Segue la cronaca del Gran Premio di Catalunya 2020 classe MotoGP. La gara è durata ventiquattro giri e si è svolta in condizioni d’asciutto. A vincerla è stato Fabio Quartararo su Yamaha Petronas SRT.
Nonostante un cielo nuvoloso, la pioggia alla fine non fa capolino sul tracciato, permettendo ai piloti di disputare normalmente la gara. Praticamente tutta la griglia sceglie due gomme Soft, eccezion fatta per Brad Binder, Miguel Oliveira, Álex Márquez e i due fratelli Espargaró che optano per una Michelin media al davanti.
Si spengono i semafori e Morbidelli è il più reattivo al via dalla prima fila, tanto da aver già un margine sufficientemente ampio su Miller e Rossi che lo seguono nelle prime due curve. Quartararo è quarto mentre alle loro spalle ci sono già i primi colpi di scena: Petrucci e Dovizioso partono bene e s’inseriscono in top ten, ma nel cambio di direzione della seconda curva il ternano rallenta un istante per non perdere la moto, portando all’errore Zarco che perde l’anteriore; il francese, nella caduta, porta con sé anche il “Dovi”, costretto a vedere la sua leadership in campionato sfumare dopo pochi secondi.
In questo start così convulso hanno guadagnato sei posizioni Rins, Bagnaia e Aleix Espargaró, mentre Maverick Viñales ne ha addirittura perse dieci, rimanendo ai margini della zona punti. Davanti Morbidelli tenta subito la fuga, mentre Rossi passa Miller in curva 5. L’australiano cerca di stare vicino al pesarese, ma alla Caixa sbaglia la staccata e si vede sfilare anche dalla terza M1.
Nella prima fase del Gran Premio i primi cinque, composti dalle tre Yamaha, Miller e Mir fanno un discreto gap sul resto della griglia, con Pol Espargaró a comandare il gruppo degli inseguitori davanti ad Álex Rins, Danilo Petrucci e Francesco Bagnaia. Viñales, col serbatoio carico, non solo non riesce a recuperare posizioni ma scende addirittura al 16° posto, dietro anche Cal Crutchlow.
Dopo qualche giro di studio, Quartararo decide di rompere gli indugi sui due compagni di marca: al sesto passaggio il #20 attacca Rossi alla fine del lungo rettilineo passandolo con una bella staccata, mentre tre giri dopo è il turno di Morbidelli, che deve cedere al compagno senza poter opporre molta resistenza. I tempi si abbassano ed “El Diablo” gira sul ’40 bassissimo, ma i due compagni di marca riescono a reagire rimanendo nella sua scia.
Il gruppo di testa comincia a sfilacciarsi, con Mir apparentemente in difficoltà e Miller che perde, giro dopo giro, qualche decimo da Rossi davanti. Con le condizioni abbastanza congelate tra i primi cinque, è Rins all’attacco sulla seconda Suzuki, che passa Pol Espargaró e lo molla lì a battagliare insieme a Binder e alle altre due Ducati per la settima posizione. Non riesce a far lo stesso Bagnaia, sceso 11° dietro alle RC16S del sudafricano e di Miguel Oliveira.
La battaglia tra l’Espargaró più giovane e Petrucci dura qualche giro, fino a quando lo spagnolo non cade in curva 1 nel tentativo di chiudere la traiettoria al ternano. Con la caduta del proprio pilota di punta, le aspirazioni iridate della KTM si assottigliano, con anche Oliveira in difficoltà e ripassato da Bagnaia, mentre davanti la situazione muta: alla staccata della 1, al quattordicesimo giro, Morbidelli si scompone dovendo andare largo e fuori traiettoria, permettendo così a Rossi di sfilare. Per fortuna di Morbidelli, il duo Miller-Mir è troppo lontano, con “Jackass” che sta finendo le gomme e sta perdendo ritmo in maniera consistente.
A nove giri dal termine, un altro colpo di scena: alla 2 Rossi perde l’anteriore senza preavviso e scivola, buttando al vento l’occasione di poter tornare al successo o anche nella corsa iridata. Ne approfitta a piene mani Mir, che passa un Miller in difficoltà approfittando di un suo errore alla 10 e si mette poi alla caccia di Morbidelli per la piazza d’onore. Le Suzuki sembrano inarrestabili in questa fase, perché anche Rins, con pista libera, sta raggiungendo la lotta per il podio, mentre Viñales rientra in top ten approfittando della caduta di Miguel Oliveira.
Ben presto Miller diventa una preda facile anche per il #42, che lo infila al rampino della Caixa. E’ all’attacco anche il suo compagno di squadra, che a tre giri dalla fine è addosso a Morbidelli e riesce a superarlo alla fine del dritto con discreta facilità; dopo neanche un giro, anche la seconda GSX-RR passa l’italo-brasiliano, in evidente calo con le gomme, mentre Bagnaia e Nakagami, dopo aver passato Petrucci, stanno raggiungendo anche Miller.
Anche Quartararo, dopo aver spinto all’inizio, è visivamente in difficoltà, ma il vantaggio guadagnato nella parte centrale della gara gli è sufficiente per aggiudicarsi la vittoria, la terza dell’anno che gli vale anche la leadership nel mondiale. Ennesimo podio per Joan Mir, con la Suzuki che festeggia il primo doppio risultato nei primi tre con due piloti dal Gran Premio di San Marino del 2007, con Chris Vermeulen e John Hopkins che giunsero alle spalle di Casey Stoner a Misano. Morbidelli alla fine arriva quarto stringendo i denti, davanti alla coppia Pramac Miller-Bagnaia. Solo nono “Top Gun” sulla Yamaha ufficiale.
Questi i risultati del Gran Premio della MotoGP e la generale piloti.
Fonte immagine: sepangracingteam.com
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