MotoGP | Presentato il team Yamaha Monster Energy 2020

MotoGP
Tempo di lettura: 9 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
6 Febbraio 2020 - 16:54
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A Sepang quest’oggi le presentazioni non mancano. Dopo la Suzuki, tocca alla Yamaha mostrare le sue carte e presentare il nuovo modello della Yamaha M1 2020, che sarà guidata dai team Monster Energy e Petronas nel corso di questo 2020. Partendo da team ufficiale, alla presentazione della moto e del team Factory c’è stata tutta la squadra, dal duo di piloti composto da Valentino Rossi e Maverick Viñales, passando per il manager Lin Jarvis, fino a tutti i componenti del team tra meccanici e ingegneri. Non è mancato nemmeno il nuovo test rider Jorge Lorenzo, di cui tanto si è vociferato ultimamente.

Il focus, come spesso accade, è sulla moto da presentare: sulla nuova M1 si nota immediatamente il cambio di rotta intrapreso sulla scelta della presa d’aria frontale, più stretta e da una forma nettamente diversa rispetto al recente passato delle moto di Iwata. Le livree son rimaste inalterate, con il brand di bevande che rimane lo sponsor principale della squadra. Non è stato facile riscontrare altre differenze dagli altri modelli, ma queste probabilmente le vedremo in pista da domani.

Lin Jarvis è stato tra i primi a parlare nella seconda parte della presentazione: “Oggi introduciamo ufficialmente la line-up del team Yamaha Monster Energy MotoGP 2020. Monster Energy è stato un partner del team dal 2013 ed è stato appena dodici mesi fa che hanno fatto un passo in avanti diventando lo sponsor principale del team Factory. Abbiamo apprezzato fino in fondo il lavoro insieme a stretto contatto per tutto il nostro primo anno e ora siamo pronti a espandere ulteriormente la nostra collaborazione e ottenere successi sportivi ancor più grandi in questa seconda stagione. Il design della moto e del team 2019 apparivano molto bene sia per Monster Energy che per i fan di Yamaha in tutto il mondo, quindi abbiamo deciso di mantenere questa forte immagine invariata per il 2020. Tuttavia, quella è l’unica cosa rimasta inalterata. Se si grattasse sotto la superficie si troverebbero molti cambiamenti che Yamaha e il team hanno effettuato per migliorare la moto, le performance dei nostri piloti e l’efficienza globale nel lavoro del nostro team. Siamo entusiasti di iniziare questa nuova stagione e pensiamo di poter ottenere grandi cose quest’anno”.

Ha detto la sua anche Maio Meregalli, direttore del team: “Dopo la pausa invernale è bello avere l’intero team riunito insieme per la prima volta dopo mesi. E’ la stessa sensazione di quando si ha il primo giorno di scuola. Siamo pronti a iniziare i test pre-2020, i quali sono sempre un momento cruciale e impegnativo per il team. Gli ingegneri giapponesi di Yamaha hanno dedicato molto tempo e sforzi a sviluppare la M1, e ora i nostri piloti e ingegneri potranno introdurre nuovi elementi ai test per la prima volta. Ai test di Valencia e Jerez a fine stagione abbiamo già la sensazione su quale direzione stiamo seguendo. Durante i prossimi test punteremo a confermale i nostri risultati e ricerche precedenti per ulteriori aree di miglioramento, così possiamo iniziare la stagione 2020 a marzo nella miglior forma possibile”.

Rossi, tra i due piloti, è stato il primo a parlare e molte delle domande a cui ha risposto erano in riferimento al suo futuro: “Per alcune ragioni i mesi invernali sembrano sempre molto più lunghi dei mesi estivi durante la stagione MotoGP, quelli sembra quasi che volino via. Ad ogni modo, sono felice di essere di nuovo in pista e di iniziare a guidare ancora. Sono stato in grado di rilassarmi durante lo stop e anche di divertirmi in alcuni eventi motociclistici, ma ora è tempo di fare sul serio per il 2020. Sono davvero curioso di vedere quali step possiamo fare durante i test di Sepang. Di certo, Yamaha ha preparato alcune nuove cose da provare per noi, e comunque i primi giri dell’anno su una MotoGP dopo la pausa invernale sono sempre una sensazione unica, è sempre qualcosa che apprezzo veramente. Di certo abbiamo lavoro di fronte a noi, ma il team e io siamo pronti. Da una parte è stato difficile prendere la decisione di smettere con il team ufficiale nel 2021, ma dall’altra parte non lo è stata, dato che non voglio continuare se non sono competitivo. Per provare a restare al top, in qualunque sport, soprattutto quando non sei più molto giovane, hai bisogno di un grande sforzo, devi lavorare al massimo ogni giorno nella MotoGP moderna. Questo è quello che puoi fare se hai ancora motivazioni e gioia di correre: il risultato è l’aspetto più importante. Ho chiesto supporto alla Yamaha, hanno risposto positivamente se dovessi decidere di continuare dopo il Mondiale 2020. Il mio primo obiettivo è continuare a correre nel 2021. Abbiamo un team fantastico che è la Yamaha Petronas, hanno dimostrato di essere a un livello davvero alto, sono molto competitivi. Quindi, in caso di passaggio alla Petronas, non cambierebbe molto per me. In caso di un eventuale passaggio alla Petronas, non sarà per forza per due stagioni come 2021 e 2022. Deciderò anno per anno, credo sia la cosa migliore e anche la Yamaha è d’accordo”.

