MotoGP | Intervista esclusiva a Casey Stoner, prima parte: “Mai stato davvero vicino ad un ritorno in MotoGP”

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Tempo di lettura: 5 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
17 Settembre 2020 - 07:27
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Il campione australiano della MotoGP si è concesso a P300.it per una lunga intervista sul suo passato e gli attuali temi della categoria


Il nome di Casey Stoner rievoca grandi ricordi agli appassionati di motociclismo. Il segno che il pilota australiano ha lasciato nel Motomondiale, e soprattutto nella MotoGP, è assolutamente indelebile.

Un pilota capace di spingere le moto più competitive del mondo al limite, come forse nessun altro è mai riuscito a fare. Un talento purissimo che ha vinto anche meno di quanto avrebbe potuto, per motivi fisici e anche caratteriali, ma che si è comunque ritagliato uno spazio molto importante nella storia del motociclismo contemporaneo.

Memorabile il titolo vinto nel 2007, con la Ducati gommata Bridgestone nel primo anno della MotoGP 800cc, ripetuto poi nel 2011 con il passaggio a Honda. Nel mezzo, i problemi fisici che lo hanno costretto a saltare tre gare nel 2009 e qualche “voce di sottofondo” costante riguardo un ambiente che non gli andava a genio. Poi l’infortunio di Indianapolis 2012, che ha compromesso definitivamente la sua carriera da pilota. L’abbandono delle corse a tempo pieno ha coinciso comunque con un ruolo da tester Honda, culminato nella 8h di Suzuka del 2015 e nell’incidente che avrebbe davvero potuto costargli caro. Poi il ritorno in Ducati, sempre come tester, e la possibilità di un ritorno one-off che tuttavia non si è mai concretizzata.

P300.it ha avuto l’onore di intervistare Casey Stoner. Ecco, diviso in due parti, ciò che ci ha rivelato sulla MotoGP attuale e sulla sua carriera.


Grazie mille per questa intervista. Come stai e come hai passato questi mesi legati al Covid-19?

“Non sono passati molto diversamente rispetto al solito. A quanto abbiamo visto, il resto del mondo è stato messo molto in difficoltà e la vita delle persone è cambiata di tanto, ma per una persona già molto affaticata come me non ha fatto una grande differenza. Non abbiamo viaggiato tanto o fatto molta attività fisica e non mi sono divertito molto ad uscire solo per negozi. Ho avuto modo di passare più tempo con i miei figli e questo mi è piaciuto di più”.

Su Instagram ti abbiamo visto molto occupato, insieme alla tua famiglia, anche a correre con i kart. Quanto è forte la tua passione per le quattro ruote?

“Mi piace il motorsport, punto! Una delle cose più difficili per me durante il periodo del Covid è stata quella di non avere del motorsport da vedere. Anche lo sport in generale, ma il motorsport in particolare. Sono felice che siano tutti tornati a correre! Comunque con le varie restrizioni imposte sembra che l’atmosfera sia diversa, senza la possibilità per i fans di venire in pista. Io mi diverto su qualunque cosa abbia delle ruote, due o quattro che siano!”.

Dieci anni fa hai lasciato la Ducati e successivamente ci sei tornato come tester. Che ricordi hai dell’Italia e dei ragazzi di Borgo Panigale?

“Ho ricordi incredibilmente affettuosi di quasi tutto ciò che ho fatto in Italia! Dalla nostra storia a quella che abbiamo creato con Ducati e il mio team. Quei ragazzi mi mancano davvero tanto”.

Direi che della MotoGP in generale, la cosa che più mi manca è il mio team”

“I miei meccanici e i miei amici nel Paddock, loro sono stati parte della nostra vita per tantissimo tempo! Dire che mi mancano le corse è una cosa, ma ancora di più mi mancano le persone attorno a questo sport”.

Rispetto a quando ti sei ritirato, cosa è cambiato nel mondo della MotoGP?

“Non è cambiato molto, a parte lo sviluppo tecnologico delle moto. Le corse hanno molti più aspetti da considerare adesso, tra le moto e la meccanica, e si sono sviluppate talmente tanto che dal mio punto di vista ora andrebbe tolto qualcosa. Ne parlavamo ancora quando io correvo, di togliere il traction control e cose del genere. Da quando lo hanno ridotto, ho guidato una moto con meno traction control ed era comunque migliore di quella con cui correvo due anni prima. Penso davvero che debbano fare un massiccio passo indietro dal punto di vista elettronico, per creare grandi gare”.

Vediamo tempi sul giro straordinari, ma per avere belle gare con tanti piloti al vertice devono esserci anche possibilità di errore”

“Sfortunatamente, l’unico errore che può fare un pilota adesso è quello di perdere l’anteriore, perché ora è molto difficile cadere di posteriore. Mi piacerebbe vedere anche meno alette. Penso che queste siano davvero contro la natura di questo sport, non fanno parte del motociclismo puro”.

Le ali devono stare su una F1, non stanno bene su una motocicletta”

“Credo che se ci fossero meno regole in MotoGP, tutti i costruttori sarebbero più vicini tra loro. Non dovrebbero spendere così tanti soldi tra gallerie del vento e tutti i test aerodinamici che hanno incrementato di molto i costi del campionato. Sono le cose che si sono sviluppate principalmente rispetto a quando correvo”.

Dei tuoi due titoli mondiali, qual è il ricordo che dopo tanti anni ti fa ancora dire “Wow, sono stato davvero bravo”?

“Per me è molto difficile dire di essere stato davvero bravo! Sono fiero di ciò che ho conquistato, anche se di sicuro non mi sono neanche mai avvicinato a quelli che erano i miei obiettivi. Mi sento come se qualcosa non sia andato per il verso giusto e mi abbia proibito di raggiungere quegli obiettivi. Ad ogni modo, sono molto fiero di ciò che ho fatto”.

Quanto sei stato vicino al ritorno in MotoGP?

“Non sono mai stato davvero vicino ad un ritorno in MotoGP”

Avevo in programma di fare un paio di wildcard ma, come tanti sanno, in un modo o nell’altro sono state vanificate. Mi è dispiaciuto molto, ai tempi. Mi ero impegnato per farle e tutto è stato annullato all’ultimo minuto… è sempre stato tutto piuttosto sconcertante, viste le motivazioni. Per quanto riguarda un ritorno no, quello non l’ho mai considerato”.

Vai alla seconda parte

Si ringrazia per la collaborazione Federico Benedusi.

Immagine di copertina: Casey Stoner official site

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