Nel 2014 Marc Marquez vinse le prime 10 gare della stagione, ipotecando così la conquista del suo secondo titolo in carriera in MotoGP.
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Anche in Italia per Márquez non ci sarà vita facile. Sul circuito del Mugello il Campione in carica se la deve vedere con un redivivo Jorge Lorenzo, reduce da due gare sottotono in un inizio di stagione per lui molto difficile. I due spagnoli passano al comando dopo pochi giri con Lorenzo capace di tenere a bada il pilota della Honda, che a differenza di quanto accaduto nelle gare precedenti segue il suo avversario per metà gara, studiandolo al meglio per poi passare all’attacco.
Attacco che arriva al 17° giro sul rettilineo principale che porta alla San Donato, sfruttando anche l’uscita sull’erba di Lorenzo una volta tagliato il traguardo. Jorge non ci sta e al giro seguente risponde, sempre allo stesso punto, passando all’interno e riportandosi così in testa. Ne nasce uno spettacolare duello, con molti sorpassi e qualche rischio per entrambi che più volte sfiorano il contatto.
All’ultimo giro Márquez affonda il colpo decisivo e si porta al comando, riuscendo poi ad involarsi verso la bandiera a scacchi vincendo in volata su Lorenzo, per la sesta vittoria stagionale consecutiva.
Il ritorno della MotoGP in Spagna per il GP di Catalunya, a Barcellona, vede una qualifica molto tirata con Pedrosa ad aggiudicarsi la pole position davanti a Lorenzo e Márquez, che completa la prima fila in terza posizione dopo una caduta sul finale delle prove ufficiali.
Anche la gara non è da meno. Lorenzo prende subito la testa della corsa superando Pedrosa all’esterno della prima curva, mentre Márquez ha un avvio non entusiasmante che gli fa perdere una posizione, con Rossi che lo scavalca dopo un buono spunto dalla quinta casella sulla griglia di partenza e nelle curve successive riesce a superare anche Pedrosa per la seconda posizione alle spalle del suo compagno di squadra in Yamaha.
Márquez supera Pedrosa all’inizio del secondo giro e si lancia all’inseguimento delle due Yamaha, con Lorenzo che non riesce a scappare in testa alla gara e al quarto giro viene sopravanzato sia da Rossi che dallo stesso #93, passando così dal primo al terzo posto, mentre alle loro spalle Bradl si aggancia al quartetto di testa. Al sesto giro Lorenzo e Márquez si danno bagarre per alcune curve, con il pilota della Honda che riesce a rimanere davanti a Lorenzo, che al termine del giro perde la posizione anche da Pedrosa, passando in quarta posizione e iniziando progressivamente a perdere metri dal resto del gruppo di testa.
Márquez deve vedersela con l’incessante pressione di Pedrosa alle sue spalle, inducendolo ad un errore all’ottavo giro che consente a Dani di passarlo per la seconda posizione, con Marc che però risponde subito alla curva 10, tornando davanti al suo compagno di squadra con una staccata al limite ma efficace che gli consente di rimanere in seconda posizione.
I due piloti della Honda continuano a seguire Rossi, che rimane al comando ma non riesce a scappare via e che con il passare dei giri inizia a preoccuparsi della presenza sempre più incessante di Márquez alle sue spalle, che a 12 giri dal termine prova già un attacco ai danni della Yamaha alla prima curva, ma finisce lungo e rientra in pista addirittura alle spalle di Pedrosa, per poi ripassarlo alla curva 5 con un altro sorpasso deciso, utile però per ritornare in seconda posizione.
Márquez però ci mette poco a ritornare su Valentino, e a sette giri dal termine riesce ad attaccarlo all’interno della prima curva, terminando il sorpasso. Nel cambio di direzione delle curve 2-3, però, Márquez e Rossi vanno larghi e Pedrosa ne approfitta. C’è confusione in pista: Márquez ha alzato il braccio e lasciato sfilare Rossi per averlo superato in regime di bandiera gialla, Pedrosa lo ha passato e alza anche lui il braccio, convinto che Márquez si riferisse ad un ipotetico arrivo della pioggia, dato che il cielo si è incredibilmente annuvolato, Rossi approfitta del caos e torna al comando della gara in curva 4 davanti alle due Honda, con Lorenzo che ne approfitta per ricongiungersi al terzetto di testa, il tutto mentre ai box preparano le seconde moto con le gomme da bagnato per accogliere i propri piloti in caso di flag-to-flag.
Al giro successivo Márquez ci riprova su Valentino, cercando l’esterno alla prima curva per poi incrociare la traiettoria nel cambio di direzione, riportandosi così al comando con una grande manovra di astuzia. Rossi prova a rispondere nel giro successivo ma va largo in curva 4, permettendo così a Márquez di rimanere in testa, con il Dottore che perderà poi anche la seconda posizione a vantaggio di Pedrosa, autore di un bel sorpasso in curva 1.
Il #26 riesce a ricucire il divario dal suo compagno di squadra, che però non molla: all’ultimo giro Pedrosa attacca Márquez alla prima curva per la testa della corsa, ma finisce un po’ lungo e Marc ne approfitta subito per incrociare la traiettoria nella lunga curva 3 per riportarsi davanti. La stessa scena si ripete in curva 4, con il #93 che ne esce davanti. Pedrosa rimane incollato alla Honda di Márquez, così tanto da arrivare al contatto con la gomma posteriore della sua moto alla curva 11, essendo così costretto a rialzarsi e girare largo per evitare di cadere, perdendo anche la seconda posizione a vantaggio di Rossi. Alla bandiera a scacchi Marc Márquez vince il Gran Premio di Catalunya e conquista la settima vittoria consecutiva del suo 2014, continuando la propria magica striscia di successi e regalando alla Honda la loro 100° vittoria dall’introduzione del motore a 4 tempi avvenuta nel lontano 2002.
L’ottavo appuntamento della stagione va di scena ad in Olanda, ad Assen, dove Aleix Espargaro ottiene una sorprendente pole position in sella alla Forward Yamaha proprio davanti a Márquez e Pedrosa. Come spesso accade, in Olanda il tempo fa i capricci, con la pioggia che arriva proprio a ridosso della partenza e costringe tutti i piloti a passare alle gomme da bagnato, rimandando così il via della gara.
Márquez, caduto al mattino nel Warm Up, battaglia con Andrea Dovizioso a inizio gara, portandosi al comando ancor prima che finisse il primo giro davanti al pilota della Ducati, autore di una gran partenza dalla settima posizione sulla griglia di partenza.
Márquez sembra destinato ad un’altra vittoria senza difficoltà, ma il capriccioso meteo olandese è sempre in agguato a mischiare le carte. La leggera pioggia arrivata al via cessa dopo pochi giri, con i team pronti ad aspettare i propri piloti ai box con le seconde moto, pronte con le gomme d’asciutto, il tutto mentre Dovizioso rimane incollato alla Honda #93. La coppia di testa rientra ai box per il cambio moto al termine del quinto giro, seguiti a loro volta da Espargaro e Pedrosa, in bagarre tra loro prima di rientrare in pit lane, mentre Jorge Lorenzo è tra coloro che rimandano il cambio moto di un giro.
Nonostante si stia asciugando, la pista si presenta ancora insidiosa e scivolosa; Márquez se ne rende conto proprio al sesto giro, al suo rientro in pista dopo il cambio moto, andando lungo alla curva 9 finendo anche sulla ghiaia, evitando una possibile caduta causata dalla perdita del posteriore della sua Honda.
Questo errore permette così a Dovizioso di portarsi davanti al pilota spagnolo, chiamato così ad una rimonta per la leadership virtuale della gara, che diventa reale al termine del sesto giro quando Lorenzo e gli altri piloti rimasti in pista con lui rientrano ai box per salire sulle moto equipaggiate con gomme d’asciutto. Dovizioso passa così al comando della gara, con Márquez che insegue a quattro secondi di ritardo al settimo giro dopo essersi liberato di Hiroshi Aoyama, l’ultimo a rientrare ai box per il cambio moto in sella alla sua Honda CRT del team Aspar.
Dopo alcuni giri Márquez inizia a ricucire il distacco dalla Ducati in testa alla gara, il tutto mentre qualche goccia di pioggia torna a cadere sul TT Assen e i team costretti ai box a ripreparare le moto con nuove gomme da bagnato in caso di peggioramento della situazione. Nonostante il meteo rimane incerto la rincorsa di Márquez è incontenibile; il sorpasso è inevitabile e arriva a 11 giri dal termine, con il #93 che svernicia “Dovi” all’ingresso dell’ultima chicane tornando così in testa alla gara dove mancava da prima del cambio moto.
Da lì in poi Márquez vola via verso l’ottava vittoria consecutiva, che celebra sotto la bandiera a scacchi imitando una nuotata in sella alla sua moto, facendo capire come sia stato complicato destreggiarsi tra le variabili condizioni meteo. Il pilota Honda taglia il traguardo con oltre sei secondi di vantaggio su Andrea Dovizioso, autore di un’onorevolissima gara conclusa in seconda posizione, in una stagione molto complicata per lui e Ducati. Completa il podio Daniel Pedrosa, terzo al termine di una serrata bagarre con Aleix Espagaro durata tutta la gara, con l’allora alfiere della Forward Yamaha duro a morire e autore di una delle migliori gare della sua carriera, nonostante abbia dovuto rimandare l’appuntamento con il suo primo podio in carriera in MotoGP.
Anche in Germania, al Sachsenring, le condizioni del meteo sono molto variabili, con la pioggia che cade poco prima del via della gara che viene dichiarata bagnata, con gran parte dei piloti che opta così per partire con le gomme da bagnato.
La pioggia però dura poco e la pista inizia ad asciugarsi già durante il giro di ricognizione, convincendo così coloro che inizialmente avevano scelto di partire con le gomme da bagnato a rientrare ai box per il cambio moto, passando alle gomme d’asciutto per poi partire dai box. Si crea così una situazione insolita, con un gruppone di piloti raccolto all’uscita della pit lane pronto a prendere il via una volta che il semaforo diventi verde, in una situazione potenzialmente pericolosa creata dalla stretta uscita dei box. Tra coloro che hanno cambiato moto dopo il giro di ricognizione c’è anche Márquez, che salito in sella alla seconda moto è riuscito a piazzarsi in primissima fila nei pressi del semaforo della pit lane affiancandosi ad altri quattro piloti, con gli altri subito dietro.
Non tutti però sono rientrati ai box per il cambio moto nonostante avessero le gomme da bagnato, scommettendo su un ritorno della pioggia durante la gara. Qualcun altro, invece, ha montato sin da subito le gomme d’asciutto: su tutti Stefan Bradl, autore del terzo tempo in qualifica e che si ritrova così da solo in prima fila, con diverse file di vantaggio sugli altri otto piloti rimasti sulla griglia di partenza, andando così in testa al suo Gran Premio di casa dopo la partenza.
Márquez riesce a girare per primo alla prima curva tra coloro partiti dai box iniziando rapidamente la sua rincorsa al vertice, raggiungendo il coloro che sono rimasti con le gomme da bagnato (principalmente piloti in sella a moto CRT) già al secondo giro, superandoli come fossero birilli.
Il #93, seguito a debita distanza da Pedrosa, ci mette poco anche ad agguantare Bradl in testa alla gara, girando oltre due secondi più veloce nelle prime tornate. Il sorpasso avviene alla fine del sesto giro, con Márquez che si infila all’interno dell’ultima curva per portarsi in testa alla gara, con Pedrosa che replica il sorpasso dopo alcune curve.
