MotoGP | Il GP Andalusia 2020 secondo Brembo

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 24 Luglio 2020 - 15:30
Tempo di lettura: 2 minuti
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MotoGP | Il GP Andalusia 2020 secondo Brembo

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Dopo l’incredibile esordio del Campionato Mondiale MotoGP, il Motomondiale resta a Jerez per il GP Andalusia. Così come in occasione del GP Spagna, la temperatura dell’asfalto dovrebbe essere altissima con ovvie ripercussioni sulla trazione e quindi anche sulla frenata.
Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con il 100 per cento dei piloti del Mondiale MotoGP, il Circuito de Jerez Angel Nieto rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni.


I vantaggi delle ruote Marchesini

Sette degli 11 team della MotoGP utilizzano le ruote in magnesio forgiato Marchesini, azienda che dal marzo 2000 fa parte del gruppo Brembo: per l’anteriore sono disponibili le varianti a 5 razze a Y e a 7 razze, per il posteriore a 7 razze. Tutte discendono da multiforging 3D a stampo chiuso e trattamento termico.

Massima rigidezza e minima inerzia sono le loro caratteristiche principali. Il risparmio di peso assicurato dalle ruote Marchesini, che insieme ai pneumatici costituiscono le masse non sospese in rotazione più importanti, migliora l’accelerazione della moto, la sua maneggevolezza nei cambi di direzione e la risposta in frenata.


L’impegno dei freni durante il GP Andalusia MotoGP

Con 11 frenate al giro, dallo spegnimento dei semafori alla bandiera a scacchi ogni pilota dovrebbe utilizzare i freni non meno di 275 volte. Anche per questa ragione la temperatura dei dischi oscillerà dai 510 °C nelle frenate più brevi ai 710 °C delle staccate più intense.

La decelerazione massima a cui sono sottoposti i piloti raggiunge gli 1,5 g in due punti della pista mentre in altre tre frenate è non inferiore a 1,2 g. La pressione dell’impianto frenante invece arriva fino a 12 bar ma supera i 6 bar in altri sei punti del tracciato.


La frenata che richiede il maggior sforzo ​del GP Andalusia

Delle 11 frenate del Circuito de Jerez 2 sono classificate come impegnative per i freni, 6 sono di media difficoltà, mentre le restanti 3 hanno un’incidenza leggera sugli impianti frenanti. ​

La staccata alla prima curva dopo il traguardo è quella che comporta il maggior sforzo fisico per il pilota e l’impianto frenante: per scendere da 286 km/h a 84 km/h in 4 secondi e mezzo il pilota esercita un carico di 5,6 kg sulla leva del freno.

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