MotoGP | GP Thailandia: vittoria e ottava perla iridata per Marc Márquez

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Tempo di lettura: 6 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
6 Ottobre 2019 - 11:12
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Oramai si trattava solo di una questione di tempo, ma per com’è avvenuta e per il confronto che ha dovuto sostenere per vincere, questo ottavo titolo arriva nella maniera più spettacolare per Marc Márquez. Dopo una gara su ritmo infernale, passata in coppia con (e contro) Fabio Quartararo, lo spagnolo ha rotto gli indugi all’ultimo giro sorprendendo il francese, resistendo anche all’ultimo affondo disperato di Fabio al rampino 12. Grazie a un incrocio magistrale imparato lo scorso anno contro Dovizioso, il campione della HRC ha fatto doppietta, con gara e titolo. Per Márquez è il sesto sigillo nella classe regina, il quarto consecutivo con Honda, a uno solo dal record del poverissimo consecutivo di Mick Doohan con la NSR500 e a solo due dal record di Giacomo Agostini nella classe regina.

Fabio mastica un’altra volta amaro: dopo la gara persa all’ultimo giro nella riviera di Rimini, in Asia si può dire che la gara sia stata persa sia un po’ d’esperienza, che per il deficit di motore di cui soffre la sua Yamaha, nonostante “El Diablo” abbia imposto un ritmo gara sensazionale. Completa il podio Maverick Viñales, autore di una gara, nelle modalità, identica a quella di Misano, mentre il primo degli italiani è stato Andrea Dovizioso, incapace di eguagliare il ritmo dei primi tre sulla sua Ducati.

LA CRONACA

Il meteo, al contrario di quanto previsto prima del weekend, preannuncia una gara tutta sull’asciutto. La scelta delle gomme è univoca: dura all’anteriore, morbida al posteriore. Durante il giro di ricognizione a Miller si spegne la moto e l’australiano è costretto a riportarla ai box e ripartire dalla pitlane.

Allo scatto i primi tre partono tutti molto bene e conservano i primi tre posti, con Márquez che si mette secondo su Viñales. Dalla terza fila scatta ottimamente Andrea Dovizioso che è già quarto in curva 3, seguito da Morbidelli e dalle Suzuki di Mir e Rins; Petrucci, partito male, si trova solo nono alla fine del primo giro. L’italo-brasiliano, nonostante un lungo al curvone 4, mantiene la quinta posizione. Rossi invece, alla fine del primo passaggio, supera Rins alla 12.

Il ritmo si fa strepitoso già al primo giro lanciato, almeno per quanto riguarda i primi due: Quartararo si avvicina al muro del ’31 con un 1:31.1, imitato poi da Márquez, e sin da subito questa coppia comincia a seminare sia Viñales, un po’ un diesel in questa prima metà, con Dovizioso che non ne ha per stare con la seconda Yamaha; “Morbido”, alle sue spalle, pare quasi un po’ tappato dal forlivese.

Rossi, nel gruppo degli inseguitori, passa Mir alla 12 nella stessa maniera in cui aveva passato Rins, infilando all’interno il rookie spagnolo (nonostante una leggera perdita d’anteriore). Anche dopo dieci giri sul ’31.1, il ritmo non cala ma, anzi, migliora ancora: prima Quartararo e poi Márquez scendono addirittura sotto al muro del ’31 e staccano Viñales di quasi tre secondi. Tornando alla lotta tra le Suzuki, i due alfieri Ecstar si scambiano le posizioni un paio di volte prima che Rins passi davanti.

Chi cala vertiginosamente in questa fase è Rossi, che viene facilmente superato dalla coppia di Hamamatsu e perde parecchi decimi su Mir. Nella medesima fase, anche Quartararo subisce un leggero calo che gli fa perdere quattro decimi dalla Honda #93. Viñales invece, come suo solito, passata la seconda parte di gara accelera ma deve recuperare, ormai, tre secondi ai primi.

Mentre Rins sorpassa Morbidelli per il quinto posto, il contagiri segna ancora dieci passaggi al termine e la situazione è la stessa di Misano: Quartararo davanti che spinge, Márquez dietro che lo studia, Viñales che, in affanno, recupera lentamente. Il più attivo in pista è Rins, che si avvicina a Dovizioso ma senza riuscire a superare la GP19, per via del suo motore. Si assiste anche al ritiro di Aleix Espargaró quando era decimo con l’Aprilia.

Il primo assaggio di Márquez alla prima posizione avviene a quattro giri dalla fine: lo spagnolo, col suo V4, affianca Quartararo all’esterno della 3, tenta addirittura di passarlo in staccata chiudendogli la traiettoria, ma rinuncia alla corda della curva e si rimette dietro. Un altro assaggio arriva il giro dopo e, all’ultimo, il #93 chiude la traiettoria meglio e si mette al comando. Quartararo però non si arrende e nel tratto misto si rifà sotto, nella posizione perfetta per affondare l’attacco all’ultima curva; come nel 2018, in quel caso con “Dovi”, avviene l’incrocio dal campione del mondo che va a vincere il Gran Premio della Thailandia per la seconda volta consecutiva e mette in bacheca il suo ottavo titolo mondiale.

Sul traguardo, dopo i due yamahisti, giunge Dovizioso al quarto posto davanti a Rins, Morbidelli e Mir. Rossi alla fine ha perso solo quattro decimi dal #36, mentre Petrucci non ha tenuto fede alle premesse ed è giunto nono, davanti a Nakagami. Buono Bagnaia 11°, 13° Pol Espargaró con l’infortunio al polso, davanti a Miller partito dalla pitlane. Márquez, al rientro ai box, festeggia imbucando la biglia #8 su un biliardo apposito preparato dal suo entourage.

Per una volta, è più curioso ciò che succede nella classifica a squadre piuttosto che quella piloti, oramai decisa per il primo e (molto probabilmente) anche per il secondo posto: il team Ducati è ancora in testa con 377 punti grazie al quarto e al nono posto dei due piloti italiani, ma Honda Repsol (col solo Marc praticamente) è staccata di soli 19 punti. Nella classifica piloti, Rins è terzo con 167 punti, seguito ora da Viñales a quattro lunghezze e da “Petrux” a cinque, mentre Rossi ora ha solo due punti su Quartararo.

Tra due settimane la continuazione della trasferta in Asia e Oceania che avverrà in casa dell’HRC, a Motegi. Qui Marc ha vinto due volte negli ultimi tre anni e Honda, di certo, punta a brillare nella propria pista. Vedremo se Yamaha, così in forma nell’ultimo periodo, potrà impensierire il campione del mondo o se tornerà la Ducati in pompa magna.

Qui i risultati della gara e la classifica iridata.

Fonte immagine: hondaracingcorporation.com

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