MotoGP | GP Argentina: Caos regolamentare, vince Crutchlow

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Tempo di lettura: 7 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
8 Aprile 2018 - 22:20
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Se già il Gran Premio di Argentina 2015 aveva fatto discutere moltissimo, quello odierno non farà dormire molte persone questa notte. Il vincitore è stato Cal Crutchlow su Honda del team di Lucio Cecchinello. Per l’inglese è la terza vittoria nel mondiale, dopo quelle ottenute a Brno e a Phillip Island nel 2016, ma a rubare la scena anche questa volta è stato Marc Márquez. Il problema è che oggi l’ha fatto nel modo più sbagliato possibile: dimostrando di avere un passo esagerato per tutto il weekend, Marc è stato costretto a fare una rimonta a causa di uno spegnimento della moto al via e di una manovra che l’ha penalizzato successivamente con un ‘ride through. Ciò che è successo dopo rimarrà nella mente di molti come una delle condotte più esagerate mai viste in un GP, dopo aver fatto un sorpasso alla 13 troppo esagerato su Aleix Espargaro e successivamente un secondo su Valentino Rossi. Ciò che non doveva accadere, ovvero la caduta di Rossi a causa del contatto, è avvenuto sfortunatamente con Marc che a fine gara è stato ulteriormente penalizzato di trenta secondi. La classifica lo vede 18°, ma la mera posizione non racconta adeguatamente “l’avventura” del catalano. Tutto intanto è andato a vantaggio di Dovizioso, classificatosi sesto. Ora via alla cronaca di una gara pazza.

A dieci minuti dallo spegnimento dei semafori arriva l’imprevisto più temuto: ricomincia a piovere e alcuni dei piloti decidono di ripiegare dai box insieme alle proprie moto. I commissari espongono i cartelli “Start delayed” per avvisare del ritardo nella procedura di partenza, e tutti i piloti decidono di rientrare ai box insieme ai propri bolidi e meccanici. L’unico a rimanere, quasi stoicamente, in griglia è Jack Miller, che decide di puntare a priori sulle slick nonostante le gocce d’acqua.

E’ un momento di grande confusione questo: ai box del team Pramac si pensa che i piloti rientrati debbano partire dai box, cosa che darebbe vantaggio a Miller, ma essendo rientrati prima del giro di ricognizione la regola non si dovrebbe applicare. A cinque minuti dal via viene deciso di far partire tutti i piloti rientrati dalla griglia, ma con un intero schieramento a separarli dal poleman Miller, unico rimasto sulla sua casella.

Tra mille dubbi si parte alle 20:15, ma gli imprevisti non sono finiti: finito il giro di ricognizione la Honda di Márquez si spegne! I commissari gli fanno cenno di andare verso i box, ma lo spagnolo imperterrito riesce a far ripartire la sua moto e “facendo manovra” in contromano, si piazza sulla sua casella. Finalmente la gara parte con Miller che gode del vantaggio al via e precede con un po’ di margine le Honda di Pedrosa e Marc; Zarco è quarto, Rins quinto.

Già alla fine del primo giro si assiste al primo ritiro, quello di Pedrosa: Dani è attaccato da Zarco alla 13 con ancora la pista bagnata all’esterno. Il francese dall’interno costringe “Camomillo” ad andare largo sul bagnato, e l’high-side è inevitabile. Davanti intanto Miller tiene la testa inseguito da Márquez e da Rins, mentre le Yamaha di Rossi e Viñales sono solo in nona e 13a posizione. Dovizioso è ottavo in lotta con Rabat, mentre Lorenzo è in enormi difficoltà in 20a posizione.

Al secondo giro il campione del mondo passa al comando superando il ducatista alla 6. Sembra l’inizio di una superba cavalcata, ma nel giro seguente lo spagnolo viene prima messo sotto investigazione e poi penalizzato con un ‘ride through. Alla fine del sesto giro Márquez effettua il suo passaggio ai box, lasciando di nuovo il comando a “Jackass”, a Zarco e a Rins. Quarto Crutchlow.

