MotoGP | GP Americhe 2025, il weekend di Álex Márquez: tre indizi fanno una prova

Autore: Alyoska Costantino
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Pubblicato il 1 Aprile 2025 - 22:20
Tempo di lettura: 10 minuti
MotoGP | GP Americhe 2025, il weekend di Álex Márquez: tre indizi fanno una prova
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Dopo i primi tre round è il Márquez che non ci si aspetta a comandare la classifica, pur non avendo ancora vinto un GP.


Il secondo pilota oggetto di analisi in questa settimana post-GP, per la rubrica “Il weekend di…” dedicata al Motomondiale, è Álex Márquez, ovvero il nuovo leader del campionato MotoGP. Il più giovane dei due fratelli, al suo terzo anno in Ducati Gresini, sta vivendo non solo il proprio inizio di stagione migliore in assoluto da quando è in top class, bensì anche il proprio momento più splendente da quando corre nel Circus iridato.

Un avvio di stagione sicuramente inaspettato, pur parlando di un due volte campione del mondo. Álex è stato l’unico, prima dell’ascesa del fenomeno Pedro Acosta, a conquistare sia il titolo Moto3 che quello Moto2 dalla nascita di ambo le categorie, anche se i suoi trionfi nelle propedeutiche non sono mai stati visti come risultati ottenuti di forza o dall’altissima considerazione, bensì frutto di alcune situazioni fortuite e a tratti inaspettate.

Il titolo del 2014, ottenuto nella classe leggera con la squadra Honda Monlau Estrella Galicia, è stato conquistato approfittando dell’incostanza dei principali rivali in quella stagione, su tutti Jack Miller che, pur avendo conquistato sei vittorie ed otto pole position ed avendo dato prova di esser stato il più forte sul piano velocistico, ha cestinato numerose gare lasciando campo libero allo spagnolo.

I nodi al pettine, per Álex, sono cominciati ad arrivare in Moto2: pur contando sul supporto del team più forte della classe di mezzo dell’epoca, ovvero la squadra Marc VDS, il #73 ha dovuto attendere ben cinque anni prima di potersi fregiare del secondo titolo. L’adattamento alla serie monomotore è stato lento ed è durato almeno due stagioni, prima che Márquez diventasse un vero protagonista del campionato a partire dal 2017.

Il confronto perso contro Franco Morbidelli quell’anno e la successiva annata 2018, costellata di errori ed occasioni sprecate, non hanno però abbattuto Márquez, che nel 2019 ha prevalso in una sfida iridata piuttosto aperta e con tanti nomi coinvolti. Anche in questo caso, però, l’ex-pilota Marc VDS non si è dimostrato il più veloce nel corso di quell’anno, a fronte di un Brad Binder incredibilmente grintoso ma svantaggiato da un telaio KTM poco versatile.

Álex ha potuto così compiere il passaggio in MotoGP da campione del mondo, nientemeno che nel team Honda HRC Repsol come sostituto di Jorge Lorenzo e come compagno del fratello Marc, fresco del suo ottavo titolo iridato. Non si fa peccato a pensare che la scelta di Álex nel team sia stata probabilmente propiziata dalla stesso “Cabroncito”, altrimenti appare difficile pensare che, all’epoca, Honda potesse puntare le proprie fiches sul Márquez più giovane.

Essendo in tema, non si può non parlare di quello che, a conti fatti, è sia il più grande vantaggio di cui Álex gode che il suo più grosso svantaggio: il cognome che porta. Essere parente stretto del fenomeno Marc, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi piloti di tutti i tempi, ha sì permesso ad Álex di ritrovarsi qualche porta aperta in più (come l’avventura in HRC nel 2020), ma allo stesso tempo l’ha messo di fronte ad un confronto quasi insormontabile per chiunque, che l’ha reso “il fratello di” anziché permettergli di mantenere una propria identità.

Fa strano che, a distanza di cinque anni da quel debutto e con tutto ciò che è accaduto nel frattempo, ora i due siano primo e secondo in classifica generale nel massimo campionato a due ruote, con Álex davanti a Marc di appena un punto. Situazione quasi certamente temporanea, ma comunque curiosa e degna, appunto, di un’analisi.

