MotoGP | GP Stiria: Miguel Oliveira regala alla Tech3 il suo primo successo

di Alyoska Costantino
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Pubblicato il 23 Agosto 2020 - 16:40
Tempo di lettura: 6 minuti
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MotoGP | GP Stiria: Miguel Oliveira regala alla Tech3 il suo primo successo

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Un team privato KTM vince la 900a della classe regina, prima vittoria di un portoghese nella massima categoria. Miller secondo su Pol Espargaró, occasione persa per Joan Mir. Solo quinto Dovizioso, disastro Yamaha.


Quando due anni fa il team Tech3 ha deciso di abbandonare il proprio storico sodalizio con Yamaha per sposare la causa di KTM, molti avevano descritto Hervé Poncharal come un pazzo. Oggi, 23 agosto 2020, si può dire che i frutti di quella “pazzia” siano arrivati molto presto. A vincere il primo Gran Premio di Stiria della MotoGP è stato infatti Miguel Oliveira su KTM: il pilota portoghese, un po’ come Brad Binder a Brno, ha fatto la storia conquistando la 900a gara della premier class, diventando il primo pilota proveniente dal Portogallo sia ad andare a podio che a vincere una gara della massima categoria delle due ruote. Si tratta ovviamente anche del secondo successo di KTM a due settimane da quello firmato Brad Binder, e del primo in assoluto, sempre in top class, per il team francese.

Una gara che, pur vivendo sull’altalena dell’emozioni, ha avuto i suoi momenti dubbi, proprio come quella di sette giorni fa sempre a Spielberg. Anche in questo caso c’è stata una bandiera rossa, causata dall’assurdo incidente di Maverick Viñales in curva 1. Il pilota spagnolo si è ritrovato con una Yamaha praticamente senza freni ed è dovuto scendere in corsa dalla sua stessa moto per evitare l’impatto con le barriere della Niki Lauda Kurve; la M1 #12 si è poi disintegrata contro l’air-fence, prendendo fuoco e obbligando all’interruzione di gara i commissari.

Chi ci ha perso maggiormente da questa situazione è stato certamente Joan Mir. Nel luogo dove lo spagnolo aveva ottenuto la sua prima pole e soprattutto la sua prima vittoria, egli avrebbe potuto vincere in scioltezza, considerando che al momento dell’interruzione era al comando con oltre un secondo sui primi inseguitori. Alla ripartenza il #36 si è pure trovato senza gomme nuove da mettere all’anteriore, non potendo replicare il ritmo degli altri e terminando quarto, comunque un grande risultato considerando tutti questi fattori. Ciò però, insieme al sesto posto di Álex Rins, non è bastato a calmare i bollenti spiriti del box Suzuki e di Davide Brivio, che nel post gara ha dichiarato come Mir sarebbe dovuto salire sul podio, a seguito di un episodio successo all’ultima curva.

Il successo di Oliveira è stato infatti frutto del duello tra Jack Miller e Pol Espargaró, giuntigli alle spalle. Lo spagnolo della KTM ha guidato a lungo la seconda tranche di gara e stava viaggiando verso la vittoria, quando all’ultimo giro ha battezzato malamente la staccata della curva 3. Questo ha permesso a Miller, in quel momento secondo, di riavvicinarsi e affondare l’attacco alla Schlossgold, mentre Espargaró ha contrattaccato alla Rindt. Il loro confronto si è concluso alla Red Bull Mobile, quando Miller è rientrato all’interno del #44, mandandolo largo ma perdendo accelerazione nei confronti di Oliveira che sopraggiungeva da dietro. Se per il ducatista il secondo posto è comunque un ottimo risultato (il suo migliore con la V4 italiana), per Espargaró è l’ennesimo boccone amaro da mandar giù, per un successo che tarda ad arrivare ora che la moto ha mostrato di avere grandi potenzialità. Alla fine, nonostante “Polyccio” sia andato nella via di fuga asfaltata, ha potuto mantenere il terzo posto. Solo ottavo Brad Binder, autore di un errore fatale nelle ultime fasi del Gran Premio. C’è anche una novità: con questo nuovo risultato complessivo di primissimo livello, la KTM dovrà rinunciare alle concessioni dategli dal debutto nel 2017, quindi niente più test illimitati e motori sviluppabili liberamente.

