MotoGP | Andrea Dovizioso non disputerà la stagione 2023. “Se non sono competitivo non voglio stare qui”

MotoGP
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
12 Luglio 2022 - 18:25
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Si prospetta il ritiro per il pilota Yamaha WithU, dopo una prima metà 2022 incolore. Per Dovizioso possibile futuro nel motocross nazionale.


Che la carriera di Andrea Dovizioso fosse agli sgoccioli era oramai cosa nota, ma la conferma del suo addio (probabilmente definitivo) al Circus della MotoGP è arrivata quest’oggi in un’intervista ufficiale sul sito MotoGP.com.

Dopo un 2021 passato a metà tra gare di motocross nazionali ed alcune partecipazioni a fine stagione col team Petronas, per “Dovi” il 2022 poteva essere la stagione del canto del cigno, da chiudere comunque con qualche acuto vista la possibilità di correre con una Yamaha M1 2022 (seppur semiufficiale e fornita dal neonato team RNF Racing). Invece, la prima metà di campionato si è rivelata un fiasco (come in generale per tutto lo squadrone Yamaha, eccezion fatta per Fabio Quartararo), con soli dieci punti raccolti ed un 11° posto come miglior risultato ottenuto a Portimão.

Ecco le dichiarazioni del forlivese: “Ogni gara è estremamente difficile, perché ogni volta partiamo dal fondo e tutto diventa ancora più complicato. Già dalle libere fatichiamo a stare a metà gruppo e quando si parte indietro in gara tutto peggiora. Riguarda il non essere competitivo, sono sempre stato competitivo durante la mia carriera ed è questa la cosa difficile”.

“Non sono tra i primi ed è, a conti fatti, la prima volta per me. E’ difficile gestire la cosa e, prova libera dopo prova libera, gara dopo gara, questa è sempre più la realtà. Non sono in grado di essere competitivo. Fortunatamente lo sono stato nel 2012, perché se non avessi corso nel 2012 con Yamaha tutti potrebbero dire ‘con Yamaha saresti competitivo’, ma non è così. La MotoGP è cambiata, la moto è cambiata, gli avversari sono cambiati, il modo in cui si deve guidare la moto è differente. Ci sono più ragioni e se si mette tutto insieme si comprende ciò che sto vivendo in questo momento”.

“Guidare la Yamaha al momento è piuttosto inusuale. Per diverse ragioni si ha un feeling piuttosto buono: si può curvare la moto e frenare davvero bene, ma altre caratteristiche non sono così buone. Se non si guida come Fabio (Quartararo, ndr), è davvero difficile essere competitivi. Se Fabio vince c’è una ragione e questo vuol dire che c’è una possibilità, ma se gli altri piloti si lamentano, come avvenuto negli ultimi anni coi suoi compagni di squadra, vuol dire che non ci sono molte chance per essere competitivo come in passato.

“Ad esempio, la guida è completamente diversa: ‘Franky’ (Morbidelli, ndr) usa sempre più angolo di piega, è piegato per maggior tempo e non frena forte; è il mio opposto totale, ma i risultati sono davvero simili. E quando c’è una sola moto veloce, forse vuol dire che c’è una sola maniera per essere competitivo, è così”.

“Se si va a vedere, tutte le moto giapponesi ora stanno soffrendo. Certo, Yamaha ha vinto il titolo lo scorso anno ed il pilota che ha vinto il titolo ha vinto anche più GP, ma stiamo osservando solo un pilota; tuttavia, se si osserva al secondo pilota (dello stesso marchio, ndr), egli è molto lontano e questo non permette di comprendere bene il passo della moto. Per Honda è stato così negli ultimi otto anni e ora penso che stia accadendo alla Yamaha. E penso che possa essere così anche per Aprilia”.

“La MotoGP è cambiata parecchio. Dieci anni fa, di solito, sempre gli stessi piloti erano al top, indipendentemente dalla moto; più o meno loro erano tutti in grado di star lì. Ora è diverso, perché la parte meccanica è un po’ più equilibrata rispetto al passato, tutti quanti sono ad un buon livello e queste cose possono influire molto”.

“Di certo non correrò. Dico sempre che se non sono competitivo non voglio stare qui, se non ci si gode il correre nelle ultime posizioni e spingere per ottenere poco non ha senso rimanere, specie dopo vent’anni. Non ho mai davvero cercato una sella per il prossimo anno, perché penso che si debba essere al centro di un progetto per poter spingere, perché tutti sono estremamente competitivi al momento”.

“Sono completamente rilassato in merito a questo, avevo già partecipato a metà dello scorso anno perciò avevo già testato la moto. Mi sta bene, di certo non volevo chiudere la stagione in questa maniera: quando si è competitivi ci si sente bene, si ottengono tempi davvero buoni e si lotta per ottenere buone posizioni, come ho sempre fatto. Non tutto però può essere sotto il nostro controllo, queste cose possono accadere”.

Fonte immagine: rnfracing.com

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