Venerdì

Álex ed il team Gresini si sono presentati al COTA con l’obiettivo di dare continuità al loro fantastico inizio di stagione, con le doppiette di secondi posti conquistate in Thailandia e in Argentina che hanno concentrato le attenzioni sul #73. Il GP delle Americhe si poneva come possibile “prova del nove” per lo spagnolo e se fosse stato in grado di brillare anche su questo tracciato, così fisico e completo rispetto ai due precedenti, l’idea di un secondo Márquez protagonista per tutto il 2025 non sarebbe stata poi così utopistica.

Le FP1 del venerdì mattina, però, non hanno dato una mano: il turno bagnato che i piloti hanno dovuto affrontare non ha permesso di capire al 100% i valori in campo, se non quelli relativi al pilota favorito per la vittoria, ovvero Marc Márquez. Per quanto riguarda Álex, invece, la prima sessione ha riservato un discreto settimo posto.

Il gioco ha cominciato a farsi duro nella Practice. Durante le prequalifiche, svolte sull’asciutto ma con pista ancora leggermente umida ed in continuo miglioramento, Marc ha calato la mannaia ed è sceso sotto il 2:03, mentre Álex ha completato il turno al quarto posto davanti al proprio compagno di squadra Fermín Aldeguer, autore ad Austin del proprio miglior weekend (almeno in termini prestazionali).

Queste sono state le parole di Álex: “Sicuramente il venerdì migliore della stagione. Era importante trovare il feeling su tutte le condizioni e soprattutto non commettere errori: ci siamo riusciti, abbiamo centrato agilmente la Q2 e ora possiamo concentrarci su fare bene anche il sabato. C’è tanto su cui lavorare, in particolar modo con le gomme sull’asciutto, ma dobbiamo essere soddisfatti e rimanere concentrati. Sarà interessante la giornata di domani e sicuramente sarà molto complicata per tutti”.

Sabato

Il risultato ottenuto dal primo pilota Gresini durante la Practice gli ha assicurato l’accesso diretto in Q2 e, dopo una FP2 di riscaldamento conclusa al secondo posto dietro al solito Marc (a 0″4 di distanza), sono iniziate le qualifiche. Per il terzo Gran Premio di fila Álex si è assicurato la prima fila, questa volta in terza posizione al fianco della Ducati #93 ma anche della #49 guidata da Fabio Di Giannantonio, che gli ha soffiato la palma di miglior pilota privato.

Il bicampione del mondo si è rifatto nella Gara Sprint del sabato pomeriggio (sabato sera in Italia). In una fotocopia delle manche corte corse a Buriram e a Termas de Río Hondo, Álex Márquez ha saputo contenere l’attacco nel primo giro di Francesco Bagnaia superandolo in curva 20 (in seguito all’incrocio a tre avvenuto con Marc all’uscita della 19), tenendo poi la coda del fratello e chiudendo col quinto secondo posto dell’anno, valevole per la terza medaglia d’argento consecutiva.

Qui le sue dichiarazioni al sabato.

Domenica

La giornata clou, quella della domenica, è iniziata nel segno di un warm-up a conti fatti inutile, non solo per la breve durata ma anche per quelle che sono state le condizioni della pista alle 21:00 italiane. La pioggia caduta durante la gara Moto2 ha lasciato il tracciato di Austin in una sorta di limbo tra asciutto e bagnato, facendo sorgere non pochi dubbi sulla scelta da compiere tra gomme Slick o Rain.

Il caos è culminato a tre minuti dalla prima partenza, durante il quale si è assistito ad una scena quasi surreale coi piloti in griglia, in primis Marc Márquez ed in coda molti altri, che si sono affrettati a tornare ai box per salire sulle moto di riserva, già preparate da tutte le squadre per l’asciutto. La bandiera rossa ed il successivo ritardo della partenza hanno salvato la gara dei piloti entrati in pit-lane per il cambio affrettato, che così hanno potuto evitare una successiva sanzione a gara in corso.

Tra questi c’è lo stesso Álex, che alla partenza delle 14:10 ha potuto schierarsi dalla sua terza casella originale. L’avvio, stavolta, è stato migliore di quello del sabato ed il #73 si è messo nuovamente alla coda della Ducati ufficiale partita dalla pole, respingendo gli attacchi alla 11 e alla 12 di Pecco Bagnaia, nelle vesti di guastafeste.

