MotoGP | Sentenza Iannone, parla Federica Costa

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
14 Aprile 2020 - 20:30
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Torniamo a parlare di Andrea Iannone con l’avv. Federica Costa, che già ci aveva dato la possibilità di analizzare la questione da un suo punto di vista esterno.

Federica, è uscita la sentenza e come da te previsto nella precedente intervista, è stata confermata la sospensione: 18 mesi per Andrea Iannone.

Ciao a tutti, sì, purtroppo sì… La sospensione è stata prevista a partire dal 17 dicembre 2019, fino al 16 giugno 2021… Avrei preferito essermi sbagliata: non è mai bello leggere certe notizie”.

Ma tu avevi previsto che con probabilità gli avrebbero confermato una pena ridotta.

“Sì, è vero… il regolamento parlava chiaro purtroppo. Il massimo della sanzione in situazioni di doping può arrivare ad una sospensione fino a 4 anni, ma una simile decisione sarebbe stata presa solo qualora fosse provata l’intenzionalità e la volontà dell’atleta di assumere quella sostanza per “barare”… ma non è certamente questa la fattispecie dai.. Parliamoci chiaro, un pilota di MotoGp non è un bodybuilder; le prestazioni a cui è tenuto in pista sono di interesse misto, dalla forza all’attività aerobica”.

In effetti la sentenza ha confermato la non volontarietà dell’azione. Si è parlato di contaminazione.

Esattamente, pare che la sentenza sia stata elaborata sulla base di una ritenuta “contaminazione involontaria” “.

Come è possibile allora che comunque sia stata data una pena tanto severa?

“Guarda, sul punto devo fare alcune precisazioni. Innanzitutto, queste considerazioni che sto facendo con voi, sono valutazioni che si basano solo su quanto ho potuto leggere, su quanto emerso e su quanto previsto dal regolamento: la sentenza infatti non è ancora stata pubblicata e pare che non verrà pubblicata per ora…”

Scusa se ti interrompo: come non verrà pubblicata?

“Ho cercato a lungo la sentenza, così da poter avere un’idea più chiara e completa del tutto, ma non riuscivo a trovarla, finché sono giunta a conoscenza del fatto che in realtà la Federazione ha affermato che non è possibile avere una copia della decisione. La stessa FIM, in altre parole, sembrerebbe aver preso atto della decisione emessa dall’International Disciplinary Court (CDI) senza esternare alcun commento sino a decisione definitiva, trattandosi di una decisione appellabile”.

Situazione molto spinosa…

“Sì… assolutamente molto delicata. Quindi, anche dal mio canto, dovrò limitarmi a commentare quel che si sa…”

“Secondo quanto emerso, la sentenza parlerebbe di contaminazione involontaria e già qui, senza leggere il contenuto della decisione si aprono alcune finestre: abbiamo intuito noi o è espressamente scritto nella sentenza che si tratterebbe di contaminazione “Alimentare”? Personalmente ho letto più volte di contaminazione involontaria o comunque legata ad assunzione accidentale di sostanza proibita. La contaminazione può abbracciare infatti più ipotesi e più sostanze ingeribili: si è detto della contaminazione da cibo (da carne in questo caso), ma non dobbiamo dimenticare che il termine può essere associato, in materia anti-doping, anche, ad esempio, alla contaminazione da integratori”.

“Altro aspetto da considerare, qualora volessimo legarci al tema di carne contaminata è che la stessa WADA avrebbe riconosciuto che in Asia circolano carni trattate; ciò significa che, se da un lato, il tema della carne trattata è noto, dall’altro ciò potrebbe consistere in una aggravante per Iannone, in quanto, sapendolo, avrebbe dovuto limitare il consumo di carne. Tale mio pensiero sarebbe tra l’altro supportato anche dal fatto che sembrerebbe che al pilota dell’Aprilia sia stato imputato di non aver controllato le sostanze proibite mentre alla casa di Noale di non aver vigilato sul comportamento del proprio pilota. Ecco perché si escluderebbe la volontarietà per far cadere il tutto nel “comportamento negligente” “. 

Ma come è possibile sanzionare un atleta per Contaminazione?

“In realtà la normativa disciplina espressamente tale aspetto e prevede che qualora venga rilevato che la sostanza rilevata sia riconducibile ad un prodotto contaminato, il periodo di squalifica è ovviamente ridotto (non sussistendo la colpa o la volontà) fino ad un massimo di 2 anni di squalifica”.

“Ovviamente noi, non leggendo la sentenza, non possiamo conoscere i documenti, le prove, né il percorso logico fatto dalla Corte decidente per arrivare ad individuare una sospensione di 18 mesi, ma di certo, purtroppo, non ci si deve stupire di fronte a tale decisione”.

Ora Iannone farà ricorso.

“Beh, certamente. L’avv. De Rensis starà sicuramente già lavorando a tal fine. Il termine è fissato in 21 giorni dal ricevimento della decisione della CDI .. A loro, la sentenza è stata notificata!”

Ci puoi fare qualche proiezione? O dirci come andrà secondo te?

“A dire il vero non ho elementi per poter dare una mia opinione. Posso solo fare un pensiero su quanto accaduto. Personalmente non credo che verrà totalmente annullata la sentenza appena emessa, in quanto, sicuramente detta decisione è supportata da documenti fondanti e da elementi giustificanti (o quantomeno me lo auguro per il sistema giustizia); probabilmente la sospensione può essere ridotta, giocando sul grado di colpa di Iannone…  e se la sospensione venisse ridotta entro i 12 mesi, sicuramente andrebbero a ridursi le problematiche stesse che potrebbero nascere tra Andrea ed Aprilia in primis”.

“Confido comunque che a breve possa essere pubblicata la sentenza, in quanto da regolamento si parla di pubblicazione obbligatoria automatica di ogni decisione presa.. in tal caso potremo riaggiornarci e potremo analizzarne insieme il contenuto”.


Grazie a Federica Costa per la disponibilità!

Immagine di copertina: Twitter/Aprilia


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