MotoGP | GP Olanda 2011: Il grande giorno di Ben Spies!

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Tempo di lettura: 10 minuti
di Daniele Botticelli @DBDeiman
25 Giugno 2021 - 08:00
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Il 25 giugno 2011 il pilota americano conquista la sua prima e unica vittoria in MotoGP, dominando la scena davanti a Stoner e Dovizioso.

La stagione 2011 della MotoGP ha visto un solo padrone, ovvero il nuovo binomio formato da Casey Stoner e la Honda, assoluti dominatori del campionato con ben 10 vittorie per il secondo titolo in carriera nella Top Class per il pilota australiano, alla sua prima stagione con la casa giapponese.

Per la Yamaha, invece, il 2011 è stato l’inizio dell’era post Valentino Rossi, accasatosi in Ducati dove vivrà due stagioni pessime prima del ritorno alla casa dei tre diapason nel 2013. Con la partenza del campione italiano, Jorge Lorenzo ha pienamente ereditato i panni di prima guida del team, forte anche del titolo mondiale conquistato nel 2010 e del numero #1 scelto per la stagione come numero di gara.

Dall’altro lato del box, Yamaha scelse di pescare dal proprio team satellite, promuovendo dal team Tech3 Ben Spies, pilota americano alla sua seconda stagione nel motomondiale, passato alla ribalta nel 2009 quando si laureò campione del mondo Superbike proprio con la Yamaha, abbattendosi come un ciclone sulla categoria impressionando tutti per il suo stile di guida aggressivo e per la sua velocità di apprendimento su circuiti mai visti prima, piegando Noriyuki Haga con la Ducati al termine di un duello spettacolare durato tutta la stagione; Spies vinse il campionato con 462 punti, frutto di 14 vittorie, 17 podi e 11 pole position, che gli valsero il passaggio in MotoGP per la stagione successiva.

Nel 2010 Spies corre con la Yamaha Tech3, confermandosi un pilota di altissimo livello anche nel motomondiale. Nella sua prima stagione intera in MotoGP, Spies si afferma costantemente come il migliore tra i piloti dei team clienti, chiudendo il campionato al quinto posto con 176 punti e con ben due podi, chiudendo al terzo posto a Silverstone e in seconda posizione a Indianapolis.

La continua ascesa della sua carriera vede il passaggio nel team ufficiale Yamaha nel 2011. L’avvio della stagione per “Texas Terror” non è dei migliori, ritrovandosi sempre alle spalle di Lorenzo e chiudendo a podio solamente a Barcellona nelle prime sei gare stagionali, dove colleziona anche tre ritiri.

In Olanda, però, il weekend di Spies inizia molto bene con il secondo posto nelle qualifiche, piazzandosi per la prima volta in stagione in prima fila a soli 9 millesimi da Marco Simoncelli, alla sua seconda pole position stagionale in sella alla Honda del Team Gresini con il tempo di 1:34.718. Casey Stoner con la Honda HRC completa la prima fila davanti a Jorge Lorenzo, solamente in quarta posizione a ben quattro decimi di ritardo dal suo compagno di squadra.

In casa Ducati, invece, continuano le difficoltà ritrovandosi molto staccati dalla vetta; nelle qualifiche ad Assen la migliore tra le moto di Borgo Panigale è stata addirittura quella di Karel Abraham del suo team Cardion AB Motoracing, capace di qualificarsi al settimo posto ad un secondo di ritardo dalla vetta, mentre le due moto ufficiali di Nicky Hayden e Valentino Rossi non riescono a fare meglio del 9° e 11° posto, separati da Randy De Puniet con la Ducati Pramac. Manca all’appello Daniel Pedrosa, assente per la terza gara consecutiva fermato da una frattura alla clavicola destra rimediata in Francia, venendo sostituito da Hiroshi Aoyama, “in prestito” dal team Gresini.

LA GARA

Sabato 25 giugno 2011 va in scena il Gran Premio d’Olanda, il settimo appuntamento della stagione di MotoGP. Il cielo sopra il circuito di Assen è molto nuvoloso e l’arrivo della pioggia è a forte rischio, con molti piloti che nel giro di allineamento arrivano sulla griglia di partenza addirittura con le gomme da bagnato, per poi cambiare e passare alle coperture d’asciutto direttamente sulla griglia; lo stesso Spies effettua il cambio gomme prima allinearsi sulla griglia di partenza, lasciando la pit lane a pochi secondi dalla chiusura con le gomme d’asciutto sulla sua Yamaha.

Al via sia Simoncelli che Spies hanno un buono spunto, ma dopo la prima curva al comando c’è Jorge Lorenzo, autore di un’ottima partenza dalla seconda fila che gli consente di portarsi davanti ai due, ma Spies incrocia la traiettoria in uscita e si porta davanti al suo compagno di squadra, relegato così in seconda posizione davanti a Simoncelli, Cal Crutchlow (alla sua stagione d’esordio in MotoGP con la Yamaha Tech3) e Stoner, che si riporta rapidamente davanti all’inglese.

Alla curva 4, però, succede un clamoroso colpo di scena: nel cambio di direzione verso sinistra, Simoncelli cerca di superare Lorenzo infilandosi in uno spazio molto ridotto e con un ingresso duro; il sorpasso riesce, ma al momento di tornare sull’acceleratore Simoncelli perde il posteriore della sua Honda e cade coinvolgendo nell’incidente anche Lorenzo, che si ritrova la sua moto davanti a se e non può far nulla per evitare il contatto, finendo giù a sua volta. I due, che non sono mai andati molto d’accordo, riescono a ripartire in fondo al gruppo e riusciranno a rimontare; Simoncelli si è reso protagonista di un brutto errore dato dalla foga e tradito anche dall’asfalto per via delle basse temperature presenti sul circuito olandese, errore che lo pone ancor di più sotto l’occhio del ciclone dopo le precedenti accuse arrivate dai suoi avversari per la sua guida, ritenuta un po’ sopra le righe e pericolosa, come in questa occasione.

Tutto ciò lascia Ben Spies da solo al comando, seguito dalle Honda HRC di Andrea Dovizioso, autore a sua volta di una bella partenza dalla quinta casella, e Casey Stoner, con Crutchlow a seguire al quarto posto davanti al suo compagno di squadra Colin Edwards, che perderà poi la posizione a vantaggio di Valentino Rossi, autore anche lui di un’ottima partenza sulla sua Ducati che lo vede chiudere il primo giro al quinto posto.

Spies scappa subito via, chiudendo il primo giro con ben 2,5 secondi di vantaggio sulla coppia Honda, con Stoner che si rende subito minaccioso nei confronti di Dovizioso per la seconda posizione, per poi passarlo nella lunga curva 3 verso destra.

Ad Assen la Yamaha (in pista con una livrea celebrativa per i suoi 50 anni di gare nelle competizioni motociclistiche) è nettamente la moto migliore in pista; Spies ne trae il massimo spingendo come non mai, creando subito un gap di oltre quattro secondi sugli inseguitori anche a suon di giri veloci.

Le prime fasi della gara non vedono molte emozioni, con Spies che fa gara a se seguito dalle Honda di Stoner e Dovizioso, che a loro volta sono molto staccati da Rossi e Crutchlow, con il pilota italiano passato in quarta posizione in occasione del quinto giro.

Al settimo giro inizia la rimonta di Jorge Lorenzo dopo la caduta al via, con lo spagnolo che si porta rapidamente in 11° posizione scavalcando Kosuke Akijoshi ed Hector Barbera.

Dopo sei giri il distacco di Spies su Stoner si attesta intorno ai quattro secondi, con l’australiano che tiene a bada Dovizioso, autore di due giri veloci consecutivi che gli consentono di rimanere incollato al suo compagno di squadra.

Con il gruppo piuttosto sgranato, la gara non offre molto intrattenimento, con la regia internazionale che sofferma le proprie riprese su Lorenzo e Simoncelli, protagonisti dell’incidente del primo giro (del quale vengono trasmessi numerosi replay) e impegnati nella propria rimonta una volta ripartiti, con Lorenzo che al nono giro supera facilmente Alvaro Bautista per la 10° posizione.

Spies è un vero martello, mostrandosi molto costante e competitivo nel passo gara, mantenendo un distacco di circa 3,5 secondi nei confronti di Stoner, mentre dietro Cal Crutchlow rientra ai box per un problema alla gomma anteriore della sua Yamaha, completamente distrutta dopo nemmeno metà gara.

Mentre Spies continua ad aumentare il vantaggio su Stoner, arrivando a oltre quattro secondi anche grazie al giro più veloce della gara, Lorenzo prosegue nella sua rimonta, superando in rapida successione Toni Elias e Hiroshi Aoyama, portandosi così in settima posizione a 13 giri dal termine. Anche Simoncelli ha iniziato a risalire la classifica, scavalcando Akiyoshi e Barbera per l’11° posizione.

A dieci giri dal termine Spies ha 4 secondi e mezzo di vantaggio su Stoner, che a sua volta si è sbarazzato di Dovizioso nel raggio di pochi giri mentre Rossi, in quarta posizione con la Ducati, è molto più staccato dalle due Honda; Texas Terror continua imperterrito nella sua gara perfetta, iniziando già la fase dei doppiaggi, cosa purtroppo frequente nella MotoGP dell’epoca.

Più indietro, a otto giri dal termine Nicky Hayden, con la seconda Ducati ufficiale, si porta in quinta posizione davanti a Colin Edwards, con il pilota Tech3 che rapidamente viene raggiunto anche da Lorenzo, che in settima posizione gira sugli stessi tempi del suo compagno di squadra Spies in testa alla gara.

A cinque giri dal termine Lorenzo passa agevolmente un Edwards in netta difficoltà con la sua moto, molta probabilmente a causa dello stesso problema alle gomme accusato dal suo compagno di box Crutchlow.

Negli ultimi tre giri non succede nulla: Ben Spies vince il Gran Premio d’Olanda e ottiene la sua prima vittoria in carriera in MotoGP, con oltre sette secondi di vantaggio sul leader del mondiale Casey Stoner! Andrea Dovizioso completa il podio in terza posizione, sprofondando nella seconda metà di gara chiudendo con un ritardo di oltre 27 secondi dal vincitore.

Quarto posto per Valentino Rossi, autore di una delle migliori gare in quella che sarà una delle sue stagioni più difficili della sua carriera in MotoGP. Alle sue spalle troviamo Nicky Hayden e Jorge Lorenzo, che negli ultimi tre giri ha recuperato circa sei secondi al pilota statunitense, non riuscendo però a superarlo per la quinta posizione. Lorenzo chiude così sesto al termine di un’ottima rimonta dopo l’incidente del via con Marco Simoncelli, anche lui capace di arrivare al traguardo risalendo fino al nono posto.

MotoGP

Il 25 giugno 2011 è stato il grande giorno di Ben Spies, ma purtroppo per lui quella gara sarà l’unica che riuscirà a vincere in MotoGP. Dopo quel trionfo, l’americano chiuderà il campionato al quinto posto con 176 punti, tornando sul podio solamente a Indianapolis e nella gara finale a Valencia, mentre il 2012 per Spies è stato molto difficile, tra i molteplici problemi tecnici, l’appiedamento a fine stagione per il ritorno in Yamaha di Valentino Rossi e gli infortuni rimediati in Malesia che l’hanno costretto a terminare anzitempo la stagione.

L’infortunio alla spalla destra tormenterà Spies anche nel 2013, quando l’americano ha cambiato casacca passando alla Ducati Pramac; il riacutizzarsi del dolore costringe l’americano a stare fermo già dopo due gare. Spies torna ad Indianapolis e si infortuna alla spalla sinistra, costringendolo a saltare le seguenti tre gare; ciò ha portato Spies e la Ducati Pramac a rescindere il contratto, con il pilota americano che decise di ritirarsi definitivamente dalle corse, a soli 29 anni, ponendo fine al calvario durato più di un anno. Tutto quando sembrava pronto a spiccare il volo verso i livelli più alti di questo sport, livelli che Spies ha raggiunto solamente in quel Gran Premio d’Olanda del 2011.

Qui i risultati della gara.

Immagini: Twitter / MotoGP

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Un Commento su “MotoGP | GP Olanda 2011: Il grande giorno di Ben Spies!”
Rossella Tremonti dice:

Mi ricordo benissimo il Gran Premio d’Olanda, che emozione

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