Quartararo termina il suo “momento no”e vince sulle due Suzuki di Mir e Rins. Viñales delude ed è solo nono, Rossi e Dovizioso k.o. per cadute. Morbidelli, quarto, migliore degli italiani.
Le sorti del campionato MotoGP 2020 potrebbe esser decisamente cambiate dopo i fatti del Gran Premio di Catalunya al Montmelò, nello specifico a favore di Fabio Quartararo. Il pilota francese ha definitivamente terminato il suo periodo di magra collezionando la sua terza vittoria stagionale e nella classe regina, sullo stesso tracciato dove nel 2018 ha ottenuto il suo unico successo in Moto2, e dove nel 2019 ha invece conquistato il suo primo piazzamento nei primi. Per Yamaha si tratta invece del terzo successo consecutivo nelle ultime tre gare e del quinto nell’arco di quest’annata, segno di una moto che, pur con i suoi punti deboli, può essere considerata il punto di riferimento in termini di competitività della categoria.
Nonostante ciò, la giornata degli altri yamahisti non è stata proprio tra le migliori. A fronte di una qualifica in cui nelle prime cinque caselle sono state potevamo trovare le quattro M1, al traguardo due degli altri tre piloti sono giunti in quarta e nona posizione. Franco Morbidelli ha conquistato un discreto quarto posto dopo esser stato nella scia del compagno per più di metà gara, prima di ritrovarsi alla frutta con gli pneumatici e in balia di chi rimontava da dietro. Maverick Viñales è stato invece autore di una delle sue solite partenze al rallentatore, sprofondando addirittura fuori dalla zona punti e recuperando solo nel finale, facendo qualche sorpasso e approfittando dei ritiri davanti a sé. Ben più amara la conclusione della gara di Valentino Rossi, caduto a nove giri dal termine mentre cercava di tenere a freno la corsa di Quartararo. Non la maniera migliore per celebrare il suo futuro passaggio al team satellite Petronas.
Se per Yamaha c’è un po’ di discontinuità osservando i risultati dei quattro piloti, in casa Suzuki si dà importanza alla consistenza su lungo termine. Nei due gradini del podio restanti si sono difatti piazzati Joan Mir e Álex Rins: il primo, autore di una buona partenza, ha preferito gestire nella parte centrale della gara per poi rifarsi con gli interessi sugli avversari davanti a sé nel finale; il secondo, partito nelle retrovie, è scattato benissimo recuperando da subito diverse posizioni, superando a pochi giri dal termine Morbidelli e conquistando, finalmente, il suo primo podio stagionale. In sintesi, la GSX-RR si sta confermando, GP dopo GP, come la moto più completa, tanto da ottenere un doppio podio che per le moto azzurre non arrivava da tredici anni (Chris Vermeulen e John Hopkins secondo e terzo a Misano nel 2007). Va infine sottolineato come Rins abbia festeggiato il suo risultato, salutando il suo vecchio amico Luis Salom nel punto del tracciato dove morì nel 2016.
La giornata della Ducati è stata in parte salvata dal team Pramac, che si è rifatto dalle sfortune di Misano 2 ottenendo un quinto e un sesto posto con Jack Miller e Francesco Bagnaia, autori di due gare agli antipodi a conti fatti. Il bilancio in chiave campionato è però disastroso: le aspettative di Andrea Dovizioso dopo le pessime qualifiche di ieri non erano di certo le migliori, ma di certo il forlivese non si aspettava di concludere la gara dopo meno di un chilometro in curva 2. Dovizioso è stato infatti falciato da Johann Zarco, caduto a sua volta a seguito di una reazione a catena innescata da Petrucci, che ha rischiato di perdere l’anteriore costringendo il francese a rallentare. Per il ternano alla fine c’è un ottavo posto senza infamia ma senza nemmeno lode, mentre per il compagno la rincorsa al titolo, considerando l’attuale livello della Ducati, si fa molto più difficile.
Gara della Honda senza acuti, ma comunque portata al termine con un risultato sufficiente da parte del team LCR, considerando soprattutto la situazione. Takaaki Nakagami ha chiuso al settimo posto riuscendo a tenere la scia di Bagnaia e Miller nelle ultime fasi, mentre Cal Crutchlow ha chiuso la top ten a 14” dal vincitore Quartararo; considerando l’infortunio al braccio e la rottura dei legamenti della caviglia di metà settimana, è un risultato d’oro per l’inglese, che si è preso pure il lusso di tenere dietro Viñales per diversi giri. Punti per Álex Márquez, 13°, mentre Stefan Bradl è ultimo a oltre trenta secondi dal vincitore.
Un altro marchio che esce con le ossa rotte è la KTM, che piazza il proprio miglior pilota, Brad Binder, solo all’11° posto, mentre Iker Lecuona è giunto 14°. Questo risultato così deludente è anche frutto delle debacle dei due piloti più esperti, Pol Espargaró e Miguel Oliveira, entrambi scivolati quando avevano un risultato discreto alla portata. L’incostanza di risultati, unita anche a una moto e a dei piloti ancora acerbi, potrebbe aver definitivamente cancellato le speranze iridate della Casa di Mattighofen in questo 2020.
Il 12° posto finale di Aleix Espargaró su Aprilia non dà abbastanza credito agli sforzi dello spagnolo durante la gara, anche lui autore di una partenza fulminea dalle retrovie e anche lui capace di lottare con piloti di moto ufficiali quali Viñales e Álex Márquez. Giro a vuoto invece per Bradley Smith, 16° e penultimo sulla seconda RS-GP20.
La classifica piloti muta ancora una volta, con Fabio Quartararo che torna in testa al campionato dopo averla brevemente lasciato dopo la giornataccia di Misano 1. 108 punti per “El Diablo”, seguito però a brevissima distanza da Joan Mir, con 100 punti tondi, e da Maverick Viñales, a 18 lunghezze. Andrea Dovizioso perde ben tre posizioni in un colpo solo ed è ora a 24 punti da Quartararo (praticamente una gara intera), mentre la seconda Ducati in classifica è quella guidata da Jack Miller, superato da Franco Morbidelli di soli due punti. Rossi scende invece oltre la top ten dopo la seconda caduta in due Gran Premi.
La prossima gara in calendario sarà quella di Le Mans, per il Gran Premio di Francia alla sezione Bugatti del Circuit de la Sarthe, dove recentemente sono state disputate le 24 Ore del WEC e del campionato endurance di motociclismo. Storicamente si tratta di una pista Yamaha, ma nel corso degli ultimi anni la Ducati qui si è trovata spesso nelle primissime posizioni, piazzando anche tre piloti nei primi quattro lo scorso anno. KTM e Suzuki rimangono incognite, e chissà che non sia proprio un pilota della Casa di Hamamatsu a trovarsi in testa al campionato piloti dopo il GP di Le Mans.
Questi i risultati del Gran Premio di Barcellona e la generale piloti.
Fonte immagine: sepangracingteam.com
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