Avendo nominato Ducati, non si può nascondere il rammarico per il risultato di Andrea Dovizioso. Dopo aver conquistato la 50a vittoria per il marchio lo scorso weekend e la quindicesima personale, aspettarsi il bis o quantomeno l’arrivo a podio non era irrealistico. Invece il #04 ha terminato solo quinto, dopo una prima fase passata in estrema difficoltà (forse per un pneumatico fallato) e la seconda, con la ripartenza, sì più in spolvero ma terminata con un errore all’ultimo giro, che gli ha fatto perdere le poche possibilità rimaste di giocarsi il podio. Danilo Petrucci ha terminato 11°, mentre Johann Zarco, avvantaggiato dalla bandiera rossa, ha chiuso 14°, tra le Yamaha Petronas di Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.

Per la Casa di Iwata questa giornata è stata ancora più nera di quella di sette giorni fa. Oltre al deficit del motore, adesso si sono aggiunti anche i problemi in frenata, che stavolta hanno seriamente messo a rischio l’incolumità di Viñales. Con “Top Gun” out, a tenere parzialmente alta la bandiera dei Tre Diapason è stato Valentino Rossi, comunque solo nono al traguardo. Parlando di Quartararo, due start terribili e una Yamaha in netta difficoltà l’hanno relegato in fondo alla zona punti, ma nonostante ciò continua a mantenere la testa del campionato.

Un po’ come Mir, anche Takaaki Nakagami lascia la Stiria con diversi rimpianti. Se prima della bandiera rossa il giapponese era addirittura secondo, un brutto secondo start e un avvio di gara difficile l’hanno relegato in settima posizione, ben distante dalle posizioni in cui meritava di stare. Nonostante questo, il secondo pilota del team LCR il miglior hondista per distacco, con Álex Márquez che guida le Honda restanti in 16a piazza, davanti a Crutchlow e Bradl.

La migliore delle Aprilia si è piazzata in 12a posizione, permettendosi il lusso di tenere dietro il leader della classifica Fabio Quartararo. E’ stato Aleix Espargaró a farlo, anche lui bravo ad approfittare dell’interruzione, mentre il compagno Bradley Smith ha chiuso solo 19°, davanti alle Ducati di Michele Pirro e Tito Rabat.

Osservando la classifica iridata, è stato infranto un nuovo primato: dopo le prime cinque gare, il leader del campionato ha il più basso numero di punti mai registrato da quando al vincitore se ne assegnano 25, più basso anche del record negativo di Nicky Hayden del 2006, con 83. Nonostante le ultime tre gare sfortunate, “El Diablo” comanda ancora la classifica con 70 punti, precedendo Dovizioso di tre lunghezze e Jack Miller di 14. Binder è quarto a 21 punti, mentre Viñales, oltre ad aver perso due posizioni in campionato, ha ora solo un gap di due punti su Nakagami e di tre sul compagno di squadra Valentino Rossi. Nono Oliveira col successo odierno, anche davanti al pilota che sostituirà nel 2021, Pol Espargaró.

I piloti del Motomondiale potranno quantomeno prendersi una pausa nelle prossime settimane, ponendo fine al primo tour de force di un campionato estremamente faticoso. Il 13 settembre si tornerà in pista a Misano Adriatico per il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, la prima di due gare al Santamonica e la prima a svolgersi, sempre se tutto verrà confermato, in presenza di pubblico. E’ atteso un convincente ritorno della Yamaha, ma sarà anche curioso capire se pure la KTM, dopo quanto dimostrato in Repubblica Ceca e in Austria, sarà della partita.

Ecco i risultati del Gran Premio della MotoGP e la classifica aggiornata.

Fonte immagine: tech3racing.fr

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