Motomondiale | GP Argentina 2019 – Anteprima

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
28 Marzo 2019 - 12:00
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Il 16° Gran Premio motociclistico d’Argentina si svolgerà questo weekend sulla pista di Termas de Rio Hondo, costruita nel 2007 e riprogettata nel 2013, in modo da essere agevole non solo alle gare delle quattro ruote ma anche per quelle di motociclismo. Il suo rettilineo, tra l’altro in parte nemmeno utilizzato dalle classi del Motomondiale, la fa sembrare una pista lunghissima, ma con i suoi 4.806 metri non rientra nemmeno tra le più lunghe del campionato, preceduta dalla stessa Losail dove si è corso tre settimane fa.

Ed è proprio con gli strascichi di Losail che il mondiale parte per la sua seconda tappa. Dopo la vittoria ottenuta per appena 23 millesimi su Marc Márquez, Andrea Dovizioso ha rischiato di vedere i suoi 25 punti sfumare quando Aprilia, Suzuki, KTM e la stessa Honda si sono schierate contro la Ducati e la sua nuova soluzione aerodinamica, un deflettore posto sotto al forcellone giudicato irregolare dagli avversari. Dopo ricorsi e appelli vari, la Corte d’Appello della FIM martedì ha deliberato a favore della Casa di Borgo Panigale, che ha potuto così conservare i punti ottenuti e la testa delle classifiche piloti e costruttori.

Sembra solo il preludio a una serie di scontri più politici che tecnici, (forse) inevitabili considerando il livello d’importanza che anche l’aerodinamica ha raggiunto in questo 2019. Nel frattempo però, in casa Ducati si festeggia. La gara di Dovizioso in Qatar, come suo solito, non è stata di ritmo ma più di gestione, rimanendo sempre al comando ed evitando il contropiede di altri piloti che hanno cercato di scavalcarlo e fare ritmo durante il GP. Meno bene il compagno Petrucci che, pur attrezzato di una Ducati finalmente ufficiale in tutto e per tutto, non è andato oltre a un sesto posto, un risultato peggiore rispetto anche allo scorso anno in cui terminò quinto sulla Ducati Pramac. Aver giocato la carta della gomma più morbida in gara non ha pagato.

In un dejà-vu del 2018, Marc Márquez ha terminato in seconda posizione il Gran Premio del Qatar, in volata sul solito Dovizioso dopo l’ennesimo incrocio di traiettorie all’ultima curva. Rispetto all’anno scorso, l’attacco di Marc alla curva 16 è stato molto più goffo e rischioso, tanto che ha attirato su di sé non poche critiche per l’aver praticamente mollato i freni per cercare di vincere. Nonostante questo, è comunque un inizio promettente considerando che il Qatar è una delle poche piste del mondiale in cui la Honda non è tra le favorite al pronostico. Sempre ricordando lo scorso anno, la gara in Argentina di Márquez è stata una giornata di pura follia, tra spegnimenti della moto in griglia, penalità, sorpassi rischiosi, contatti e cadute innescate per la troppa foga nel recuperare; se il campione del mondo riuscirà a conservare soltanto la superiorità spaventosa vista lo scorso anno, sarà il favorito d’obbligo per questo secondo round.

Molto peggiore la situazione di Jorge Lorenzo: protagonista di un high-side che gli ha procurato una frattura alla prima costola destra, il “Por Fuera” ha corso in condizioni precarie il suo primo Gran Premio con la Casa dell’Ala Dorata, ottenendo un mesto 13° posto in volata su Iannone. Il recupero dall’ennesimo infortunio è arrivato giusto in tempo per il GP d’Argentina, e con un post su Twitter il maiorchino ha fatto capire di essere pronto per fare di meglio su una pista prevalentemente adatta a Honda. A fare le sue veci, come secondo tra gli hondisti a Losail, è stato un sorprendente Cal Crutchlow, ancora debilitato dalla caviglia destra infortunata ma giunto sul podio dopo una gara solida. Poche le possibilità di ripetere il successo del 2018, ma le corse riservano sempre sorprese.

