Motomondiale | Ci ha lasciati Phil Read, leggenda britannica delle due ruote


Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
6 Ottobre 2022 - 20:50

Ad 83 anni il pilota di Luton ha esalato il suo ultimo respiro. Dopo Hailwood e Surtees, il motociclismo britannico piange il suo più grande campione delle due ruote.


È di oggi la notizia riguardante la dipartita di uno dei più grandi delle due ruote, sia nel panorama britannico che mondiale. Phillip William “Phil” Read è morto poche ore fa nella sua casa di Canterbury, in Inghilterra. 

L’avanzare dell’età, 83 anni compiuti lo scorso primo gennaio, non ha lasciato scampo nemmeno ad un asso delle moto immortale nei ricordi come Read. Il britannico ha scritto pagine di storia del Motomondiale e del motociclismo in generale, aggiudicandosi sette allori iridati in tre delle quattro categorie disputate (uno in 125cc, quattro in 250cc e due in 500cc), mancando il bersaglio grosso solo nella 350cc. 

Phil Read è ottavo nella classifica dei piloti più titolati nel Circus, a pari merito con un altro grande esponente della scuola britannica come John Surtees e ad un solo titolo dall’altrettanto leggendario Mike Hailwood. La carriera di Read, iniziata a livello agonistico a soli sedici anni nei campionati amatoriali inglesi, è proseguita per quasi trent’anni, fino al 1982 quando ha disputato la sua ultima gara, il TT dell’Isola di Man. Nel 1979 è stato investito della carica di Membro dell’Ordine dell’Impero Inglese e nel 2002 è stato introdotto nell’Albo delle Leggende della MotoGP. 

Con un record di 52 successi (decimo nella lista dei piloti più vincenti) e 121 podi su 152 partenze, Read lascia questo mondo nella maniera probabilmente più lieve e piacevole, insieme ai propri cari. È della famiglia Read il seguente comunicato: “E’ con grande tristezza che la famiglia Read riporta la morte di Phil Read, mentre dormiva beatamente nella mattina del 6 ottobre 2022, nella sua casa di Canterbury, Inghilterra”. 

“Phil è noto soprattutto per aver vinto il primo titolo del campionato mondiale di Yamaha nel 1964 a cui si aggiungono altri quattro titoli da yamahista, incluso uno da privato, più altri due campionati mondiali della premier class 500cc nel 1973 e nel 1974 col marchio italiano MV Agusta”. 

“Spesso una figura discussa e controversa, il suo profilo della carriera agonistica include 52 vittorie nei Gran Premi FIM ed otto vittorie nelle iconiche gare del TT dell’Isola di Man. Nel 2022 gli è stato garantito lo status di ‘Leggenda MotoGP’ da Dorna”. 

“Phil resta ancora vivo nei cuori dei figli Michael, Graham, Phil jr., Roki e della figlia Esme”. 

P300.it si unisce alle condoglianze per la famiglia Read e per i cari di Phil. Tuttavia, desideriamo concludere con una riflessione ed un pensiero anche verso un altro pilota, corridore nel presente e venuto a mancare prematuramente. 

È sempre di oggi la terribile notizia della morte di Chrissy Rouse, pilota britannico come Read e, proprio come Phil da giovane, speranzoso di diventare una leggenda delle due ruote. Un brutto incidente a Donington Park durante una manche del campionato BSB lo scorso 2 ottobre gli ha però negato questo sogno, a causa di un brutto highside a cui ha fatto seguito un investimento da parte di un altro pilota.

I medici hanno fatto il possibile per risolvere il terribile trauma alla testa patito da Rouse, ma alla fine, pochissime ore fa, il ventiseienne di Newcastle ha lasciato questo mondo accompagnato dalla sua famiglia, presente nel momento del decesso all’ospedale Queens di Nottingham.

Ancora una volta, il mondo delle corse che tanto amiamo ha messo in luce il proprio lato oscuro, sempre presente, spesso accantonato dalla mente ma mai trascurabile. Ed è quasi beffardo che la morte di Chrissy sia avvenuta lo stesso giorno di colui che, forse, era uno dei grandi miti del passato a cui si ispirava. 

Sia il leggendario Read che il giovane Rouse erano accomunati non solo dalla nazionalità o dal talento, ma anche dalla passione per questo mondo sì a volte brutale ma di cui loro non potevano fare a meno per sentirsi realmente vivi. Perciò, ad entrambi auguriamo che questo ultimo viaggio sia lieve, nella speranza che possano affrontarlo insieme. 

Fonte immagine: yamaha-racing.com, britishsuperbike.com

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