Al quinto giro il torinese è riuscito a superare Álex in fondo al lungo rettilineo che porta alla zona mista del tracciato, ma a restituire la seconda posizione all’alfiere Gresini ci ha pensato l’inaspettato (e banale) errore di Marc in testa alla gara, caduto nel primo settore dopo aver aggredito troppo un cordolo bagnaticcio. Il resto della gara del Márquez superstite non ha subito scossoni, con solo il brivido del rientro nel finale di Di Giannantonio che, però, non si è concretizzato.

Márquez, 2″ dopo Bagnaia, ha quindi tagliato il traguardo in seconda posizione per la sesta volta di fila, la terza nei soli Gran Premi. Un risultato importantissimo e che gli ha permesso di salire per la prima volta in testa alla generale del campionato MotoGP, di un solo punto davanti al fratello maggiore; ad Álex non accadeva di essere in testa ad un campionato da Valencia 2019, ovvero dalla sua ultima gara in Moto2.

Qui troverete le sue ultime dichiarazioni del weekend.

RISULTATI SESSIONI

FP1 – 7° (02:13.314, +0″783)
PR – 4° (02:03.811, +0″882)
FP2 – 2° (02:02.553, +0″440)
Q2 – 3° (02:01.448, +0″360)
Sprint – 2° (+0″795)
WUP – 7° (02:02.746, +0″873)
Gara – 2° (+2″089)

Conclusioni

All’inizio del weekend al COTA ci si chiedeva se il bel momento di Álex Márquez in questo 2025 sarebbe continuato, e la risposta è un secco sì. Nonostante il ciclo europeo non sia ancora cominciato, durante il quale i valori in campo saranno più stabili e duraturi, l’esser stato così veloce su un tracciato così completo e provante come quello di Austin è una prova tangibile dell’attuale solidità del #73, ben più convincente rispetto a ciò che abbiamo visto nel corso dei suoi primi due anni in Gresini.

Il mezzo di cui dispone ha sicuramente un peso in tutto questo: come detto a più riprese da addetti ai lavori, stampa e piloti, la Desmosedici GP24 è una moto che rasenta la perfezione in quanto prototipo MotoGP e non è un caso che lo stesso team ufficiale, al momento, stia utilizzando un modello in larga parte identico a quello già usato lo scorso anno da Bagnaia e dall’ex-ducatista Enea Bastianini (telaio e motore, infatti, sono rimasti gli stessi).

Tuttavia, c’è anche dell’altro dietro alle belle performance di Álex in questo inizio di 2025: la squadra Gresini è famosa per il bell’ambiente che è capace di costruire attorno ai propri piloti e lo stesso Marc, terminata la sua breve avventura nel team lo scorso anno, l’ha ampiamente riconosciuto. Ciò ora sta aiutando lo stesso Álex, il quale probabilmente sta anche giovando della fiducia che la struttura faentina ha riposto in lui in quanto nuovo caposquadra.

L’attuale situazione di classifica non deve comunque ingannare: per quanto Álex ora sia primo nella generale piloti e con merito, il GP delle Americhe ha messo in evidenza come, in una situazione normale, il team Ducati Lenovo abbia margine con entrambi i piloti. Un Marc Márquez in piena forma ed un Bagnaia a cui gira tutto bene possono, senza troppe difficoltà, mettersi il #73 alle proprie spalle, segno di come il più giovane dei due fratelli non possa essere considerato un candidato al titolo mondiale.

Tuttavia, le quotazioni del classe 1996 per portarsi a casa una vittoria sono altissime quest’anno, e non solo nelle Sprint ma anche in un Gran Premio vero e proprio. Per quanto belli, i due centri nelle gare brevi ottenuti nel 2023 valgono il giusto sia sportivamente che moralmente e non possono certo soddisfare la fame di un ex-campione come Álex (discorso che va applicato, in misura ancora maggiore, anche alla F1 e soprattutto per un sette volte iridato e per una Scuderia che conta oltre 30 titoli, ma questa è un’altra storia).

L’appuntamento con la vittoria appare prossimo, al team di Nadia Padovani e ad Álex Márquez non resta che mettere tutti i tasselli insieme e sperare anche in un pizzico di fortuna, che non guasta mai.

Fonte immagini: gresiniracing.com

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