Dopo il fattaccio della notizia falsa di ieri, stavolta il comunicato della squadra italiana non lascia spazio a nuove speranze. L’ex-pilota aveva 60 anni.
I fatti di ieri notte e la pubblicazione della falsa notizia della morte di Fausto Gresini stanno facendo ancora discutere, ma il tutto, nel giro di sole dodici ore, è giunto in secondo piano.
Il comunicato che nessuno avrebbe voluto leggere, la notizia che nessuno avrebbe voluto davvero scrivere, alla fine è arrivata: Fausto Gresini non ce l’ha fatta. La lotta contro il virus Covid-19, iniziata due mesi fa e complicatasi con il sopraggiungere della polmonite interstiziale, mai realmente superata, alla fine non l’ha visto prevalere.
Fausto lascia una famiglia composta dalla moglie Nadia Padovani e da quattro figli, tra cui Lorenzo che, durante tutto questo calvario, ha mantenuto la lucidità necessaria per continuare ad aggiornare tutti i tifosi e tutto il mondo sul come stava suo papà.
Questo è il messaggio d’addio della sua squadra, la sua seconda famiglia: “La notizia che non avremmo mai voluto dare, e che sfortunatamente siamo costretti a condividere con tutti voi. Dopo quasi due mesi di battaglia contro il Covid, Fausto Gresini è tristemente venuto a mancare, pochi giorni dopo aver compiuto sessant’anni”.
Fausto, durante la sua carriera nel Motomondiale, ha raccolto 21 vittorie su 132 gare disputate (tutte in 125cc), gareggiando dal 1982 al 1994. Oltre queste si aggiungono 47 podi, 17 pole position e soprattutto i due titoli mondiali del 1985 e del 1987. Impressionante soprattutto il secondo, con vittorie in ogni Gran Premio concluso durante la stagione, con la sola eccezione del GP del Portogallo chiuso con un ritiro.
Fausto ha poi deciso, nel 1997, di fondare il proprio team in 500cc, la squadra Fortuna Honda con Alex Barros come pilota.
Durante quest’avventura da team manager, che stava per giungere alla sua 25a stagione, Gresini ha avuto l’opportunità di avere tra le proprie file grandissimi piloti, quali Loris Capirossi, Sete Gibernau, Marco Melandri, Toni Elias, Andrea Iannone e molti altri ancora. Tra le varie classi, il team italiano ha conquistato quattro titoli piloti nella sua storia.
Fausto stesso ha imparato, come un po’ stiamo riscoprendo noi questa mattina, cosa significa il dolore di perdere qualcuno. Nel 2003, durante il Gran Premio del Giappone a Suzuka, lo schianto di Daijiro Kato sulle barriere esterne della Chicane Triangolo fu un durissimo colpo per la squadra, che però trovò non solo la forza di continuare ma anche di vincere il successivo Gran Premio in Sudafrica, a Phakisa. Ciò si ripeté anche nel 2011, quando a Sepang Marco Simoncelli morì durante le prime fasi del GP della Malesia, tracciando un nuovo solco nel cuore del team Gresini.
Pochi giorni dopo, a Valencia, Michele Pirro in Moto2 vinse una gara sotto la pioggia, con Fausto visivamente commosso al muretto box.
P300.it ci tiene a ricordare Fausto così, come una persona che non si arrendeva di fronte a nulla, nemmeno davanti a ostacoli così insormontabili. Infine, mandiamo le nostre condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici più cari.
Fonte immagine: Twitter / Gresini Racing
Leggi anche
Partecipa al sondaggio su P300.it
Tutte le ultime News di P300.it
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.