MotoGP: Bagnaia, Bastianini & co., che si dia una chance a questa generazione di italiani 

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
8 Settembre 2022 - 19:53

La sfida di Misano ha dimostrato come il motociclismo italiano stia bene, anche dopo i ritiri di Rossi e Dovizioso. Ora sta al pubblico e ai media dargli la giusta rilevanza.


Sono passati quattro giorni dal Gran Premio di San Marino, ma la mente (almeno la mia) va ancora a quell’arrivo in volata tra Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini che ha mandato in visibilio gli spettatori presenti ad una Misano tutta rossa Ducati. Il pathos di un ultimo giro di confronto tra i due migliori esponenti della nuova generazione italiana di piloti, vinto da Pecco per appena 0”034 ma in in cui nessuno dei contendenti ha sfigurato.

Sia Bagnaia che Bastianini, seppur in modi diversi, si sono dimostrati una spanna sopra a tutti sulla pista dedicata a Marco Simoncelli, forti certo di un mezzo altamente competitivo ma con cui solo loro, quest’anno, sono stati capaci di vincere nove gare sulle quattordici disputate. 

Non è un caso che saranno loro due a fare coppia nel team rosso per il 2023, anche se, come ho già detto in passato, potrebbe non essere una convivenza così amichevole. Di certo non aiuta avere un amministratore delegato Ducati che perde l’ennesima occasione per rimanere in silenzio e per godersi una doppietta fantastica sul tracciato di casa preferendo riferire a Bastianini un “poteva risparmiarsi” in merito alla staccata della Rio. Fortunatamente il team ci ha poi messo una pezza scusandosi con Enea, ma il rischio dello scivolone (non in pista, ma nelle dichiarazioni) con certi personaggi c’è sempre. 

Ma come ho detto, la gara di Misano è una di quelle di cui si dovrebbe andare fieri di essere italiani. Una doppietta italiana di moto e piloti non è qualcosa che avviene tutti i giorni (in 73 anni di Motomondiale in classe regina è successo solo 20 volte, due di queste nel 2022) ed era da quindici anni che il tricolore italiano non otteneva così tante vittorie in una stagione (nel 2006 si arrivò addirittura ad 11 tra i vari Rossi, Melandri e Capirossi) e con ancora sei round a disposizione il record può essere anche riscritto. 

Eppure, è una nuova giovinezza del motociclismo italiano… che non fa rumore. Un silenzio assordante che mette un’angoscia terribile ed un trattamento immeritato nei confronti dei nostri portacolori, che si tratti delle Case, Ducati e Aprilia, o dei piloti. 

La motivazione che si sente pare sempre la stessa: “la MotoGP senza Valentino Rossi non è la stessa cosa”. Una frase che (mi) sta portando allo sfinimento, da parte di pseudo-tifosi che hanno solo seguito il pilota (ed il personaggio annesso) e non la categoria per ciò che è, e da parte anche dei media che hanno avuto nel pesarese la principale fonte d’interesse in più di vent’anni di corse. 

Siamo tutti d’accordo nel dire che il carisma di Valentino Rossi sia immenso e che abbia portato la MotoGP ad un livello di popolarità altissimo grazie alle sue gag, alle sue scenette e quant’altro. Ma ciò che la gente non comprende è che quelle sono il contorno, perché la vera storia Rossi l’ha fatta tenendo la manopola destra del gas in mano. Il fenomeno mediatico scaturito dal #46 non deve andare a trascurare il Fenomeno che era lui in moto. 

Allo stesso modo, il fatto che tra i piloti dell’attuale griglia non si riesca ancora a trovare un idolo assoluto delle folle non deve essere motivo per ignorare le gesta in pista dei potenziali (e in alcuni casi confermati) nuovi talenti di questa generazione. Guardare le prime pagine dei quotidiani sportivi italiani del lunedì successivo e vedere che la MotoGP occupa giusto un trafiletto (eccezion fatta per Tuttosport, che ha però accorpato le due ruote con la F1) mi fa provare molta tristezza, per il trattamento riservato al motorsport in questo Paese

Sottolineo “in questo Paese” poiché all’estero ciò non succede. Basti vedere come l’Èquipe ha trattato con assoluta importanza il mondiale di Fabio Quartararo nel 2021, o come il Mundo Deportivo ha osannato l’ottavo e finora ultimo sigillo di Marc Márquez. In rapporto ai risultati ottenuti, non vi è Stato in cui il Motomondiale (e gli attori nostrani annessi) viene calcolato così poco in confronto all’Italia.

Bagnaia, Bastianini e con un po’ di fortuna anche Bezzecchi, Morbidelli e gli altri possono diventare non solo i nuovi riferimenti del Motomondiale per l’Italia (quello lo sono già), ma anche i nuovi riferimenti del Circus in generale. Non devono puntare a diventare i nuovi Valentino Rossi, Max Biaggi, Jorge Lorenzo o Casey Stoner (forzare questa cosa sarebbe solo controproducente e sbagliato), ma il loro obiettivo dev’essere puntare a proporsi come i primi Pecco Bagnaia, Enea Bastianini e compagnia. 

Fonte immagine: mediahouse.ducati.com

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA

I Commenti sono chiusi.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO