MotoGP | GP Qatar: Dovizioso vince su Márquez e Crutchlow. Vittoria a rischio per un reclamo

MotoGP
Tempo di lettura: 8 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
10 Marzo 2019 - 20:35
Home  »  MotoGP

Si ricomincia da dove c’eravamo lasciati con la MotoGP, dalla sfida tra Dovizioso con la Ducati e Márquez su Honda. Come dodici mesi fa, il Gran Premio del Qatar si è giocato nelle ultime battute dopo una gara di attesa per gran parte dei protagonisti davanti, in cui si è spinto al massimo a pochi giri dalla fine. A vincere, sempre come lo scorso anno, è stato Andrea Dovizioso, al suo secondo successo consecutivo sulla pista qatariana, e per concludere in bellezza c’è stato un altro, l’ennesimo duello col rivale Márquez all’ultimo tornante. Stavolta l’attacco dello spagnolo è stato ancora più aggressivo rispetto alla gara 2018, ma nonostante questo il forlivese ha incrociato la traiettoria vincendo la sua 13a gara in top class. A concludere il podio dietro ai due piloti ufficiali un eroico Cal Crutchlow, ancora in parte debilitato con la caviglia destra ma in grado di tenere il passo e vincere anche qualche duello.

Ha affilato le armi anche la Suzuki, sorpresa del GP a mani basse con Joan Mir ma soprattutto con Álex Rins, in lotta per la vittoria fino a tre giri dalla conclusione, e giunto quarto sul traguardo col compagno debuttante in ottava posizione. Al contrario del 2017, Viñales non è riuscito a sfruttare in alcun modo la pole position, buttata già alla prima curva presa larga, terminando così settimo, persino dietro al compagno Valentino Rossi che partiva 14°. Ancora peggio le giornate dei piloti Pramac, ritirati per problemi tecnici, e di Jorge Lorenzo, debilitato dalle cadute del weekend, che inizia nel verso sbagliato l’avventura con HRC finendo 13°.

IL RESOCONTO

Primo colpo di scena già dal giro di ricognizione: la moto di Quartararo si spegne sulla griglia e il francese è costretto, nonostante le forti lamentele, a partire dalla corsia box nella sua gara di debutto. Molti puntano su una scelta di gomme Medium-Medium, mentre si discostano Mir e Petrucci: il primo su Medium-Soft, il secondo sceglie ben due gomme morbide.

Alla partenza Viñales non scatta male ma lo stacco frizione della Ducati di Dovizioso lo costringe alla traiettoria esterna in curva 1, nella quale viene portato largo anche da Miller scivolando così nei pressi del sesto posto. Molto peggio la partenza di Petrucci, 11° e alle spalle di Aleix Espargaró su Aprilia. Davanti, Dovizioso comanda per tutto il primo giro inseguito da Miller, ai ferri corti col campione del mondo. In quarta e quinta posizione le Honda LCR, inseguite dal poleman Viñales che però subisce l’attacco a sorpresa di un Joan Mir scatenato, davanti anche al compagno Rins.

La lotta tra “Jackass” e il “Cabroncito” prosegue, fino a quando un problema non rallenta Miller: l’australiano si alza un paio di volte sulla moto e successivamente, poco dopo aver perso già diverse posizioni, strappa con la mano la sella della sua moto proseguendo il GP, ma in 12a posizione (davanti al compagno di squadra). Questo lascia Márquez più tranquillo al secondo posto, ma è dietro di lui che le posizioni si mescolano. Nakagami e soprattutto Viñales perdono un’altra posizione nei confronti di Petrucci sul dritto, che risale al sesto posto dietro alla coppia Suzuki.

Sono proprio le moto di Hamamatsu a essere indiavolate: Rins, dopo il sorpasso sul compagno, attacca Crutchlow, ed è imitato poco dopo dal solito Mir in curva 16, autore di una gara spettacolare. Sta risalendo anche Rossi in classifica in coppia con Morbidelli, mentre non si può dire la stessa cosa di Lorenzo, sceso addirittura in 19a posizione. Altro grande sussulto di Rins pochi istanti dopo, quando sorpassa sia Márquez che Dovi nel corso di un solo giro.

Nonostante la strategia aggressiva di Álex, Ducati e Honda fanno valere il loro motore contro la moto azzurra, e infatti il forlivese ripassa al comando già in curva 1 lasciando il #42 tra sé e Márquez. Rins vuole stare a ogni costo davanti per fare ritmo, ma alla 11 finisce largo rischiando di perdere anche la posizione sull’hondista dietro. Alle loro spalle Mir e Crutchlow si scambiano colpi su colpi ma la loro battaglia non avvantaggia Petrucci, ancora sesto. La sensazione è che Dovizioso stia facendo la sua classica strategia di attesa, gestendo Rins col suo motore e tenendo un ritmo basso.