Rabat tiene la posizione su Dovizioso per qualche giro prima di cedere al compagno di marca, mentre Rossi è in lotta inizialmente con Iannone e poi con Viñales che risale la china. Márquez intanto inizia la sua rimonta ma la comincia nella maniera sbagliata, in altre parole con una cattiveria esagerata su Aleix Espargaro in curva 13: il “Cabroncito” prova a infilarsi in uno spazio inesistente mandando largo il pilota dell’Aprilia, a cui dovrà restituire la posizione poco dopo. E’ la prima grossa “colpa” di Marc odierna.

Nel gruppo di testa, separato di più di dieci secondi dal secondo gruppone, Miller mantiene la testa e si accende il suo duello con Rins per il primo posto. Rins tenta un attacco alla 8 ma deve allargare lasciando lo spazio necessario all’australiano per stare davanti. Dietro Márquez continua con la sua furia e si “mangia” piloti come Luthi e Morbidelli. E’ già 12°, mentre le Yamaha ufficiali hanno ripreso ritmo raggiungendo la sesta posizione di Dovizioso.

Le due M1 ufficiali ritrovano smalto superando Dovizioso, approfittando delle difficoltà dell’italiano su questa pista. Nonostante questo Dovi è il migliore delle Ducati GP18 vista l’11a posizione di Danilo Petrucci e la scomparsa totale di Lorenzo dalla zona punti.  Davanti anche Crutchlow tiene bene il ritmo dei primi tre.

A nove giri dal termine Rins ci prova e passa l’australiano alla 6, per poi completare il sorpasso nel curvone successivo. Già nel giro successivo però il pilota Suzuki sbaglia alla 8 regalando nuovamente la testa al #43, che a sua volta sbaglia alla 13 perdendo ben tre posizioni. Ora c’è Cal al comando davanti a Zarco e Rins terzo. Più indietro Márquez gira come un pazzo e recupera altre due posizioni, ed è alle spalle di Dovizioso e delle due Yamaha.

Il sorpasso su Dovizioso è pulito e non crea problemi a nessuno dei due piloti, ma con Rossi arriva il fattaccio: come con Aleix, Márquez si rituffa a velocità folle alla penultima curva costringendo al largo Rossi; la manovra è ancora più esagerata rispetto a quella precedente, tanto che il pesarese deve andare sull’erba e la sua M1 si affloscia a causa della superficie bagnata. Marc prova a chiedere scusa col braccio ma Rossi risponde con gesti ben chiari. Il #46 riuscirà a riprendere la pista ma al 19° posto.

L’attenzione si concentra, anche se solo in parte, davanti: Zarco al penultimo giro è primo ma in fondo al lungo rettilineo Crutchlow lo risorpassa, iniziando l’ultimo giro al comando e difendendosi bene da Zarco. Il britannico vince così per la prima volta in Argentina, dove aveva già ottenuto due podi nelle ultime tre stagioni, mentre Zarco ottiene un altro secondo posto che fa morale dopo la delusione di Losail. Márquez, capace di superare pure Viñales all’ultima curva, giunge quinto ma viene prontamente sanzionato con altri trenta secondi di penalità che lo fanno scendere addirittura al 18° posto, ironia della sorte davanti a Rossi.

Al ritorno ai box, mentre Cal festeggia con l’intero team di Cecchinello, Marc si dirige verso il box della Yamaha Factory per provare a chiedere scusa all’italiano, ma viene fermato sia dai meccanici di Iwata che da Uccio, facendogli capire che le sue scuse non sono ben’accette in quel momento.

Nella classifica del mondiale, la gara di oggi ha rimescolato incredibilmente le carte: ora al comando c’è proprio Crutchlow con 38 punti, seguito da Dovizioso a 35 grazie al sesto posto ottenuto e a Zarco, terzo a quota 28. Viñales è quarto a 21 mentre sia Márquez che Rossi rimangono fermi rispettivamente a 20 e a 16 punti. Situazione che va certamente a vantaggio della Ducati di Dovi, che guadagna punti che sulla carta qui avrebbe dovuto perdere sull’hondista.

Il prossimo appuntamento sarà ad Austin, per il Gran Premio delle Americhe. Qui la legge da rispettare è sempre stata la numero 93, che però potrebbe pagare la brutta aria che ora si respira attorno a sé e al box Honda. Gara americana che potrebbe vedere anche il ritorno in pompa magna della Ducati, e anche di piloti come Pedrosa.

Qui i risultati della gara e la classifica di campionato.

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