Chi invece deve rivalutare tutto quanto da capo è la Yamaha. La fantastica pole position di Viñales aveva acceso diverse speranze nel team per vedere la moto 2019 finalmente tornare in lotta per il mondiale, ma la solita partenza “a gambero” del #12 e il recupero a rilento l’hanno relegato addirittura al settimo posto. C’è stata poi la solita discrepanza di prestazioni tra le qualifiche dei due piloti e la gara, perché Valentino Rossi, addirittura eliminato in Q1 e partente dalla 14a posizione, la domenica è riuscito a concludere addirittura davanti al compagno di box, in quinta posizione. Ma il difetto principale che questa M1 pare avere, osservando la prima gara, è la potenza del nuovo motore, tanto da essere stata “seminata” con facilità sul traguardo dagli avversari su Honda, Ducati e a tratti anche Suzuki. Con la regola dei motori congelati e un rettilineo di 1.076 metri a Termas, si prospetta un weekend duro per le moto blu.

C’è chi punta molto più alto per questo weekend, come la già citata Suzuki. La Casa di Hamamatsu ha sorpreso tutti in Qatar, pista storicamente sfavorevole per la GSX-RR, battagliando per la vittoria con Dovizioso e Márquez e perdendo il podio solo per un errore a tre giri dalla fine di Rins. Ma non è solo la prestazione del #42 a iniettare fiducia al team Ecstar, ma anche quella di Joan Mir, debuttante e ottavo al traguardo. Al di là del risultato, ha stupito la generosità e l’aggressività dell’ex-campione della Moto3, che non si è risparmiato nel corso del Gran Premio nel lottare con Crutchlow, Petrucci e le Yamaha. Questo, unito alle dichiarazioni di un Rins desideroso di lottare per il titolo quest’anno, è segno di come la Suzuki voglia essere della partita, ma è ancora presto per giudicare se sarà così o no.

Le prestazioni dei team privati in Qatar hanno oscillato tra il sufficiente e il deludente. Il team Petronas è stato il più convincente sul lato prestazionale, ma la sfortuna ci ha messo lo zampino: Fabio Quartararo, qualificatosi addirittura in seconda fila, ha visto la moto spegnersi prima del via ed è partito dalla pitlane arrivando 16°; Franco Morbidelli invece è stato con le Yamaha ufficiali fino all’ultimo terzo di gara, per poi cedere il passo e concludere 11°. Il team Alma Pramac è stato il più sfortunato perché, a fronte dell’inizio al massimo di Miller in gara, ha visto entrambe le proprie moto ferme anzitempo, con Miller rientrato ai box per problemi alla sella (tolta a mano durante la gara) e Bagnaia che ha perso una delle appendici sulla carena che ha reso la moto ingovernabile. Ad aggiungere benzina sul fuoco, il team si presenta dopo la brutta vicenda che ha coinvolto uno dei propri sponsor, perché Luigi Scavone, capo del gruppo Alma, è stato arrestato per frode fiscale a Napoli, cosa che metterà ulteriore pressione sulla squadra.

Non è partito male il 2019 dell’Aprilia, che ha riagguantato la top ten che mancava dal Gran Premio d’Australia, grazie al solito Aleix Espargaró che ha terminato decimo. Meno bene Andrea Iannone, 14° al traguardo a circa cinque secondi, che è comunque riuscito a farsi notare “a modo suo” cadendo nel giro di rientro. Situazione ancora più difficile per la KTM: tutte le moto hanno tagliato il traguardo a più di dieci secondi di distacco una gara in cui il ritmo non è stato forsennato, e la prima delle moto arancioni è stata quella di Pol Espargaró, 12°. In 15a piazza Zarco (a tre secondi dal compagno), mentre sono arrivate ben più indietro le moto del team Tech3 di Oliveira e Syahrin.

Il capitolo Moto2 si apre raccontando della terza vittoria consecutiva in Qatar, in tre anni, di un italiano. Dopo Morbidelli e Bagnaia, a fare le veci dei due connazionali è stato Lorenzo Baldassarri, primo davanti a un rinvigorito Thomas Luthi che, dopo una stagione 2018 priva di gioie nella classe regina, sta dimostrando di avere, nella Moto2, il suo giusto spazio. La giornata è stata molto proficua per il team Dynavolt, con anche il poleman Schrotter in terza posizione, in volata sul figlio d’arte Remy Gardner. Questo inizio di stagione ci ha raccontato anche i valori in campo tra i telai, ora motorizzati Triumph, in gioco, con un’assoluta dominanza da parte di Kalex che ha occupato l’intera top ten. La delusione della serata è stata sicuramente la KTM, da cui ci si aspettava un GP del Qatar difficoltoso ma non al punto di arrivare 12a con Brad Binder e 15a con Jorge Martín. In generale è stata una giornata da buttare anche per i debuttanti: l’inizio di Nicolò Bulega è durato poche centinaia di metri prima di scontrarsi contro gli incolpevoli Navarro e Lecuona, mentre Bezzecchi è caduto alla curva 6 confermando che la strada per arrivare in cima, sia per lui che per il team Tech3 con KTM, sarà molto dura. Non male Fabio Di Giannantonio, 11° con la Speed Up.

