In un weekend in cui si è già parlato tantissimo di Yamaha tra presentazioni di moto, team e in merito ai cambiamenti del mercato piloti, non poteva che esserci una M1 in testa alla classifica del primo giorno di test ufficiali MotoGP in Malesia, che stavolta coinvolgeranno sia i piloti titolari che i tester. A comandarla è Fabio Quartararo: galvanizzato dalla promozione verso il team Yamaha Monster Energy per 2021, “El Diablo” ha cercato subito la confidenza sulla sua Yamaha brandizzata Petronas, trovandola al volo e portando a casa un 1:58.945 e 52 giri conclusi. E’ “doppietta” del team SRT sul circuito di casa, poiché in seconda posizione troviamo Franco Morbidelli su un’altra Yamaha; anche per lui ci sarà un modello 2020 per il resto della stagione, dopo il disguido durante la presentazione di ieri in cui il team ha dovuto usare una moto 2019 con livrea aggiornata. Tornando ai tempi, i due piloti della squadra malese di Razlan Razali sono gli unici sotto l’1:59, con anche “Morbido” veloce in 1:58.996.
Il secondo marchio che ritroviamo nella graduatoria è la Suzuki, guidata da Álex Rins: nonostante la pista malese non sia mai stata la più adatta alla moto giapponese, il team Ecstar ha programmato una giornata piuttosto piena per i propri tre piloti, con il focus centrale sull’aerodinamica ma anche lo sviluppo di chassis ed elettronica. Oltre a Rins sono scesi in pista il compagno Mir (nono a sei decimi e con 51 giri effettuati) e Sylvain Guintoli (18° e con 48 passaggi effettuati).
Per Honda sono sorti ancora dei dubbi sulla reale condizione fisica di Marc Márquez, ma questo non ha impedito ai fratelli Márquez di scendere in pista insieme per la prima volta con i colori Repsol, per una sessione di test ufficiale. Da sottolineare come i due siano vicinissimi in classifica, con Álex appena dietro al fratello maggiore in 12a posizione e con un giro in più sul tracciato di Sepang (37 a 38); va inoltre sottolineato come entrambi abbiano interrotto le proprie sessioni molto presto, con Marc che non è andato oltre le due del pomeriggio e Álex che si è addirittura fermato poco dopo mezzogiorno. La prima Honda in classifica è però quella di Cal Crutchlow, quarto a soli due decimi dalla leadership. E’ tornato in pista dall’infortunio anche Nakagami, il suo tempo migliore è stato di 2:00.815.
Sono quattro i marchi nelle prime cinque posizioni e, curiosamente, in quinta posizione troviamo un altro pilota di un team satellite. Jack Miller è il primo dei ducatisti e, nel confronto interno con Francesco Bagnaia, è stato nettamente più veloce sulla sua GP20 del team Pramac. “Jackass” è l’ultimo dei piloti in classifica ad accumulare un distacco sotto i tre decimi, accumulando anche un buon numero di passaggi con 47 effettuati su due moto differenti.
Le due Ducati ufficiali, rispettivamente con Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, si trovano in 11a e 14a posizione, che chiudono a panino le Honda Repsol. Come detto a inizio paragrafo, anche “Pecco” Bagnaia è tornato in pista dopo l’infortunio subito a Valencia, ma il suo 17° tempo non è molto indicativo, né granché confortante in termini di morale. Presente in pista anche Johann Zarco, che ha sfoggiato un casco nuovo e si è messo in sella alla sua GP19 del team Avintia, chiudendo 19°.
Come spesso successo durante i vari weekend del 2019, le Yamaha davanti non mancano e tutte quante sono nelle prime dieci posizioni. Maverick Viñales, dopo le dichiarazioni forti e convinte di ieri, ha collezionato un buon sesto posto con 49 giri svolti. Sia lui che Valentino Rossi, decimo al termine della sessione, hanno avuto a disposizione ben tre moto da poter provare, tra cui il modello 2019 con cui Viñales ha vinto il GP della Malesia pochi mesi fa. Si è presentato anche il test team giapponese formato da Nakasuga e Nozane che ha occupato due delle ultime tre posizioni, mentre non ha girato Jorge Lorenzo dopo aver provato la Yamaha nello shakedown per tester e rookie di tre giorni fa.
La nuova Aprilia RS-GP20 era una delle grandi attese per questi test, in quanto si spera possa essere la moto che porterà la Casa di Noale a lottare tra le grandi anche nella classe regina dei prototipi a due ruote. Per ora, le aspettative sembrano esser state rispettate, almeno secondo i pareri di Aleix Espargaró: il pilota leader del team si è espresso molto bene sulle potenzialità della moto e sul feeling, confermando anche i miglioramenti sul motore, uno dei talloni d’Achille degli ultimi anni per la moto italiana. In assenza di Iannone, ancora in attesa di una sentenza dopo il rinvio della decisione sul suo caso doping lo scorso 4 febbraio, in pista è sceso Lorenzo Savadori, ultimo in classifica in 2.03.1 ma col compito più di fare esperienza che di stampare tempi stratosferici sulla pista di Sepang; Bradley Smith non ha partecipato alle prove odierne dopo aver preso parte allo shakedown, ma è previsto il suo ritorno già per il secondo giorno.
Infine il capitolo KTM, con Pol Espargaró immediatamente dietro al fratello Aleix in ottava posizione con 48 giri collezionati durante tutta la giornata. Nelle prime posizioni non troviamo tanti piloti in arancione a dire il vero, col tester d’eccezione Daniel Pedrosa 15° sulla seconda moto (primo dei piloti sopra il secondo di distacco). E’ stato bello rivedere sorridente ai box e finalmente in pista Miguel Oliveira dopo i fatti di Phillip Island 2019, che ha chiuso 16° con quattro decimi di vantaggio sul suo nuovo compagno Iker Lecuona (20°).
Chi per ora continua a deludere le aspettative è Brad Binder, ancora inchiodato alle ultime posizioni e staccato di un secondo e mezzo da Quartararo. KTM ha provato aerodinamica, telaio (fornito a tutt’e due i team) e anche forcellone.
A domani con la seconda giornata di prove a Sepang. Qui i risultati e l’analisi della prima.
Fonte immagine: sepangracingteam.com
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