MotoGP, Bagnaia vs. Márquez e la polemica in qualifica: debolezza psicologica di uno o forza della disperazione dell’altro?

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
10 Giugno 2023 - 23:03

Molti, durante il weekend del Mugello, sembrano imputare la sfuriata di Bagnaia ad una pressione psicologica, poi gestita al meglio da Pecco nella Sprint. Che non sia invece Márquez quello veramente in affanno?


Il sabato di Pecco Bagnaia del GP Italia 2023, a giudicare dai risultati prettamente statistici, pare sia stato semplicemente perfetto: primo posto nella FP, pole position in mattinata ed infine il successo nella Sprint Race del pomeriggio, al comando di un filotto di cinque Ducati che rappresenta la fotografia dei valori in campo attuali. Il tutto, utile ricordarlo, con Bagnaia ancora zoppicante per la microfrattura al piede destro.

Nonostante ciò, Bagnaia rimane comunque il pilota più forte del momento a bordo del missile bolognese, ma a dispetto dei risultati permane lo scetticismo, alimentato da quanto accaduto durante le qualifiche di stamattina. Il giro buttato per l’ingresso in pista di Marc Márquez (più per deconcentrazione dell’italiano che altro) e la successiva sfuriata di Pecco hanno rialimentato le fiamme della critica nei confronti dell’attuale campione del mondo, colpevole di “essere troppo fragile psicologicamente”.

La risposta del torinese, tuttavia, è stata perentoria circa tre minuti dopo con l’1:44.855 realizzato sul finale della Q2, valido per il nuovo record della pista e la già menzionata pole. Il tutto mentre Marc Márquez, colui che lo avrebbe messo alle corde sul lato psicologico secondo molti, strappava la seconda posizione in gran parte grazie alla scia fornita dalla Ducati #1.

Pare paradossale come, nonostante ad avere la meglio sia stato l’italiano concedendo anche il bis nella Sprint davanti a Bezzecchi, per molti la battaglia stia andando a vantaggio del pilota di Cervera, il quale pare invece costretto ad usare ogni singolo mezzo a propria disposizione pur di raccattare qualche risultato. Come non dimenticare la pole conquistata a Portimão ad inizio anno succhiando la scia dell’altra Ducati factory, quella di Enea Bastianini?

Anche al Mugello il #93 ha ripetuto la sua strategia oramai solita e divenuta praticamente scontata, ma stavolta nemmeno questo è bastato per soffiare il primato sul giro secco al ducatista. E’ chiaro, non bisogna soprassedere su quella che è la differenza tecnica tra Ducati ed Honda al momento: la RC213V, seppur dotata del forcellone e del telaio marchiato Kalex, pare distante ancora anni luce nei confronti delle Desmosedici ed il modo in cui Marc stesso è costretto a guidare pur di tenere il passo delle moto italiane è sotto gli occhi di tutti. Gli ultimi giri di Le Mans ne sono stati la prova.

Ciononostante, la ricerca quasi ossessiva dei traini dei piloti più forti (o meglio equipaggiati se si preferisce) è, almeno ai miei occhi, più una sua dimostrazione di debolezza che un punto di forza sfruttato per mettere pressione agli avversari; una mossa della disperazione necessaria per raccattare qualcosa. Risulta sicuramente una strategia capace di dare i propri frutti e che regolamento alla mano è permessa, ma mette anche in evidenza l’attuale status delle forze in campo.

Per rendere più chiaro il discorso, ipotizziamo uno scenario in cui il format di qualifica preveda una sessione a giro secco in stile Superpole: piloti come Bagnaia ma anche Jorge Martín o un Fabio Quartararo meglio equipaggiato potrebbero, con buona certezza, mettersi in prima fila in ogni Gran Premio, come già ampiamente dimostrato negli ultimi anni; questa certezza col “Cabroncito”, specie post-infortunio 2020, non la si percepisce invece, proprio perché sempre alla ricerca spasmodica di un riferimento, di un traino. Di un aiuto.

Con un format di questo tipo dubito fortemente che Márquez potesse agguantare la seconda posizione oggi o la pole in Portogallo; una seconda fila sarebbe stato grasso che cola. E, per quanto non sia nelle corde di Márquez un ragionamento simile, un risultato più modesto ma ottenuto con le proprie sole forze forse sarebbe valso maggiormente sul tanto decantato piano psicologico. Anche perché, col nuovo stop rimediato con l’incidente in Algarve con Oliveira ed il ritiro del GP di Francia, Marc ad oggi non è un contendente al titolo (con un ritardo di 91 punti da Pecco).

Finché l’otto volte iridato rimarrà in Honda o finché Honda non si smuoverà dalle posizioni di rincalzo, tuttavia, questa strategia forzata rischia di essere la prassi per tutto il suo 2023. Uno scenario che, personalmente, non sono entusiasta di vedere ad ogni GP, soprattutto da parte di un fenomeno come quello di cui stiamo parlando.

Fonte immagine: Internet (per segnalare il copyright info@p300.it)

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