E’ da oramai tre anni che attendiamo questo confronto. Forse nel 2022 saremo accontentati.
Il numero di temi di richiamo all’alba della stagione 2022 del Motomondiale e della MotoGP sono incalcolabili. Se già erano parecchi dopo la fine del 2021, durante i test in Malesia e in Indonesia se ne sono aggiunti altri, volti ad aumentare l’interesse per un campionato che, pur dopo l’addio della leggenda Valentino Rossi, promette scintille sin dal primo round in Qatar, datato 6 marzo.
Su tutti, però, ciò che m’intriga maggiormente alla vigilia di questo mondiale è il confronto che, di fatto, attendiamo oramai da tre anni e di cui abbiamo solo saggiato le reali potenzialità. Quello tra il campione del mondo di oggi ed il dominatore incontrastato di ieri, tra colui che si deve riconfermare ed il pilota intenzionato a tornare in vetta dopo due anni di tribolazioni.
Da quando Fabio Quartararo è diventato il poleman più giovane della storia in MotoGP a Jerez 2019, soffiando questo record a Marc Márquez, si era intuito come i due potessero un giorno scontrarsi per un’intera stagione. I loro duelli di quello stesso anno, a Misano e a Buriram ed entrambi vinti dallo spagnolo, sono stati solo l’antipasto di una rivalità che, come pensavamo quasi tutti, sarebbe scoppiata al più presto.
Ciò che nessuno avrebbe pensato è la sequenza di eventi susseguitasi da allora. Una pandemia che ha sconvolto il mondo ed intaccato la stessa MotoGP, un 2020 in panchina per Marc Márquez per la frattura al braccio destro e successivamente anche un 2021 non al 100%, tra gioie, grosse delusioni ed un altro grave infortunio. Nello stesso lasso di tempo Quartararo ha prima fallito la corsa iridata del 2020 in maniera quasi sconcertante per poi rifarsi alla grande nell’ultimo campionato, diventando il primo campione del mondo francese della classe regina.
A due settimane dall’inizio del mondiale, tutto stavolta sembra pronto alla sfida tra questi due fenomeni. Il primo conclamato, pluricampione, alla ricerca degli ultimi record da battere e spuntare dalla sua immaginaria lista di primati da raggiungere; il secondo pronto ad affermarsi alla massa come tale, e quale maniera migliore se non battere in uno scontro a pari forma e condizioni il pilota considerato da tutti come il più forte al mondo?
Con “pari condizioni” s’intende un livellamento sulle condizioni fisiche, ma non necessariamente quelle tecniche. Si arriva da due test in cui Honda l’ha fatta da padrona e nei quali i piloti, non solo Márquez, si sono detti contenti del nuovo mezzo, pur stravolto da una serie di cambiamenti necessari per riportare la RC213V in vetta.
Yamaha, dal canto suo, non ha convinto e le critiche più pesanti sono arrivate proprio da “El Diablo”, che ha premuto il più possibile su quelle che dovevano essere le modifiche più importanti e che invece si è ritrovato tra le mani una M1 2022 con ritocchi, aggiustamenti, rifiniture… ma con ancora i punti deboli classici della moto di Iwata. Anche qui si può notare il dualismo tra le due Case nipponiche, quel confronto Honda-Yamaha eterno e mai sopito sin dai tempi della 500cc ed anche in altre categorie, per cercare di essere il marchio giapponese di riferimento.
Coi rispettivi portabandiera, Honda e Yamaha si avviano verso la stagione 2022 pur consce della possibilità che altre protagoniste potrebbe interferire nel confronto (Ducati su tutte). Tuttavia, come ho detto all’inizio, è la sfida tra i due piloti ad attirare l’attenzione (mia) più di tutto il resto. Una sfida per cui pare proprio il campione a partire in svantaggio tecnico, anche se Losail è solitamente una pista amica delle M1.
Quartararo ha pure un altro peso sulle proprie spalle, quasi una responsabilità addossatagli forzatamente da altri: quella di dimostrare che il futuro della MotoGP non è rappresentato dal solo Márquez. Che sia un discorso legato a doppio filo all’antipatia di alcuni tifosi verso il #93 o semplicemente la paura che l’ultima generazione di talenti sia in realtà priva di volti definibili “fenomeni”, Fabio è visto come il riferimento per eccellenza tra i protagonisti che hanno debuttato nel Motomondiale nello scorso decennio, più dei vari Joan Mir, Francesco Bagnaia o Jorge Martín. In poche parole, Quartararo deve puntare a battere lo spagnolo per provare come il #93 sia vulnerabile anche sulla lunga distanza, e senza incidenti di percorso, intoppi o infortuni di sorta. Fabio, comunque, lo vorrà fare solo per sé stesso.
Ci aspetta una stagione lunga, la più lunga di sempre col primo GP ad inizio marzo e ben ventuno tappe previste, con piste nuove da visitare, ritorni in calendario e luoghi iconici immancabili in un calendario del Motomondiale. E’ in queste tante (per alcuni pure troppe) gare che Fabio e Marc dovranno sfidarsi; dovranno finalmente risolvere il dilemma del chi sia più forte tra loro due.
Un quesito per cui io, e non solo io, attendo una risposta, ma che riceverò, con tutta probabilità, solo a novembre col Gran Premio di Valencia. Ma penso che varrà la pena aspettare, mentre ci si godrà questa battaglia.
Fonte immagine: motogp.com
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