MotoGP | Marc Márquez, il via libera per allenarsi e l’ultimatum a Honda: “Voglio un progetto vincente”

MotoGP
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
25 Agosto 2022 - 17:23
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A Márquez è stato dato il via libera per allenarsi in moto. Pur da assente, il “Cabroncito” fa sentire la sua voce ai vertici Honda. “Do loro due anni”.


Dopo settimane, se non mesi, di vacche magre per il team Honda Repsol e per l’intera divisione HRC MotoGP, sono finalmente giunte notizie rassicuranti sul fronte Marc Márquez.

Il fenomeno di Cervera si è prestato ad un controllo al braccio destro dopo la quarta operazione e l’equipe medica al suo seguito, formata da Joaquin Sanchez Sotelo, Samuel Antuña e Angel Cotorro dell’ospedale Ruber Internacional Hospital di Madrid, gli ha dato il via libera per ricominciare ad allenarsi, anche a livello pratico in moto.

“Oggi ho avuto l’opportunità di valutare Marc Márquez in relazione all’intervento chirurgico recentemente eseguito alla Mayo Clinic”, ha affermato il dottor Sotelo. “Fortunatamente ha riacquistato un grande arco di movimento e ha recuperato bene anche dal punto di vista muscolare. Oggi è stato sottoposto a radiografie e a una TAC che mostrano una completa unione ossea”.

I presagi per un ritorno in pista prima della fine del 2022, come Márquez stesso sperava di poter fare come dichiarato da lui stesso in Austria, sono buoni e lo stesso Alberto Puig, team manager della squadra Honda Repsol, pare lo voglia già in pista in vista dei test a Misano Adriatico, i quali si svolgeranno due giorni dopo il Gran Premio di San Marino del 4 settembre.

Con le difficoltà fisiche in via di risoluzione, le preoccupazioni di Márquez si sono spostate sul piano tecnico della Casa dell’Ala Dorata. In un’intervista alla divisione spagnola di DAZN, l’otto volte iridato ha svelato diversi suoi timori e non ha nemmeno risparmiato critiche al marchio con cui è sotto contratto.

Queste le parole del #93: “La gente e mio nonno mi hanno detto di non proseguire oltre, mi hanno detto di mollare adesso, che avrei dovuto vivere e ciò che è fatto è fatto, di lasciar perdere. Ho promesso a mio nonno questo: ‘ti prometto che è l’ultima chance che do al mio braccio'”.

“Isolarti non ti isola per davvero, tutto giunge alle tue orecchie, ma ho letto messaggi come ‘ritirati immediatamente’. E io rispondo così, ‘Mi ritirerò se mi sarò rotto le palle’, capito? Saprò da me se ritirarmi o meno…”

“Ho pensato riguardo al lavorare con uno psicologo, ma il meglio per me è l’ambiente. Ho calma e fiducia per raccontare le cose. E’ il mio piccolo mondo, il mio bunker, il mio luogo sicuro”.

Il tema Honda è affiorato poco dopo queste confessioni: “E’ difficile convincere i piloti a venire in Honda adesso. Ora sono entrato in uno stato in cui non voglio sapere chi sia il mio compagno di squadra. Il mio obiettivo, quando arriverà, sarà di batterlo. Non m’interessa se è un rookie o un campione del mondo. Voglio che sia dal suo lato del box che nel mio, le due moto siano lì per vincere come successo nel 2013, quando sono arrivato”.

“Honda non è perduta, ma è in un periodo nel quale sarebbe davvero facile andare nel panico, e quando si va nel panico in maniera disastrosa, si prendono decisioni rapide e d’impulso di cui poi ci si potrebbe pentire. La cosa positiva è che non vi è nessuno nel progetto, in un team alla cieca tutti sono realisti e vedono il problema. Non penso che cambiare i piloti vada a risolvere il problema”.

“Dipende da Honda, ho sempre detto che Honda è la Honda, il marchio dei miei sogni. Mi hanno rispettato molto e sono estremamente grato per tutto ciò che hanno fatto per me, ma per tutto il periodo in cui correrò e crederò di essere ad alti livelli, voglio un progetto vincente. Quando ci sono questi dubbi, non essere all’altezza del metro di paragone può scoraggiare, ma non ho di questi problemi al momento. Mi considero giovane e vedo Aleix (Espargaró, n.d.r.) che è cresciuto, è stato per merito suo o di Aprilia? Questi sono i pezzi del nostro puzzle. Quando qualcuno arriverà in Honda capace di essere molto più veloce di me, sarà per colpa mia o della moto?”

L’ultimatum definitivo è arrivato con quest’ultima frase pronunciata: “Come tempistiche, do loro i due anni di contratto che mi restano”.

Fonte immagine: hondaracingcorporation.com

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