Il pesarese ha continuato soffermandosi sul suo sostituto per il 2021: “Non so se porterò alla Yamaha Petronas tutto il mio team di collaboratori nel 2021. Non ne abbiamo ancora parlato, dipenderà molto anche dalla decisione di Quartararo riguardo il suo team, se deciderà di portare nel team ufficiale qualche componente, ma non ne abbiamo ancora parlato. La cosa importante è che la Yamaha sia contenta di continuare a lavorare insieme, che abbia ancora fiducia in me. Inoltre, sarà importante per me sapere di avere eventualmente una moto ufficiale e il massimo del supporto anche nel 2021. Su Quartararo, la Yamaha ha fatto la scelta giusta, Fabio è stato impressionante nell’ultima stagione. Tutti nel paddock a inizio stagione si aspettavano che Quartararo fosse un pilota molto competitivo, ma non a questi livelli, è stata una sorpresa per tutti. E’ giovanissimo ed è molto forte, quindi penso che puntare su di lui sia una decisione corretta da parte della Yamaha. Quartararo non ha ancora vinto un Mondiale o una gara in MotoGP, è’ vero, ma è arrivato tante volte secondo dietro a Marquez, che è un pilota di un altro livello. Fabio ha sfiorato diverse volte la prima vittoria, per un rookie non è semplice. La scelta della Yamaha è stata logica. I risultati fanno la differenza. I risultati di Vinales, i risultati di Quartararo, che l’anno scorso ha fatto la differenza. La Yamaha da dovuto prendere una decisione, ma non mi ha mancato di rispetto, soprattutto perché poi mi hanno promesso di supportarmi al massimo con la terza moto ufficiale. Naturalmente se mi avessero detto: ‘Corre Quartararo, sei a piedi’ allora mi sarebbe dispiaciuto, però così sono padrone del mio futuro e del mio destino, se sarò veloce e deciderò di continuare, una possibilità di guidare la M1 ufficiale c’è”.
Per concludere, Rossi ha dichiarato che al momento non vi è la possibilità economica di far passare il team Sky VR46 con Yamaha e tantomeno il passaggio della struttura alla MotoGP.

Mentre l’italiano ha parlato a lungo del suo futuro più che del presente, Viñales si è concentrato sui suoi obiettivi attuali: “Al termine della stagione precedente eravamo in una forma discreta, quindi sono davvero emozionato a ricominciare a lavorare sul nostro obiettivo per ottenere il titolo e più vittorie possibili. Di certo non vedo l’ora di guidare la mia M1 ancora una volta. L’ultima volta che l’ho guidata qui in Malesia era durante la stagione 2019 e abbiamo vinto. E’ un ricordo molto positivo e vuol dire anche che abbiamo un buon punto di partenza in termini di set-up, così dovremmo essere in grado di metterci subito al lavoro domani nel primo giorno di test a Sepang. Ho usato i mesi invernali molto bene. Ho fatto molto allenamento fisico e di guida per essere sicuro che il mio corpo e la mia mente siano al top della forma. Abbiamo bisogno di lavoro duro ed essere focalizzati sul nostro obiettivo sin dall’inizio, quindi è esattamente ciò che faremo”.

Anche Jorge Lorenzo, intervistato a posteriori, ha detto la sua sul suo nuovo ruolo nella sua “vecchia casa”: Sono contento di essere tornato a casa, la mia vera casa, la mia casa professionale. Mi trovavo molto a mio agio con questa moto, con cui sono riuscito a diventare campione del mondo. Sono contento di poter aiutare la Yamaha nel tornare a vincere titoli. Alberto Puig è stato molto corretto con me, mi ha sempre dato il massimo supporto nell’anno che ho passato in Honda. Lo ringrazio perché non si è avvalso di nessuna clausola per impedirmi di correre con un’altra moto quest’anno. Avrebbe potuto farlo, ma non l’ha fatto, permettendomi di diventare collaudatore Yamaha. Mi chiedete se sto riconsiderando l’idea del ritiro, la mia prima idea quando mi sono ritirato era di ritirarmi completamente. Ho speso 19 anni della mia vita provando con tutto me stesso a vincere, per competere, per riuscire nella mia missione. Credo di essere arrivato a una tappa diversa della mia vita, anche se devo ammettere che mi sono divertito tanto in sella alla Yamaha nello shakedown di Sepang. Ho sentito di nuovo quella felicità che non provavo da tanto tempo. Se a Valencia ho detto che al 99% non sarei più tornato a gareggiare, adesso direi che la percentuale si è abbassata al 98%”. Una frase finale che farà parlare molto quest’inverno sul suo futuro in MotoGP, se sarà da dietro le quinte o addirittura da protagonista nuovamente.

Solo il tempo ci dirà se la Yamaha potrà tornare in cima al mondo delle corse a due ruote. Intanto, domani ci saranno i test, dove Yamaha e tutti gli altri team lavoreranno duramente sulla pista Sepang per puntare al meglio già dal primo round, in Qatar.

Fonte immagini: Yamaha / Facebook

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