Una volta passato al comando, Márquez non ha problemi a rimanere in testa fino alla bandiera a scacchi andando così a vincere davanti a Pedrosa la nona gara consecutiva, completando la prima metà di campionato da imbattuto con 9 vittorie in altrettante gare e continuando la propria striscia di vittorie consecutive al Sachsenring tra tutte le classi, iniziata nel 2010 e tuttora aperta.
Dopo la pausa estiva, la MotoGP torna negli Stati Uniti con il GP di Indianapolis. Nel teatro della storica 500 Miglia, Márquez non parte benissimo dalla pole position scivolando subito in terza posizione alle spalle degli italiani Rossi, Dovizioso e Andrea Iannone, autore di un ottimo spunto in sella alla Ducati Pramac.
Un errore di Iannone dopo pochi giri regala la terza posizione a Márquez. Davanti a se Rossi e Dovizioso si danno battaglia per la testa della gara, con Dovi che riesce a passare al sesto giro sul rettilineo del traguardo sfruttando la potenza del suo motore Ducati, Rossi cerca di rispondere subito al tornantino di curva 3 infilandosi in uno spazio che non c’è, finendo largo insieme allo stesso Dovizioso e regalando la prima posizione a Márquez, che ringrazia e si porta al comando seguito da Jorge Lorenzo, in scia della Honda da diversi giri e che a sua volta ha approfittato della bagarre tra i piloti italiani per portarsi in seconda posizione.
Rossi però non ci sta e si riporta al comando già al termine del sesto giro, superando agilmente Lorenzo e Márquez nelle curve successive. Il terzetto di testa rimane molto compatto quando, all’11° giro, Lorenzo cerca l’attacco su Márquez in curva 1: il #93 resiste rimanendo affiancato al suo connazionale per l’intera percorrenza di curva, per poi allungare la frenata in curva 2 e superare in un colpo solo sia Lorenzo che Rossi, portandosi così al comando con un doppio sorpasso veramente spettacolare.
Márquez poi manterrà la testa della gara fino al traguardo, mentre alle sue spalle Lorenzo e Rossi si daranno battaglia per la seconda posizione, che vedrà emergere il #99. Márquez va così a vincere la decima gara consecutiva su altrettante gare disputate, arrivando a cifra tonda nella sua incredibile striscia di successi consecutivi con la quale ha iniziato il 2014 ed eguagliando il record di vittorie consecutive in Top Class appartenente a Mick Doohan e Giacomo Agostini, anche loro autori di 10 vittorie consecutive.
La serie di successi consecutivi di Márquez si interrompe nella gara successiva in Repubblica Ceca, dove lo spagnolo chiude addirittura fuori dal podio in quarta posizione, con Dani Pedrosa a vincere continuando l’imbattibilità stagionale della Honda. Nonostante questo stop Márquez continuerà la sua stagione trionfale vincendo anche a Silverstone e nelle ultime due gare del campionato a Sepang e Valencia, conquistando matematicamente il suo secondo titolo mondiale in MotoGP con tre gare d’anticipo grazie al secondo posto ottenuto in Giappone. Márquez chiuderà una stagione dominante con ben 13 vittorie ottenute stabilendo il nuovo record di vittorie in un singolo campionato nella Top Class, battendo il precedente primato appartenente a Doohan che nel 1997 si era fermato a 12 successi.
La stagione 2014, con molta probabilità, è stata una delle migliori di Marc Márquez nella sua carriera in termini di dominio assoluto sulla concorrenza. E se Marc Márquez si è già affermato come uno dei migliori di sempre di questo sport, gran parte del merito è anche dovuto a questa incredibile striscia di 10 vittorie consecutive nelle prime 10 gare di quella stagione!
Immagini: Twitter / MotoGP & Wikimedia Commons
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