La Moto3 è invece ufficialmente senza un padrone. Dopo la partenza dei vari Mir, Bezzecchi, Di Giannantonio e Martín, il livello della categoria è fisiologicamente sceso, ma questo si può tradurre in una lotta in gara ben più serrata. A vincere in Qatar è stato Kaito Toba, un successo che per il Giappone non arrivava dal 2007, per quanto concerne la classe leggera (ai tempi fu Koyama a Barcellona, nella vecchia 125cc). Il pilota di Honda Asia ha battuto sul traguardo Lorenzo Dalla Porta e Aron Canet, primo delle KTM ma probabilmente il più efficace sul tratto misto, cosa che gli è valsa anche la pole. Da segnalare ciò che è successo con Romano Fenati, in lotta per le prime posizioni fino a quando non ha deciso di passare per la corsia di penalizzazione posta in curva 6, nonostante gli fosse stata inflitta solo una reprimenda per aver più volte superato i limiti della pista, per poi terminare nono; in Argentina l’ascolano ha vinto nel 2014, e può candidarsi tra i favoriti per la vittoria, nonostante a livello di pronostici il mondiale Moto3 2019 sia una vera e propria lotteria. Ci sarà anche un nuovo pilota, il debuttante Aleix Viu che sostituirà l’infortunato Albert Arenas.

Come per lo scorso Gran Premio, anche quello in Sudamerica sarà visibile in diretta solo su Sky Sport, ma la differenza temporale con la differita su TV8 questa volta sarà davvero minima, considerando gli orari in cui i piloti partiranno. Si preannuncia un weekend sulla falsa riga del 2018, con un meteo misto tra le prove, previste col bel tempo, e le gare, forse sotto la pioggia.

INFO TRACCIATO

Lunghezza tracciato: 4.806 m
Rettilineo principale: 1.076 m
Curve: 14 (5 a sinistra, 9 a destra)
Senso: orario
Record della pista: 1:37.683 (Marc Márquez, Honda 2014)

ALBO D’ORO

ORARI TELEVISIVI

Venerdì 29 marzo 2019

13:00 – FP1 Moto3 (Sky Sport)
13:55 – FP1 Moto2 (Sky Sport)
14:50 – FP1 MotoGP (Sky Sport)
17:15 – FP2 Moto3 (Sky Sport)
18:10 – FP2 Moto2 (Sky Sport)
19:05 – FP2 MotoGP (Sky Sport)

Sabato 30 marzo 2019

13:00 – FP3 Moto3 (Sky Sport)
13:55 – FP3 Moto2 (Sky Sport)
14:50 – FP3 MotoGP (Sky Sport)
16:35 – Q1 Moto3 (Sky Sport)
17:00 – Q2 Moto3 (Sky Sport)
17:30 – Q1 Moto2 (Sky Sport)
17:55 – Q2 Moto2 (Sky Sport)
18:00 – Replica Qualifiche Moto3 (TV8)
18:25 – FP4 MotoGP (Sky Sport)
19:00 – Replica Qualifiche Moto2 (TV8)
19:05 – Q1 MotoGP (Sky Sport)
19:30 – Q2 MotoGP (Sky Sport)
20:35 – Replica Qualifiche MotoGP (TV8)

Domenica 31 marzo 2018

14:40 – WUP Moto3 (Sky Sport)
15:10 – WUP Moto2 (Sky Sport)
15:40 – WUP MotoGP (Sky Sport)
17:00 – Gara Moto3 (Sky Sport)
17:30 – Replica Gara Moto3 (TV8)
18:20 – Gara Moto2 (Sky Sport)
19:00 – Replica Gara Moto2 (TV8)
20:00 – Gara MotoGP (Sky Sport)
20:30 – Replica Gara MotoGP (TV8)

Fonte immagine: motogp.com

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