Il #93 passa secondo poco dopo, assecondando in qualche modo la strategia del ducatista. Dietro i primi tre, Petrucci riesce finalmente a superare Crutchlow e si porta all’inseguimento di Mir. Alle loro spalle c’è un terzetto di Yamaha: Maverick Viñales, Valentino Rossi e anche Franco Morbidelli vanno dalla settima alla nona posizione, ma nessuno di loro pare avere il motore per impensierire gli avversari davanti. Davanti la lotta continua tra la maneggevolezza della Suzuki (specie nel primo settore) e la potenza di Ducati e Honda, con un altro scambio di posizioni all’ottavo giro.

Petrucci, al decimo, mette i bastoni fra le ruote al campione del mondo mettendosi terzo alle spalle del caposquadra Dovizioso, ma si comincia a fare sul serio a giudicare dal ritmo di Rins. Poco dopo però c’è una brutta battuta d’arresto per le due Suzuki: Rins, risuperato sul dritto da Dovizioso, viene attaccato duramente da Márquez alla 6, e la sua manovra di traverso apre la porta anche a Petrucci; poco più indietro Mir è portato largo da Crutchlow alla stessa curva.

Anche Dovizioso sembra aver alzato il ritmo, mentre Petrucci deve fare i conti con le staccate folli di Rins in curva 1 per tentare di non perdere il traino dei primi due. Al tredicesimo giro Rins è di nuovo secondo, ma nel gruppo di testa a otto piloti stupisce in negativo la prestazione delle Yamaha, ancora inchiodate dietro a Mir. Rins e Marc continuano a dare spettacolo davanti, con il pilota Suzuki che tenta un attacco folle alla 11, un punto dove la trazione della moto giapponese fa paura.

Mentre dal muretto box segnalano al #42 di usare la mappatura 3, lo spagnolo rimane il più intraprendente nella lotta davanti, con alle sue spalle Cal Crutchlow che passa Danilo Petrucci. Pochi decimi più indietro le M1 sembrano prendere ritmo ma fanno comunque fatica a superare, tanto che cominciano a duellare tra loro col sorpasso di Valentino su Maverick. Mentre Vale è all’inseguimento di Petrucci, Rins scende terzo dopo un largo decisivo alla 1 a tre giri dalla fine, che apre un portone a Crutchlow per il piazzamento sul podio e restringe la lotta per la vittoria a due soli nomi. Nelle retrovie intanto cade Smith con l’Aprilia del test team, mentre Lorenzo è risalito in 14a posizione dietro Iannone, e poco davanti a Quartararo in rimonta dalla partenza dai box.  Ritirate, per guasti tecnici, entrambe le Ducati Pramac.

A due giri dalla fine Dovi e Marc non si stanno più trattenendo: alla 4 la GP19 si scompone facendo sfilare Márquez, ma lo spagnolo non riesce ad aprire un gap sull’italiano nel corso del ventunesimo giro. All’inizio del ventiduesimo, nonché l’ultimo, la Ducati di Dovizioso risorpassa la Honda dell’avversario mettendosi al comando; Márquez affretta i tempi alla curva 10 che i due fanno appaiati fino alla 11, con il #04 che prende l’interno e torna davanti. L’affondo alla 16 di Márquez arriva puntuale ma molto più goffo e duro rispetto allo scorso anno, ma Dovizioso evita il contatto e va a vincere, in volata, la prima gara del 2019. Terzo un grande Crutchlow davanti a Rins che inizia bene la sua stagione, davanti a Rossi, Petrucci, un deludente Viñales e Mir. Nono Nakagami davanti ad Aleix Espargaró che c’entra la top ten, a discapito di Morbidelli che è crollato nel finale.

RECLAMO A FINE GARA

L’appendice montata di fronte alla ruota posteriore sulla GP19 di Danilo Petrucci (Da Twitter/Ducati Motor)

C’è però la possibilità che il risultato venga stravolto, perché a fine gara c’è stata la contestazione di alcuni avversari nei confronti della Ducati per l’utilizzo di un’appendice posta di fronte alla ruota posteriore, visibile nell’immagine qui sopra. Il reclamo è stato presentato dopo la gara perché, regolamento alla mano, verrebbero azzerati i punti. Se fosse stato presentato (ed accettato) venerdì, le due moto sarebbero state semplicemente costrette a non montare l’appendice durante la corsa. Nel reclamo, presentato da diversi team Yamaha esclusa, si sottolinea come questa appendice sarebbe permessa solo in caso di pioggia e non in condizioni di asciutto. Inoltre, potrebbe essere considerata come appendice mobile (e quindi non permessa) in quanto montata sul forcellone. Si attendono ulteriori sviluppi.

La prossima gara dista tre settimane, e sarà il GP d’Argentina a Termas de Rio Hondo, pista che lo scorso anno ci ha regalato una gara MotoGP del tutto atipica e piena di situazioni spiacevoli con contatti e cadute, innescati anche dal bagnato. Nella speranza di non vedere una simile carneficina, l’attesa sarà comunque alta per una gara sempre piena di sorprese.

Qui i risultati della gara del Qatar e la classifica piloti.

Immagine Twitter / Ducati Motor

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO