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MotoGP | GP Italia 2025, il weekend di Franco Morbidelli: fallo da cartellino giallo (fluo)

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 24 Giugno 2025 - 10:00
Tempo di lettura: 10 minuti
MotoGP | GP Italia 2025, il weekend di Franco Morbidelli: fallo da cartellino giallo (fluo)
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Il weekend al Mugello del pilota italo-brasiliano non può essere definito soddisfacente, specie nel confronto con Di Giannantonio.


In questo nuovo pezzo della serie “Il weekend di”, articoli dedicati al singolo pilota al termine di un Gran Premio del Motomondiale, tratteremo il GP Italia svolto da Franco Morbidelli, alfiere del team Ducati VR46 Pertamina Enduro. L’italo-brasiliano ha concluso la gara lunga del Mugello in sesta posizione.

All’apparenza un risultato soddisfacente, ma se visto con occhio più clinico (cosa che faremo in queste righe) esso non può esser definito tale, specie in rapporto alle prestazioni del compagno Fabio Di Giannantonio, giunto sul podio grazie ad un sorpasso su Francesco Bagnaia a due giri dalla fine nel cambio di direzione della Casanova-Savelli.

Il weekend in Italia rappresenta un po’ lo specchio dell’attuale situazione in cui Morbidelli si trova in MotoGP: dopo la conquista convincente del titolo Moto2 nel 2017, Franco ha bazzicato in team di seconda fascia per un po’ di tempo, a cominciare dalla squadra Honda Marc VDS (allora presente anche in MotoGP).

Dopo un solo anno povero di risultati (più per colpa del mezzo che per colpe proprie), “Franky” è passato alla concorrenza, nello specifico nel team Yamaha Petronas SRT, nuova squadra satellite del marchio di Iwata dopo la separazione con Tech3. Al suo fianco, nel 2019, giunge un debuttante destinato a fare grandi cose nella massima categoria: Fabio Quartararo.

Pur contando su una maggiore esperienza in MotoGP e nel Motomondiale nel suo complesso, il primo anno di confronto tra Quartararo e Morbidelli è impietoso: a fronte delle sei pole position di “El Diablo” (tra cui la prima a Jerez de la Frontera che lo rende il poleman più giovane nella storia della MotoGP) e dei sette podi da lui conquistati, “Morbido” non va oltre a quattro quinti posti come migliori risultati. Fabio conclude il campionato al quinto posto nella generale con 192 punti, contro i 115 di Franco (decimo).

Gli equilibri nel team Petronas cambiano e Razlan Razali, team principal, decide di affidare la moto semiufficiale del 2020 a Quartararo, mentre Morbidelli è costretto ad utilizzare il vecchio modello 2019. Una scelta che, paradossalmente, andrà a ribaltare completamente le carte in tavola in vista della stagione successiva, fortemente condizionata dalla pandemia di Covid-19.

Quartararo, infatti, si dimostra incredibilmente altalenante nel corso dell’anno e conclude la stagione sì con tre vittorie (Jerez 1, Jerez 2 e Montmelò), ma una serie di cadute e gare sottotono lo fanno sprofondare all’ottavo posto della generale. Morbidelli, al contrario, riesce a sfruttare magnificamente il buon pacchetto della M1 2019, ottenendo cinque podi, lo stesso numero di vittorie (Misano 1, Aragón 2 e Ricardo Tormo 2) e il titolo di vicecampione del mondo.

I risultati della stagione 2020 fanno ben sperare in prospettiva futura, ma il castello di carte comincerà a crollare dal 2021. In occasione del Gran Premio di Francia Morbidelli, in una caduta alla S du Garage Bleu, s’infortuna il ginocchio sinistro. Il #21 sarà sottoposto ad intervento nel giugno di quell’anno e per diversi mesi sarà costretto a rimanere in panchina, osservando il suo ex-compagno Quartararo (ora passato in Yamaha ufficiale) involarsi verso il titolo mondiale. Un infortunio, questo, che per diverso tempo sarà indicato come uno dei principali motivi della successiva crisi di “Morbido”.

Al rientro, in occasione del GP di San Marino 2021, Morbidelli sale a sua volta sulla M1 ufficiale, ereditata da un Maverick Viñales finito in rotta con il team al Gran Premio di Stiria. Da lì inizierà, nei successivi due anni, un calvario inaspettato e disastroso per l’italiano: ad eccezion fatta per un quarto posto sul bagnato in Argentina nel 2023, “Franky” non otterrà nessun altro risultato anche solo degno di nota, vedendo così allargarsi la forbice (prestazionale e di punti) tra sé ed il solito Quartararo (in lizza anche per il titolo 2022, nonostante una Yamaha in netto calo).

A fronte di un biennio in Yamaha disastroso, le prospettive per continuare in MotoGP appaiono poche durante il mercato piloti del 2023 in vista del 2024, ma a lanciare un salvagente al #21 è nientemeno che il team Ducati Pramac. La squadra senese di Paolo Campinoti e condotta da Gino Borsoi decide di dare fiducia alle potenzialità di Morbidelli, offrendogli così una sella sulla moto nettamente più forte del lotto in quel momento; in sostanza, Franco pesca il biglietto d’oro della fortuna, un po’ come Charlie Bucket nella Fabbrica di Cioccolato.

Le prospettive per un Morbidelli di nuovo protagonista in MotoGP nel 2024 ci sono tutte (un pilota motivato e tornato in forma fisicamente, una squadra clienti di primo livello, una moto dal potenziale assoluto), ma è di nuovo la sfortuna a metterci lo zampino. Durante un track day a Portimão ad inizio anno (sessione in cui partecipano tanti piloti di MotoGP e SBK, tra cui diversi piloti dell’Academy VR46 di Valentino Rossi), Franco viene coinvolto in una caduta alla curva Craig Jones, finendo rovinosamente a terra e perdendo anche i sensi.

Soccorso da Marc Márquez (presente al track day), Morbidelli rimedia un trauma cranico ed è quindi costretto a saltare l’intero programma di test d’inizio stagione. “Franky” si presenta quindi al primo appuntamento dell’anno, il Gran Premio del Qatar, su una moto completamente nuova e totalmente privo di riferimenti (eccezion fatta per i test a Valencia dell’anno prima), con la sensazione che ci vorrà del tempo prima che le performance tanto attese possano arrivare.

Difatti così è: nelle prime tre gare “Morbido” colleziona zero punti e riesce a sbloccare il proprio score solo a Jerez, giungendo quarto nella Sprint. Con l’inizio del ciclo europeo si assiste ad un miglioramento, ma Morbidelli è comunque lontano anni luci dalle prestazioni di Jorge Martín, contendente al titolo e campione a fine anno.

Pur avendo a disposizione una Ducati Desmosedici GP24 (da tutti considerata come una delle MotoGP definitive), Franco non raggiunge mai il podio (eccezion fatta per la Sprint di San Marino) ed il suo miglior risultato è un quarto posto in Indonesia. A fine anno c’è la separazione col team Pramac, che intanto è diventata squadra clienti Yamaha.

Anche stavolta, però, Morbidelli riceve un aiuto cruciale per poter rimanere nei piani alti dalla MotoGP, nientemeno dall’Academy di cui fa parte. Con la partenza di Marco Bezzecchi verso Aprilia, si libera un posto nel team Ducati VR46, squadra che, per il 2025, fornisce nuovamente una GP24 al #21.

Eppure, il 2025, pur iniziando decisamente meglio delle precedenti quattro stagioni, non sta soddisfacendo in pieno le aspettative dei sostenitori di Morbidelli: a parte due ottimi terzi posti in Argentina e in Qatar (quest’ultimo a tavolino, sfruttando la penalizzazione di Viñales) e un quarto posto ottenuto dopo una lotta al cardiopalma contro i fratelli Márquez a Silverstone, le prestazioni di “Morbido” sono state comunque piuttosto altalenanti durante l’anno.

Vediamo se al Mugello questa tendenza è cambiata o meno.

Venerdì

Il weekend del GP Italia classe MotoGP comincia con la FP1, una prima sessione a due facce per il team VR46. Mentre Fabio Di Giannantonio conquista un promettente quinto posto, Morbidelli non va oltre ad una 14a posizione, a 0″7 dal miglior tempo in ex aequo tra Marco Bezzecchi e Pedro Acosta e a quasi 0″4 da quello firmato dal compagno di squadra romano.

Durante la Practice, decisiva per il passaggio diretto o meno in Q2, Morbidelli corregge il tiro e si qualifica nono, precedendo di più di 0″1 Di Giannantonio. I due piloti giallo fluo occupano la nona e la decima posizione, salvandosi dal confinamento in Q1 per un paio di decimi, comunque sufficienti per puntare subito alla pole position.

Queste sono state le parole dell’italo-brasiliano al termine della prima giornata: “È stato un venerdì complicato qui al Mugello. Ma abbiamo migliorato passo dopo passo fino ad arrivare a passare direttamente in Q2, che è l’obiettivo principale del venerdì. Abbiamo ridotto il gap dai primi, che è un miglioramento rispetto all’inizio di giornata. Oggi ho faticato con la gomma soft a inizio turno, con la media sono andato più forte, ma quando ho montato di nuovo la morbida per il time attack, mi sono trovato bene. La giornata è stata un po’ particolare, non mi sono sentito totalmente a mio agio con il posteriore, ma abbiamo tempo per lavorare domani mattina e cercare di fare una buona FP2 per prepararci bene alla qualifica e alla Sprint”

Sabato

La seconda giornata del weekend comincia con una FP2 nella norma, in cui Morbidelli si ferma all’ottavo posto finale. I dubbi sul confronto col compagno di squadra, tuttavia, permangono: Di Giannantonio conquista la sesta posizione nella mezz’ora antecedente alle qualifiche, precedendo così il suo connazionale. Il distacco dal leader Viñales in questa sessione è di 0″320.

Terminata la Q1, l’azione in pista si accende durante la Q2, in una delle qualifiche più tirate della stagione. I protagonisti nella lotta alla pole position sono i fratelli Márquez, Pecco Bagnaia e Fabio Quartararo, mentre gli altri sono costretti, bene o male, a fare le comparse. E’ il caso dello stesso “Morbido”, che strappa una seconda fila a quasi 0″4 da Marc ma riesce a scipparla al suo compagno di squadra Di Giannantonio; i due ducatisti del team di Rossi partiranno sesto e settimo nelle due manche (anche se per il #21 c’è il rammarico per non aver potuto sfruttare degnamente il secondo giro buono).

La Sprint del sabato pomeriggio si dimostra una gara sottotono per Morbidelli: l’italo-brasiliano è solo settimo al traguardo, dietro a “Diggia” e ad un altro pilota italiano, Marco Bezzecchi sull’Aprilia. Gara senza molti scossoni quella dell’ex-campione Moto2, che guadagna così tre punti nella classifica iridata.

Ecco le sue dichiarazioni al termine della Sprint: “È stato un sabato complicato perché in qualifica avevo un pilota nel mezzo della pista e non sono riuscito a fare due tentativi di time attack. La posizione di partenza era buona, ma non ho avuto un grande spunto. La solita fatica del sabato è la mancanza di grip al posteriore che non mi ha permesso di spingere quanto volevo. Di solito, la domenica il nostro feeling è migliore e sicuramente lavoreremo per renderlo ancora migliore domani. Comunque, abbiamo fatto dei passi avanti rispetto a ieri, la posizione finale nella Sprint non è il massimo, ma abbiamo migliorato in termini di setting e feeling. Non vedo l’ora di correre domani, scenderemo in pista con la livrea speciale e sarà entusiasmante”.

Domenica

Nel giorno cruciale del Gran Premio il team VR46 si presenta in pista sfoggiando una livrea speciale, dedicata al tour live di Cesare Cremonini (amico di Valentino Rossi). Il giallo fluo tipico della squadra viene rimpiazzato da una combinazione multicolore, che porterà fortuna al lato del box #49.

Al contrario, la domenica di Morbidelli va storta quasi da subito. Dopo il quinto tempo racimolato nel warm-up, Franco ad inizio gara si ritrova a lottare per la quarta posizione contro Viñales, dalla quale si difende fino all’inizio del nono giro: il pilota KTM riesce a liberarsi dell’italiano nel primo settore della pista e cerca di mettersi alla caccia del terzetto di Ducati in testa.

Ciò, però, non avviene: all’ingresso della esse Materassi-Borgo San Lorenzo Morbidelli cerca di rinfilarsi all’interno dello spagnolo, finendo per toccarlo e stenderlo. Viñales, furioso per la manovra, è costretto al ritiro, mentre la direzione gara impone a Morbidelli un Long Lap Penalty per aver causato la caduta di un altro pilota.

Il calvario di Franco, però, non è finito: Morbidelli approccia il Correntaio ma sbaglia l’esecuzione del Long Lap finendo fuori dalla linea bianca ed è dunque costretto a rifarlo nel giro successivo. Nel finale il #21 riesce quantomeno a risuperare Raúl Fernández per la sesta posizione e, a fine gara, Morbidelli risulta autore del giro più veloce del Gran Premio in 1:46.474, compiuto al secondo passaggio.

Queste le sue parole dopo la gara lunga.

RISULTATI SESSIONI
FP1 – 14° (1:46.974, +0″775)
PR – 9° (1:45.144, +0″510)
FP2 – 8° (1:46.062, +0″320)
Q2 – 6° (1:44.568, +0″399)
Sprint – 7° (+7″631)
WUP – 5° (1:46.235 , +0″378)
Gara – 6° (+16″866)

Conclusioni – Voto 5/10

Alla luce della buona seconda fila strappata, parlare di Gran Premio positivo per Morbidelli pare una forzatura bella e buona, quasi stucchevole in certi sensi. La performance c’è stata, ma se rapportata ai piloti di fascia centrale i quali, per la maggior parte, non guidano una Ducati (che, come noto, è al momento la moto di riferimento del lotto). La svista durante il LLP (cosa che gli è costata circa 3″ per la seconda esecuzione) non ha modificato il risultato finale, ma è comunque un errore piuttosto banale.

A far calare drasticamente il voto è perlopiù la manovra su Viñales, ovviamente: per quanto Franco si sia scusato per l’accaduto e per quanto nelle corse il contatto possa far parte del gioco, questo tipo di manovre stanno diventando un po’ troppo la consuetudine per il #21, autore lo scorso anno di una manovra identica ai danni di Fabio Quartararo in Thailandia (con tanto di caduta, anche in quel caso, per lo yamahista).

A questi si aggiungono altri episodi nel corso degli anni (l’aver ostacolato Bagnaia ad inizio anno nella Practice della Thailandia, quanto fatto nella FP3 della Malesia nel 2022 ed il rallentamento su Aleix Espargaró in Qatar nel 2023, col famoso “coppino” ricevuto dallo spagnolo come risposta) che stanno cominciando a minare seriamente l’immagine di Morbidelli in pista. Franco si sta prendendo troppe libertà e, spesso e volentieri, si dimostra poco attento all’attenzione che si svolge attorno a sé (specie durante le prove).

Il timore è che l’ambiente in cui si trova, quello del team VR46, non possa farlo crescere a dovere per superare questi episodi. Non tanto per il valore della squadra condotta da Pablo Nieto ed Alessio Salucci, quanto più per la “protezione” di cui Morbidelli potrebbe godere in quanto, appunto, pilota dell’Academy. In fondo, il team di Valentino Rossi che vantaggio avrebbe nel mettere a rischio la sella di un pilota… protetto di Valentino Rossi?

Un timore, questo, emerso sin dallo scorso anno, quando è stato annunciato il passaggio nella squadra giallo fluo come rimpiazzo di Bezzecchi, più per questioni legate all’appartenenza di “Morbido” all’Academy che per meriti sportivi. Il che è un grosso peccato, perché anche quest’anno il #21 ha dimostrato che, quando c’è da allargare i gomiti nel pieno di una bagarre dura ma corretta, ne è perfettamente in grado (come contro Fermín Aldeguer ad Aragona).

Fonte immagine: flickr.com

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