono caduti nello stesso minuto sul finire del turno 2, ma dimostrano come gli aggiornamenti portati dai rispettivi team stiano funzionando, almeno in una pista insidiosa come questa. In special modo per la KTM e l’Espargaró più giovane, il sesto e il settimo posto ottenuto in FP1 e FP2 sono risultati importanti e che fanno morale, specie dopo le polemiche scaturite a Jerez con Johann Zarco (oggi solo 17°). Soffrono invece le Suzuki, ferme in 15a e 16a posizione con la coppia Mir-Rins, staccati di nove decimi su una pista corta come questa; il rischio che le moto di Hamamatsu perdano clamorosamente un’altra Q2 è alto.
Nella Moto2 il primo posto nella seconda sessione è andato a Brad Binder su KTM. La Casa di Mattighofen sta cercando, dall’inizio del mondiale, di risolvere la matassa di problemi data dal tre cilindri Triumph usato a partire da quest’anno, e questa prima posizione, per quanto effimera, può significare molto in termini di morale. Alle sue spalle troviamo Remy Gardner, risalito nelle prime posizioni con un paio di giri veloci a fine turno, e la coppia HP40 Pons con Lorenzo Baldassarri terzo e Augusto Fernández quarto. Rispetto alla prima sessione, le prime posizioni sono state abbastanza stravolte e Andrea Locatelli, primo nella FP1, ha chiuso solo settimo il secondo turno. I risultati della FP2 rispecchiano la classifica combinata, ma l’unico che non si è migliorato è Sam Lowes, caduto alla Garage Vert dopo aver preso il cordolo interno. Difficoltà per il team Marc VDS, con Álex Márquez nono e Xavi Vierge solo 14°, ma anche per le Speed Up, finite entrambe fuori dalla top 14 per l’ingresso diretto in Q2.
La classe Moto3 ha visto primeggiare, al venerdì, è stato un giapponese. Non si tratta però dell’autore del secondo posto di Jerez Tatsuki Suzuki, ma del debuttante Ai Ogura, con la Honda del Team Asia guidata anche dal compagno Toba, ex-leader del mondiale. E’ stato un turno favorevole per i nipponici con anche il terzo posto di Suzuki, separato dal connazionale proprio dal compagno Niccolò Antonelli. Andrea Migno è la prima KTM in classifica al quarto posto, davanti all’ex-compagno di team Albert Arenas e a Tony Arbolino, del team Snipers. Il suo compagno Romano Fenati stava provando una sequenza di giri veloci durante il secondo turno, ma un brutto high-side alla curva 7 l’ha sbalzato via duramente; per lui, fortunatamente, nessuna conseguenza se non qualche contusione alla coscia. Aron Canet ha risalito bene la classifica dopo la pessima FP1 mettendosi settimo, mentre il suo rivale Jaume Masia è rimasto esattamente dov’era nella sessione mattutina, ovvero in 16a piazza.
Qui i risultati della FP2 MotoGP, la combinata e l’analisi dei tempi fatti.
Fonte immagine: Twitter / Maverick Viñales
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