MotoGP, Bagnaia: l’invisibile autorevolezza del #1

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
28 Marzo 2023 - 21:16

Sprint, incidenti, infortuni, Márquez oltre il limite… ma sta passando colpevolmente sotto traccia il tema forse più importante di questo inizio di MotoGP 2023, ovvero la concretezza di Bagnaia.


Sono passati due giorni da un Gran Premio del Portogallo 2023 che ha posto diversi temi di discussione per quanto concerne il Motomondiale e la MotoGP. Si è discusso e si discuterà ancora a lungo di quanto accaduto nelle due gare svolte al sabato e alla domenica, con l’introduzione della Sprint e i rischi ad essa legati (come anche l’eventuale apprezzamento o meno). Anche qui su P300.it ci sarà modo di parlare del nuovo programma.

Ha lasciato anche diversi strascichi la condotta di alcuni piloti a Portimão, su tutti quel Marc Márquez che, nello strenuo tentativo di rimanere in lotta per le prime posizioni, si è spinto anche oltre a quello che un pilota delle sue capacità può fare. Il #93 ha messo fuori gioco sé stesso e l’idolo di casa Miguel Oliveira sia per il Portogallo che per l’Argentina, rimediando bordate di fischi e una già sonora mazzata sulle proprie ambizioni iridate. Tuttavia, il pilota di Cervera non è l’unico che potrebbe finire sul banco degli imputati vedendo nel complesso la tre giorni portoghese.

In tutto questo, sta passando colpevolmente sotto traccia e nell’ombra colui che, nel primo weekend della stagione, non ha commesso una singola sbavatura. In un fine settimana dove alle sue spalle si è giocato all’autoscontro (pardon, moto), Francesco Bagnaia si è già portato a casa i primi due successi stagionali e la prima “doppietta” della storia del campionato Sprint.

37 punti e punteggio pieno, un weekend a Portimão semplicemente perfetto a cui è mancata giusto la ciliegina sulla torta della pole position, andata a Márquez grazie al supporto involontario del riferimento di Bastianini. Una pole che, in un format a giro secco stile Superpole dove il pilota è solo contro il cronometro, penso sarebbe andata al pilota di Chivasso senza troppe difficoltà.

Quel velo di amarezza per il primato sul giro secco mancato è stato spazzato via dal sorpasso ai danni di Jorge Martín alla Torre Vip al sabato, valevole per diventare il primo vincitore della Sprint Race, e dalla gara dominata dal secondo all’ultimo giro alla domenica. Nonostante mi aspettassi un Bagnaia protagonista in una pista amica come quella dell’Algarve, un inizio di campionato così positivo era difficilmente auspicabile; anche, e soprattutto, in confronto all’avvio dei rivali.

Tutti i suoi antagonisti principali ipotizzati alla vigilia, dal già citato Márquez passando per un Enea Bastianini abbattuto da Marini incolpevolmente e arrivando ad un Fabio Quartararo perso nella metà classifica con una Yamaha di nuovo lontana anni luce, sono già ad un distacco nella generale non indifferente se si considera come quella di Portimão sia stata solo la prima gara. Ovviamente siamo solo agli inizi di un mondiale che conta altri venti Gran Premi e quaranta manche, ma per Pecco si è trattato, come dichiarato anche da lui stesso, di un inizio di mondiale mai così positivo.

Dodici mesi fa Bagnaia iniziava in ripida salita la sua caccia al titolo, arrivato poi dopo una stagione di picchi altissimi ma anche bassi profondissimi, con un solo punto raccolto dopo le prime due corse. E’ un segnale di come la vittoria del titolo 2022, sudatissima per come si era messa la situazione a metà della stagione precedente, abbia effettivamente cambiato Pecco.

“La vittoria del titolo ha fatto maturare questo pilota”, una frase che per certi versi è stata spesso abusata dai commentatori ed opinionisti in particolari situazioni e nei confronti di determinati piloti; un’affermazione che, ad esempio, non calzava granché nei confronti di Max Verstappen in F1, il quale era già pronto per diventare il nuovo uomo dei record ben prima del suo rocambolesco titolo 2021; ciò di cui era sprovvisto era una vettura in grado di supportarlo adeguatamente in una corsa iridata.

Per quanto riguarda invece l’attuale #1 della MotoGP, è una frase con cui concordo in pieno. Le tante pressioni che ha comportato per Bagnaia poter diventare un campione del mondo italiano su una moto italiana, Ducati per giunta che era alla caccia del titolo da quindici anni, si sono sciolti dopo il traguardo di Valencia lo scorso anno, raggiungendo quel sogno che il suo mentore Valentino Rossi ed una figura per lui di riferimento come Casey Stoner avevano già ottenuto più volte.

E’ presto, prestissimo per dire quale sarà l’esito del campionato 2023, ma se è vero che sarà cruciale mantenere la testa sulle spalle per tutto l’arco del mondiale, visto il fattore novità determinato dalla Sprint, Bagnaia pare già di diverse spanne sopra gli altri in termini di lettura di gara, anche rispetto a chi avrebbe più esperienza di lui. Già un ottimo punto di partenza per l’#1.

E’ però triste vedere come le polemiche e le lamentele stiano attirando maggiormente le attenzioni rispetto al valore del pilota che ha dominato il primo round in discreta scioltezza. Pur trovandoci davanti ad una nuova stella delle due ruote (nonché al riferimento assoluto della pattuglia italiana al momento), si è preferito iniziare la caccia alle streghe con Márquez andando a ripescare gli episodi più disparati e a volte vecchi anche di tanti anni, quando sarebbe bastato sottolineare l’errore grossolano (e non degno di un otto volte iridato) e nulla più.

In una MotoGP che starebbe cercando di puntare ad un maggior seguito, il fatto che (qui in Italia soprattutto) si preferisca spalare fango sul “nemico storico” piuttosto che osannare un campione nostro portacolori, mette molta tristezza. Chissà se, con ancora venti gare da svolgere, si potrà correggere almeno un po’ il tiro, perché un pilota di questa stoffa se lo meriterebbe.

Fonte immagine: ducati.com

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