MotoGP | Test Jerez de la Frontera pre-2020, sintesi delle due giornate

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
27 Novembre 2019 - 09:00
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Sono passati pochi giorni dai test di Valencia ma team e piloti della MotoGP sono già tornati in pista a Jerez de la Frontera in questi due giorni, continuando il lavoro svolto sulla pista intitolata a Ricardo Tormo. Purtroppo non tutto è andato per il meglio in termini di condizioni meteo: se a Valencia il problema principale era l’asfalto freddo che ha causato non poche cadute, in Andalusia un meteo un po’ ballerino ci ha messo lo zampino. A comandare la classifica è sempre la Yamaha, con Maverick Viñales ancora una volta protagonista.

Il #12 ha praticamente terminato il lavoro sulla vecchia Yamaha 2019 (seppur presente nel suo box) e si è concentrato quasi esclusivamente sul lavoro della moto 2020. Sin dal mattino del primo giorno Viñales si è detto contento del nuovo forcellone in alluminio, mentre il suo compagno di squadra, Valentino Rossi, ha utilizzato quello in carbonio. A dare i grattacapi più grossi resta però il motore: secondo i due alfieri del team factory i passi avanti ci sono stati, ma serve qualcosa di più per sopperire al punto debole più importante della M1 2019. Il miglior tempo fatto da Viñales è stato di 1:37.131, ben sette decimi più veloce del compagno di marca Fabio Quartararo e un secondo pieno più rapido di Franco Morbidelli; parlando dei due del team Petronas SRT, il loro lavoro ha subito qualche ritardo poiché non è stato messo a disposizione il forcellone in carbonio, ma anche i due giovanissimi piloti sono stati al lavoro sul motore 2020; “El Diablo” ha anche pagato noie tecniche nella seconda giornata.

Il martedì ha visto Marc Márquez al comando della classifica con un tempo ben più alto rispetto a quello di Viñales nella prima giornata (1:37.820) ma gli è valso quantomeno la seconda posizione nella combinata. Nonostante però i 69 giri completati al lunedì, non tutto è andato per il verso giusto per il campione del mondo: a causa di una scivolata durante la prima giornata ha riportato una lussazione e una parziale dislocazione alla spalla destra, tanto che il team Repsol ha già confermato come il suo campione si dirigerà a Barcellona per farsi operare (tra l’altro, sarà la stessa operazione a cui si era sottoposto dodici mesi fa, ma alla spalla sinistra). Ha debuttato nel team Honda Repsol suo fratello Álex Márquez, che ha continuato a macinare chilometri e a guadagnare esperienza, ottenendo due 17esimi posti nelle due giornate; il rookie ha avuto anche l’onore di guidare la RC213V coi colori storici del team HRC, mentre Cal Crutchlow ha chiuso al decimo posto i test, a 1.7 secondi dal leader Viñales.

All’inseguimento di Márquez nella seconda giornata, prima dell’arrivo della pioggia, si sono messi i piloti della Suzuki, con Álex Rins che ha preceduto Joan Mir di solo un decimo sul tempo cronometrato. Sono state tre le GSX-RR in pista con l’aggiunta di Sylvain Guintoli, e come in Yamaha il focus principale è sul motore da sviluppare. Nella combinata i due spagnoli hanno chiuso terzo e quinto, mentre il francese si è fermato a un comunque soddisfacente 16° posto, specie considerando la positività dimostrata anche dal team manager Davide Brivio.

https://twitter.com/suzukimotogp/status/1198893572193423361

Lo squadrone Ducati è quello che, al momento, si sta concentrando meno sui meri risultati in pista e sul cronometro. Andrea Dovizioso continua a dirsi soddisfatto e in questo caso è stato il primo dei ducatisti in classifica, con un sesto posto in mezzo al gruppone formato dalle Yamaha e dalle Suzuki. Entrambi i piloti ufficiali hanno lavorato esclusivamente sulla moto 2020, mentre Michele Pirro, presente anche lui in questo test, ha provato un nuovo componente aerodinamico posto sul copriruota anteriore, volto, a quanto pare, a raffreddare le pinze freno. Come a Valencia, il team Pramac ha potuto contare solo su Jack Miller, ottavo in classifica dopo le due giornate; Francesco Bagnaia è rimasto fermo in via precauzionale e dovrà attendere il 2020 per salire sulla sua nuova GP20. In pista, sulla GP19 del team Avintia, ha girato Eric Granado come premio per la stagione di MotoE conclusa con la doppietta nel round di Valencia, al posto di Karel Abraham che, pochi giorni fa, ha annunciato che non parteciperà alla stagione 2020 (molto probabilmente per fare posto a Johann Zarco).

I migliori risultati del box Aprilia in questa due giorni li ha ottenuti Andrea Iannone, 11° nella seconda giornata e 13° nella combinata, a soli due decimi dalla top ten. Quasi imitando Ducati, anche Aprilia ha sperimentato un nuovo copriruota anteriore, ma c’è da capire se il risultato ottenuto da Iannone sia più frutto dei passi avanti della RS-GP o di una pista dalla natura meno votata alla velocità massima. Aleix Espargaró ha chiuso alle spalle dell’abruzzese, mentre Bradley Smith, sulla terza moto di Noale, ha chiuso 18°.

Il capitolo KTM torna a essere due facce, una comprendente il solo Pol Espargaró, nono al termine di questi test e con 66 giri, e l’altra che comprende tutti gli altri piloti della Casa di Mattighofen. Dopo l’apprendistato di Valencia ci si aspettava qualcosina di più da Brad Binder per esempio, ma il sudafricano ha continuato a occupare le ultime due posizioni stando davanti al solo Granado, mentre Iker Lecuona ha ottenuto, in entrambe le sessioni, il 20° posto. Ha girato anche Daniel Pedrosa, il quale ha saltato la prima giornata per influenza focalizzandosi sulla seconda, ma i già citati problemi dati dal meteo hanno costretto l’ex-campione della 125cc e della 250cc a fare solo 11 giri.

I prossimi tre mesi saranno di relativa pausa per i team, i marchi e i piloti della MotoGP, con tanto da lavoro da fare per essere pronti al 100% per i test di Sepang a febbraio, prima dell’avvio previsto in Qatar. Proprio sulla pista malese cominceremo a capire i valori in campo reali della stagione 2020, ma è ancora presto per pensarci.

Qui i risultati della due giorni di test e la classifica combinata.

Fonte immagine: Twitter / Maverick Viñales 

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