Il pluricampione del CIV ci ha concesso un’intervista subito dopo il primo round del campionato italiano a Misano. Otto domande all’otto volte campione Pirro.
Tra i nostri piloti italiani non mancano i giovani talenti pronti a sbocciare e a far parlare di sé nelle massime categorie a due ruote, sia per quanto riguarda il mondo dei Gran Premi, sia per quanto concerne le derivate di serie. Non bisogna però affatto dimenticare chi ha diversi anni di carriera alle spalle e che ha esperienza da vendere in tema motociclismo.
Il CIV (Campionato Italiano Velocità) è il posto giusto per permettere alle nuove leve di maturare in vista di un salto verso le serie mondiali, ma la concorrenza di chi si è già ampiamente affermato sulle piste dello Stivale non può essere sottovalutata. Non c’è nessuno più adatto a rappresentare al meglio la vecchia guardia di Michele Pirro, tester Ducati e pilota di Barni Spark Racing nella categoria Superbike.
Il “Poliziotto”, soprannome datogli in quanto membro delle Fiamme Oro, ha vissuto e sta ancora vivendo una carriera completa, durante la quale ha potuto correre in 125cc, Moto2, CRT, MotoGP, SBK e SSP. Il suo palmares mondiale conta un successo nell’attuale classe di mezzo del Motomondiale a Valencia nel 2011, ovvero l’indimenticabile vittoria ottenuta con Gresini Racing a pochi giorni dalla scomparsa di Marco Simoncelli, nonché un successo a Imola nel 2010 in Supersport in sella alla Honda CBR.
In questo weekend il #51 ha disputato il primo round del CIV 2022 e, in seguito al weekend di Misano (concluso con una caduta ed una vittoria), si è reso disponibile a rispondere ad otto nostre domande, pari al numero di titoli italiani conquistati tra il 2007 ed il 2021.
Tu sei il volto di spicco del CIV SBK. Qual è, secondo te, il livello del campionato in confronto ad altri periodi storici?
“Quest’anno il CIV ha un cast di piloti di prima fascia: Delbianco, Krummenacher, Canepa, Cavalieri, Pasini; è forse l’edizione col più alto livello di sempre. Ogni anno fa storia a sé, quindi sono contento che sono presenti dei piloti titolati. Noi cerchiamo di fare sempre il massimo e dobbiamo comunque cercare di ottenere sempre il massimo, ma gli avversari non mancano e, soprattutto, anche le altre Case motociclistiche hanno dei buoni piloti e sono tutte ben equipaggiate”.
Quest’anno Barni ha rinnovato completamente la propria line-up anche nel mondiale. Cosa ne pensi di Luca Bernardi e Oli Bayliss?
“E’ chiaro come Marco (Barnabò, il team principal di Barni Racing, ndr) e Barni abbiano deciso di puntare sui giovani, l’unico anziano rimasto sono io. E’ giusto così, dopo qualche anno difficile era necessario avere una svolta e provare delle alternative importanti. Sono contento dell’arrivo di Oliver e Bernardi è un ragazzo secondo me molto promettente. Bisognerà dargli tempo perché non ha esperienza, però credo che ci si potrà togliere delle soddisfazioni, ma soprattutto non bisognerà avere fretta, bensì si dovrà farli crescere perché sono giovanissimi e la carta d’identità è a loro favore”.
Qual è stato, finora, il tuo più grande rivale?
“Diciamo che ho corso a tutti i livelli, quindi è difficile individuarne uno specifico. Nel campionato italiano ho avuto vari avversari e nei vari mondiali ne ho altri ancora, perciò non ho un avversario con cui posso dire di aver avuto tanti anni di bagarre”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal 2022 di Michele Pirro?
“In merito alla prima gara non mi aspettavo di concluderla così, ma mi aspetto di essere sempre competitivo come lo sono stato negli ultimi anni e l’obiettivo rimane vincere anche quest’anno il campionato italiano, nonché far bene nelle gare MotoGP nelle quali parteciperò”.
Che effetto fa vedere Troy Bayliss da vicino in qualità di uomo Ducati?
“Bayliss è la storia della Ducati, sono contento che Troy sia tornato in Europa per seguire suo figlio. Suo figlio corre col team Barni, è come una grande famiglia nella quale cerchiamo tutti di aiutarlo e di dargli una mano”.
Hai già pensato a quando smetterai di correre? Oppure ancora non ci pensi?
“In realtà non è una cosa a cui penso in questo momento. Io ho sempre detto che fin quando sarò competitivo a questo livello non ha senso smettere perché sarebbero solo dei rimpianti. Il giorno in cui mi renderò conto che non sarò più competitivo o perderò quella “fame”, allora potrò anche pensare di smettere. Adesso non è ancora arrivato il momento”.
Qual è stato il momento più bello della tua carriera?
“Sicuramente le vittorie, come quella in Moto2 a Valencia, alcune ottenute col team Barni come quella al photofinish lo scorso anno a Vallelunga (contro Delbianco in Gara 2, ndr), la gara del Mugello nella quale sono caduto e poi ho vinto. Ho sicuramente dei bei ricordi e sono contento di questo, quando smetterò vedremo il da farsi”.
Il tuo futuro rimarrà a doppio filo con Ducati, o ci potremmo aspettare qualche sorpresa prossimamente?
“No, mi sento parte del progetto Ducati. Abbiamo costruito un grande percorso assieme ed in questo momento non mi vedo al di fuori della famiglia Ducati. Però mai dire mai, anche se in questo momento sento che possiamo e posso ancora fare tanto”.
Concludiamo ringraziando sentitamente Michele Pirro, il team Barni e l’addetto stampa Massimiliano Cocchi, che hanno reso possibile questa Q&A.
Fonti immagini: barniracing.it, mediahouse.ducati.com
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.