Motomondiale | GP Francia 2000: tris per Crivillé, Honda raggiunge MV Agusta

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
17 Maggio 2020 - 09:00
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Il biennio ’99-2000 e il conseguente passaggio al Nuovo Millennio della classe 500cc rappresenta un breve ma interessantissimo periodo di transizione, uno stacco tra la fine del periodo di dominio di Mick Doohan (a causa dell’infortunio nelle prove libere di Jerez) e l’ascesa del futuro fenomeno italiano Valentino Rossi. Il mancato scontro tra due delle più grandi leggende del mondo delle due ruote dà quindi vita a due annate incertissime e dal pronostico tutt’altro che scontato. In particolare proprio il 2000.

L’inizio di questa stagione parte all’insegna delle sorprese e dell’equilibrio: in una griglia che presenta nomi di grande peso quali il campione del mondo Àlex Crivillé, il vicecampione Kenny Roberts jr., Garry McCoy, Régis Laconi, Norick Abe, Alex Barros, Tadayuki Okada e altri ancora, la crème de la crème è rappresentata proprio dai piloti italiani, tra cui Max Biaggi, il rientrante Loris Capirossi al suo secondo periodo in classe regina e il già citato Rossi, al debutto tra i “grandi”. Il pesarese e soprattutto il romano sono tra i favoriti alla vigilia.

Eppure, dopo le prime quattro gare del campionato, in testa alla graduatoria c’è Kenny Roberts jr. in sella alla Suzuki RGV-Γ 500 che, dopo un periodo di magra post-Schwantz piuttosto lungo, torna in auge con il figlio d’arte americano nel ’99, anno in cui vinse ben quattro gare stagionali al debutto con la Casa di Hamamatsu, tra cui le prime due a Sepang e Giappone. Tornando al 2000, dopo la tappa di Jerez il #2 è in testa alla generale con 80 punti, davanti a Carlos Checa a quota 71 e un sorprendente Garry McCoy a 48. Annaspano nelle retrovie Rossi e Biaggi, il primo con 21 punti e il secondo a malapena con 13; pazzesco poi quello che succede al “Corsaro” durante la tappa spagnola, quando nel giro di ricognizione per schierarsi in pole position cade, dovendo poi prendere la moto di riserva e ritirarsi successivamente. Messo male anche il campione in carica Crivillé, a quota 34.

Con queste premesse si arriva in Francia, sulla pista Bugatti del Circuit de la Sarthe per la quinta gara dell’anno. Molti sono alla ricerca di una rivincita e il più affamato pare proprio Biaggi, sin dalle prove ufficiali. Nella seconda sessione valida per decidere lo schieramento di partenza, lo yamahista firma la pole position, la seconda consecutiva dell’anno, davanti al compagno Checa e ad Alex Barros. Roberts agguanta la prima fila e relega Crivillé alla seconda, mentre Capirossi e Rossi si devono accontentare della nona e decima casella.

La domenica, giorno della gara, tutto appare pronto per il primo sigillo dell’anno della coppia Biaggi-Yamaha, considerando anche la natura del tracciato fortemente amica della YZR 500. Lo scatto del poleman è buono alla partenza, seguito da Roberts e dalle Yamaha di Abe e Checa. I primi tre giri sono di dominio totale del #4, con il gruppo alle sue spalle che si sfilaccia giro dopo giro e il solo Roberts a tenere il gancio del romano.

Poi, al quarto giro, il colpo di scena che nessuno si aspetta: alla curva 5, quella del Museo, Biaggi perde il posteriore alla corda della stessa e cade, buttando al vento 25 punti e accumulando un altro ritiro, il quarto in quel terribile inizio di stagione. Con il favorito del GP fuorigioco, la palla passa a Roberts, con circa due secondi di vantaggio sugli inseguitori.

Dopo cinque gare, il bottino di Biaggi in campionato in quel 2000 consisteva in 13 punti. L’incidente di Le Mans è stato forse il punto più basso della sua stagione. (Fonte immagine: motogp.com)

A distogliere dall’apparente fuga dell’americano ci pensa lo spagnolo dell’HRC, che a suon di sorpassi raggiunge la seconda posizione e, con alcuni giri veloci, fa sì che il trenino composto anche da Abe e Rossi raggiunga la Suzuki in fuga. Al diciannovesimo giro il #1 sorpassa il #2 di puro motore sul rettilineo che porta alla prima chicane e passa al comando, con Roberts che non riuscirà poi a difendersi dagli attacchi di Abe e Rossi. La lotta per la vittoria è ben lungi però dal finire: a sette tornate dalla fine Abe attacca Crivillé a La Chapelle, passando al comando e andando a caccia del suo secondo successo stagionale.

La battaglia a tre per il podio si prolunga fino all’ultimo giro, con Abe ancora al comando e Rossi che non riesce a liberarsi dello spagnolo. E’ proprio quest’ultimo a fare la sua mossa, sempre a La Chapelle ma a parti invertite, ed è il sorpasso che vale ad Àlex Crivillé la sua prima vittoria del 2000, la terza consecutiva in Francia dopo le due ottenute a Paul Ricard nel ’98 e nel ’99. Abe colleziona un ottimo secondo posto e può festeggiare anche Rossi, al suo secondo podio consecutivo dopo quello già ottenuto a Jerez. In termini di numeri è però la Honda quella che festeggia maggiormente: con la vittoria del proprio campione, la Casa dell’Ala Dorata raggiunge la MV Agusta come più alto numero di successi di un marchio nella classe maggiore, a quota 139. Sarebbero bastate altre due settimane per vedere il definito passaggio di consegne a favore del colosso giapponese, con il trionfo di Loris Capirossi su Honda Pons al Mugello.

L’ultima impennata in segno di vittoria del campione spagnolo. (Fonte immagine: Twitter / MotoGP Fan Zone)

Quello che poteva sembrare solo un antipasto per la futura rivincita di HRC e di Crivillé, alla fine si trasformerà nel canto del cigno per il pilota spagnolo. Nel 2000 e nel 2001, ultime sue due stagioni nel Motomondiale, arriveranno solo altri tre podi, due secondi posti ad Assen 2000 e Brno 2001 e un terzo nella sua Jerez sempre all’ultimo anno. Fu il tramonto, anche un po’ prematuro, del pilota che più aveva dato filo da torcere al fenomeno Doohan quando questo era apparentemente incontrastabile. La carriera di Crivillé e il suo esempio misero però le basi per il ritorno in auge della scuola spagnola, con una folta schiera di giovanissimi piloti iberici che in quell’immediato futuro avrebbero stupito nelle classi più piccole. Anche Honda HRC Repsol, dopo anni di dominio, incassò due annate di fallimento, con i propri piloti ufficiali Okada e Gibernau che terminarono il 2000 oltre la top ten e il campione del mondo uscente solo nono nella generale, sbaragliato anche da piloti dei team Honda satellite quali Nastro Azzurro e Pons.

Fonte immagine: motogp.com

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