MotoGP | Un problema alla tuta vale quanto un taglio curva?

MotoGP
Tempo di lettura: 4 minuti
di Matteo Gaudieri
8 Giugno 2021 - 18:29
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Il Gran Premio di Catalogna è stato ulteriore benzina su un fuoco acceso al Mugello con la morte di Jason Dupasquier. Spuntano interrogativi importanti sul mancato utilizzo del pugno duro verso la mancanza di sicurezza in pista

Il Motomondiale sta vivendo un periodo buio sotto diversi aspetti. Con la morte di Jason Dupasquier durante il fine settimana del Gran Premio d’Italia, il Circus è entrato in una spirale negativa che ha accentuato ulteriormente alcune importanti lacune della direzione di gara sul fronte sicurezza, specialmente dopo quanto successo questo fine settimana in Catalogna.

Tralasciando la gravità dei fatti accaduti in Moto3, l’attenzione si è spostata su due episodi in particolare avvenuti durante la gara di MotoGP. Il protagonista in entrambi i casi è Fabio Quartararo, prima penalizzato per aver tagliato curva 1 e 2 per poi, a pochi giri dalla fine, vedere la cerniera della sua tuta aprirsi permettendo al paracostole di scivolare in modo pericoloso in pista.

Alpinestars, attraverso una nota riportata su Twitter, ha fatto sapere che, dopo una prima analisi fatta nel camion Alpinestars Racing Development, le cerniere e le chiusure della tuta sono risultate perfettamente funzionanti, scongiurando quindi un difetto di fabbrica. Il vero problema, però, è un’inspiegabile uguaglianza nelle penalità che ha diminuito ingiustamente l’importanza e il valore della sicurezza in pista.

Tuta e taglio curva: cosa dice il regolamento?

La FIM, in alcuni casi, non specifica in modo esplicito il tipo di sanzione per le infrazioni, limitandosi a menzioni generali e lasciando ampio margine di interpretazione. Aprendo il capitolo sui limiti della pista, la Federazione ha specificato che: “Se la direzione gara FIM MotoGP ritiene che un pilota abbia guadagnato un chiaro vantaggio, gli sarà inflitta una penalità per quella singola infrazione. […] Per queste singole infrazioni in cui è stato guadagnato un chiaro vantaggio, le penalità possono includere un cambio di posizione, una penalità di tempo o un Long Lap Penalty.”

A Quartararo viene contestato il vantaggio guadagnato dopo aver tagliato curva 1 e curva 2, non rallentando una volta rientrato in pista. “La penalità può essere evitata se il pilota azzera volontariamente il vantaggio preso con l’incidente”. A far chiarezza ci ha pensato Davide Tardozzi (team manager Ducati), spiegando come la regola imponga al pilota una perdita di tempo almeno un secondo nel settore incriminato (mentre Quartararo ha perso sette decimi), pena l’aggiunta automatica dei tre secondi di penalità.

Sul fronte sicurezza, invece, l’articolo 2.4.5.2 del regolamento affronta l’argomento dell’equipaggiamento del pilota e prevede che: “È obbligatorio che ogni pilota sotto contratto debba iniziare ogni singola gara con almeno due set completi di equipaggiamento di sicurezza non danneggiati. Questo può contenere:
– Casco;
– Tuta di pelle a pezzo unico;
– Guanti;
– Stivali;
– Paraschiena;
– Parapetto.
L’equipaggiamento deve essere indossato in ogni momento durante l’attività in pista
. Anche in questo caso, la direzione gara ha previsto ulteriori tre secondi di penalità per il pilota francese, relegandolo al sesto posto in gara.

Serve rigore con la sicurezza

Tutto ciò ha fatto storcere il naso a molti: può davvero un episodio “comune” come un taglio curva essere messo sullo stesso piano di un problema così pericoloso come l’apertura della tuta? Lo stesso Quartararo ha analizzato quanto successo a mente fredda, consapevole che la sua corsa andasse fermata con una bandiera nera.

Paradossalmente, nel mondo delle quattro ruote si fanno passi avanti incredibili sul fronte sicurezza cercando di ridurre a probabilità sempre più piccole le possibilità che il pilota possa entrare in contatto con un oggetto esterno. Nelle moto avviene stranamente il contrario: un episodio simile è valso solo tre secondi di penalità, mettendo in serio pericolo la salute del pilota (che correva a torso scoperto e privo di protezione) e quella altrui a causa del parapetto finito in mezzo alla pista.

Nel regolamento non viene specificata alcuna sanzione in caso di violazione dell’articolo sull’equipaggiamento da gara, permettendo alla direzione gara una libertà che, nell’episodio di domenica, ha creato un precedente molto pericoloso e difficilmente dimenticabile visto che, probabilmente, il problema di Quartararo sarà usato come punto di riferimento in caso di controversie future.

Il Motomondiale, dopo un fine settimana come quello del Mugello, è stato chiamato a dare un forte segnale di ripresa: in Catalogna, purtroppo, non è stato percepito e anzi, sembra che si stia facendo di tutto per progredire verso la direzione sbagliata. La speranza è che quanto successo rimanga un episodio singolare e fine a se stesso, così da riaccendere il faro sull’importanza della sicurezza in pista.

Immagine di copertina: Twitter / Monster Energy Yamaha MotoGP

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