Jorge Martín chiude la prima giornata di prove al comando davanti ad Acosta, Di Giannantonio primo degli italiani (quarto).
L’attesa per i test di Sepang della MotoGP pre-2024 è finalmente terminata. Sulla pista malese quest’oggi ventitré piloti hanno messo le ruote delle proprie moto sull’asfalto con l’obiettivo di raccogliere dati ed informazioni determinanti per la crescita dei propri mezzi, cosa che si ripeterà anche domani e dopodomani fino al completamento della tre giorni programmata.
La costante degli ultimi anni, durante l’inverno, è sempre stata quella di una Ducati in posizione di comando a Sepang, scenario che si è ripetuto anche quest’anno nella giornata di martedì. Jorge Martín, vicecampione del mondo, ha siglato il miglior tempo girando in 1:57.951 ed è stato l’unico finora, considerando anche la scorsa settimana di Shakedown, ad abbattere il muro del ’58.
“Martinator” si è dovuto sobbarcare l’intero lavoro del team Pramac Racing, dato che Franco Morbidelli, le cui analisi per la situazione fisica erano state rimandate precauzionalmente, non prenderà parte in toto a questi test di Sepang né a quelli previsti in Qatar tra il 19 ed il 20 febbraio, ovverosia gli ultimi prima dell’avvio stagionale a Lusail.
La presenza delle Ducati nella parte alta della classifica è piuttosto folta, a conti fatti. La seconda Desmosedici in top ten occupa la quarta posizione ed è quella guidata da Fabio Di Giannantonio, in sella alla moto del team VR46 Pertamina Enduro (alla prima uscita con la livrea giallo fluo completamente rinnovata). Lo segue Enea Bastianini, il quale conclude la top five.
Dalla settima alla nona posizione le tre Desmosedici clienti restanti, affidate nell’ordine ad Álex Márquez, Marco Bezzecchi e Marc Márquez. Il “Cabroncito”, il più atteso alla vigilia di queste prove collettive, ha patito una fermata pensando di avere noie tecniche ed è stato riaccompagnato ai box da un gentile commissario in scooter. Una scena sicuramente curiosa.
Il #93 ha pagato un po’ la rigidità della sua Desmosedici, ma le ultime due Ducati in classifica sono quelle del team Lenovo. Se il 23° posto di Michele Pirro era prevedibile, lo è un po’ meno il 16° di Francesco Bagnaia sulla moto #1: il torinese è finito a terra nei primi minuti in curva 11, senza riportare conseguenze.
La Casa di Borgo Panigale, nonostante le limitazioni sui test, ha dunque messo sei moto nei dieci contro la singola di ogni altro marchio. Tuttavia, gli avversari diretti non sono poi così distanti in termini di tempo sul giro: all’inseguimento di Martín c’è Pedro Acosta, intento a dimostrare che l’ottimo lavoro svolto durante la tre giorni d’antipasto di settimana scorsa non è stato un caso.
Il rookie delle meraviglie è secondo a 0″2 scarsi dal tempo del connazionale e precede, a sua volta, un ex-campione MotoGP quale Fabio Quartararo. La terza posizione del franco-siciliano è un buon segnale per Yamaha e, probabilmente per la prima volta da almeno due anni, “El Diablo” si è detto soddisfatto del lavoro ai box prodotto dai nuovi innesti nella squadra. Álex Rins, sulla seconda M1, è 11°.
Tornando un attimo a concentrarsi su KTM, Jack Miller è stato il pilota con più giri effettuati a quota 69, ma allo stesso tempo è stato tra i meno veloci col 18° tempo finale. Lo segue, a due posizioni di distanza, Augusto Fernández, il quale sta facendo i conti col confronto interno piuttosto problematico nel team Tech3 col compagno Acosta, con cui i paragoni si stanno sprecando. Brad Binder, infine, è 12° con 60 giri completati.
Nonostante le assenze di Dani Pedrosa e Pol Espargaró, sulle KTM RC16 in pista sono state introdotte novità sull’elettronica, per il tubo di scarico e per il motore. Ma è stato ancora più massiccio il lavoro svolto da Aprilia, che vede Maverick Viñales in sesta posizione con 60 giri completati.
Tra le tante novità introdotte dalla Casa di Noale (motore, telaio, forcellone, eccetera), la più sorprendente riguarda, ancora una volta, il posteriore ed il codone in particolare, su cui è apparso, nella parte inferiore, un vero e proprio diffusore con tanto di scarico soffiante.
Se già l’anno scorso, con la carena in stile F-Duct, Aprilia aveva destato scalpore, quest’oggi Romano Albesiano ed il suo gruppo potrebbero essersi superati. Da segnalare come sulle RS-GP24 siano apparse anche le griglie metalliche in tubi di pitot per registrare i dati sulla deportanza, anche questa una tecnica presa d’ispirazione dalla F1.
Non tutto però è andato per il verso giusto per il marchio veneto: la sessione di oggi è stata interrotta da una bandiera rossa per una doppia caduta in curva 11, e se Bagnaia non ha riscontrato nessun guaio fisico, lo stesso non si può dire per Raúl Fernández. Pur non rimediando fratture, il #25 del neo team Trackhouse Racing è stato portato in ospedale ed i suoi test in Malesia sono finiti dopo 21 giri.
Solo tre RS-GP, dunque, hanno effettivamente svolto del lavoro massiccio questo martedì, con Aleix Espargaró 13° e Miguel Oliveira 15°; in mezzo a loro Joan Mir sulla Honda Repsol.
La prima RC213V in classifica, tuttavia, è la #5 affidata a Johann Zarco. Il francese, che proprio su questa pista aveva guidato per il team LCR più di quattro anni fa, sta affrontando a testa bassa i problemi che attanagliano la moto, ma per il momento il suo distacco è piuttosto contenuto.
Il primo pilota ad avere più di un secondo di ritardo in classifica è proprio il nuovo acquisto del team Repsol ufficiale, Luca Marini: il fratellastro di Valentino Rossi ha chiuso 17° sul ‘58.9 ed ha girato anche poco a conti fatti, con 38 passaggi completati.
Qui i risultati di questo primo giorno. Domani i piloti MotoGP concederanno il bis affrontando la seconda delle tre giornate.
Fonte immagine: Twitter / Jorge Martín Almoguera
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