MotoGP | Le verifiche per l’omologazione dei motori continueranno regolarmente

MotoGP
Tempo di lettura: 3 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
24 Marzo 2020 - 19:12
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Nonostante l’avvio del mondiale di MotoGP tardi ad arrivare a causa dell’epidemia di Coronavirus e delle varie misure cautelari prese dai vari Stati nel mondo, la Federazione Internazionale di Motociclismo ha pensato bene di proseguire il lavoro di verifica sugli esemplari dei motori che i marchi più importanti della serie, ovvero Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki, dovranno presentare per l’omologazione, in quanto la componentistica del propulsore viene “congelata” a inizio anno.

La regola dei motori congelati a inizio anno (regola che per KTM e Aprilia non vale, in quanto non hanno ottenuto risultati sufficienti nel 2019 per subire queste limitazioni) si sarebbe dovuta applicare regolarmente prima del weekend del Gran Premio del Qatar, coi team che avrebbero dovuto consegnare i progetti delle proprie specifiche nel giovedì antecedente al fine settimana, insieme anche al disegno di una delle due carene che è possibile omologare. Come ben sappiamo, il GP qatariano è stato cancellato per la classe regina e questo comporta una serie di dubbi regolamentari in merito all’invio di tali dati e liste di componenti.

Tramite un comunicato sul sito ufficiale, la FIM ha dichiarato che, nonostante l’assenza forzata della MotoGP nel primo round, il Gran Premio del Qatar rimane comunque il punto di inizio del campionato e il momento in cui tutti i marchi avrebbero dovuto rispettare il regolamento. La decisione della Federazione è stata quella d’invitare le Case a un invio telematico dei progetti e delle liste di componenti, nel più breve tempo possibile. Ciò è stato svolto in due modi:

Indipendentemente dalla scelta, ogni team ha dovuto inviare tutte le specifiche che verranno utilizzate dai propri piloti. E’ il caso, per esempio, dei team clienti quali LCR, che correranno con un pilota in sella alla moto dell’anno in corso (Cal Crutchlow nel caso del team italiano) e con un altro con a disposizione solo il modello e il motore 2019 (Takaaki Nakagami).

L’unico marchio che aveva già provveduto all’invio dei progetti è la Honda, mentre Ducati, Suzuki e Yamaha, per via del blocco improvviso del Qatar, hanno dovuto farlo in tempi brevi, in modo che le moto presenti nei box del Qatar rispettassero gli standard regolamentari e di omologazione dei progetti. Nessun marchio pare invece aver ancora inviato i disegni del primo aero-package omologato da usare sulla propria moto.

Nell’ultima parte del comunicato, la FIM ha voluto chiarire come lo sviluppo di tutti i componenti non soggetti a omologazione e standardizzazione preventiva potrà continuare come da prassi, non vincolando le Case a una pausa forzata. La Federazione con sede a Mies ha spiegato come questa scelta sia da ricondurre alle difficoltà che si possono trovare nello stabilire i limiti di questo stop forzato, ma soprattutto l’impossibilità di avere un controllo preciso in un periodo come questo. Possiamo anche vederci dell’ottimismo in questa decisione, nella speranza che il campionato riprenda al più presto possibile; speranza ovviamente condivisa da tutti gli appassionati.

Fonte immagine: motogp.com

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