MotoGP, Quartararo: una piazza d’onore che va oltre la perfezione

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
22 Agosto 2022 - 21:42

Fare secondo al Red Bull Ring con la Yamaha è stato un miracolo, e non è il primo che Quartararo compie quest’anno.


“Il secondo è il primo degli sconfitti”. È un detto comune, un caposaldo dello sport e della vita, il fatto che non giungere primi ma quasi non debba essere una consolazione ma un motivo per spronarsi maggiormente, per quanto possa essere ampio il gap da chi ci ha preceduto. Eppure, dopo il GP d’Austria, i 20 punti guadagnati da Fabio Quartararo al Red Bull Ring e la prestazione di cui è stato autore devono essere motivo di vanto per lui e di ammirazione per i suoi tifosi, per gli appassionati e per chi guarda il Motomondiale in generale. 

Come può il secondo classificato andare ad oscurare il vincitore, quel Francesco Bagnaia che da tre gare non ha sbagliato un colpo ed è stato sempre perfetto, dimostrando che (forse) ha recepito la dura lezione imparata al Sachsenring? La risposta è tanto semplice quanto sbalorditiva: è perché quel secondo classificato, Quartararo appunto, è andato oltre alle aspettative, oltre a ciò che il mezzo gli dovrebbe permettere e, in certi casi, anche oltre ciò che è logico pensare. Se Bagnaia ha fatto la gara perfetta, Quartararo è andato oltre alla perfezione.

Per tutto il weekend austriaco Quartararo non ha fatto mistero di essere preoccupato della competitività dei suoi avversari meglio equipaggiati. “Oramai mi sogno le moto italiane anche di notte”, è così che il campione del mondo aveva commentato l’esito delle qualifiche, nelle quali il quinto posto ottenuto era già sembrato un risultato di tutto rispetto, vista la conformazione della pista di Spielberg altamente penalizzante per la sua Yamaha povera di cavalli. 

Giusto per dare un dato preciso, la moto più veloce al rilevamento è stata la Ducati di Johann Zarco con 315,7 km/h, mentre quelle di Jack Miller e Jorge Martín, con cui Fabio ha lottato per gran parte della gara, hanno raggiunto i 313 km/h, contro i 309 toccati dalla Yamaha #20. Quattro chilometri all’ora potrebbero non sembrare molti, ma consideriamo anche che l’ex-A1 Ring ha ben tre rettilinei lunghi ed uno più corto verso la prima esse e questa differenza, su ventotto giri, può farsi sentire parecchio. 

Eppure, nonostante il margine in velocità di punta, i due ducatisti non hanno saputo contenere l’attacco furioso di Quartararo. La ciliegina sulla torta è stata il fantastico sorpasso su Jack alla chicane 2a-2b, raccontato poi anche ai microfoni di Sky come una manovra non prevista ma improvvisata, per prendere alla sprovvista l’australiano. 

Un sorpasso che, oltre a porre a zero tutti i discorsi sulla mancanza di sorpassi che dovrebbe attanagliare la MotoGP (a sentire certi pareri sembra quasi che la gente stia vedendo un altro sport), rifila anche una stoccata in punta di fioretto a Dorna e FIM in seguito alle grosse novità che sono state annunciate in questo fine settimana in ottica 2023, col debutto della Sprint Race. 

Sentire il presidente della Federazione Jorge Viegas dire, e cito testualmente, il momento più entusiasmante della gara è la partenzami ha semplicemente scioccato (per non dire altro), in quanto anche sintomo di una figura di primaria importanza che forse nemmeno guarda il massimo campionato delle due ruote. Ma la migliore risposta l’ha fornita proprio il leader del mondiale con quella sua manovra, compiuta dopo una gara spinta al 100% (come dichiarato da lui stesso) e facendo capire quanto può essere esaltante questo sport anche dopo trenta secondi dallo spegnimento dei semafori. 

Chiaramente a Fabio non interessa accendere giochi politici, ma dare una lezione ai suoi competitor in pista, cosa che gli sta riuscendo anche quando non vince. Già al Mugello il secondo posto conquistato in scia al solito Bagnaia era stato da applausi, ma il tracciato toscano in passato aveva favorito anche le M1 (nel 2021 proprio Quartararo ci vinse), mentre il Red Bull Ring è sempre stato feudo Ducati. 

Chi è in buona fede nel guardare la MotoGP attuale, sa che Quartararo è il migliore in pista, come intelligenza, velocità, talento e anche fame. Quello che gli si avvicina di più tra i presenti è Francesco Bagnaia (sicuramente come velocità), ma la disparità di mezzo è evidente e pensare che Fabio abbia 44 punti di vantaggio su Pecco con una moto inferiore fa accapponare la pelle, anche se la storia di questo campionato la conosciamo bene. Di certo un confronto ad armi pari sarebbe interessante.

Tuttavia, vorrei sbilanciarmi anche di più: per quanto mi riguarda, è da un anno che Quartararo è il migliore in pista, comprendendo anche Marc Márquez in quest’affermazione. Non parlo del Marc acciaccato ed impossibilitato a correre fino a data da destinarsi, ma del “Cabroncito” in piena forma, che ha fatto il bello e cattivo tempo prima che la dea bendata gli voltasse le spalle con quella dinamica assurda a Jerez 1 2020. 

Sono fermamente convinto che il Quartararo attuale non solo se la giocherebbe, ma riuscirebbe a battere il #93 in piene forze in una sfida iridata. È una convinzione che ho maturato pensando sia ai loro primi duelli del 2019, nei quali un Quartararo al debutto non mostrava timori reverenziali nei confronti dell’hondista, e dopo tre anni di maturazione. A oggi una loro sfida non sarebbe affatto scontata, al contrario di quello che certi criticoni dell’ultima generazione di talenti pensano. 

Come meriti, non vi sono dubbi su chi dovrebbe vincere questo mondiale, ma il campionato è ancora lungo e Quartararo dovrà fare ancora un bel po’ di straordinari contro Ducati e Aprilia. È nelle giornate difficili che i mondiali si vincono ed è ciò che Quartararo ha dimostrato al Red Bull Ring. È ciò che i fenomeni sanno fare.

Fonte immagine: yamahamotogp.com

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