La vittoria di un italiano oggi era altamente probabile ma forse il nome di Romano Fenati, soprattutto con l’acqua, era uno dei meno papabili: il ventunenne di Ascoli Piceno ha dominato senza sconti il Gran Premio di San Marino, ottenendo il suo secondo successo stagionale e riagguantando la seconda posizione in campionato, grazie allo “zero” di Canet. Probabilmente la questione “titolo mondiale” non è più nei pensieri del pilota del team Ongetta, ma di certo questi risultati fanno ben sperare per il suo attesissimo approdo, nel 2018, in Moto2. In seconda posizione Joan Mir, che vede il suo vantaggio in classifica accorciarsi di soli cinque punti e quindi potrà guidare di conserva per tutte le gare rimanenti. In terza posizione, dopo un avvio difficoltoso e una battaglia con lo stesso Canet, è giunto Fabio Di Giannantonio, a circa cinque secondi dallo spagnolo del team Leopard. Moltissimi papabili protagonisti sono scivolati sul terreno umido del Santamonica: piloti come Martin, Bastianini, Rodrigo, Guevara e tanti altri.
Prima del via, vanno segnalate un paio di notizie arrivate non molti minuti prima della procedura di partenza: la prima riguarda l’assenza di Livio Loi che, dopo lo spettacolare incidente di ieri, non ha potuto partecipare al GP a causa di una frattura alla clavicola sinistra; la seconda riguarda invece la posizione di Enea Bastianini, che dalla partenza al palo viene arretrato in quarta posizione per non aver rispettato durante le qualifiche il 110% nei vari settori della pista (penalità ricevuta anche da Tony Arbolino). Pioggia pesantissima per tutta la mattinata, anche se prima del via l’intensità diminuisce.
Al via Martin, dalla prima posizione, parte bene e lo stesso fa Di Giannantonio imitandolo. Le due moto di Gresini sono in prima e seconda posizione fino alla Quercia, dove Mir ritenta l’attacco passando in seconda posizione tra i due portacolori di Fausto Gresini. In quarta posizione rimane Enea, che però viene a sua volta attaccato e superato da un Romano Fenati letteralmente scatenato. Nel giro di pochi secondi l’italiano è già secondo a un’incollatura da Martin. Alla 16, alla fine del primo giro, va largo “Diggia”, scivolando in settima posizione.
Al terzo giro primo colpo di scena: la caduta del poleman Bastianini, che alla 1 butta via un possibile gran risultato. L’italiano con il #33 comunque riprende la moto e si rimette in corsa, ma nelle retrovie.
Con Bastianini inizia una serie di cadute impressionante, soprattutto nelle curve 1, 6 e 16. La pista non risparmia nessuno, nemmeno gli specialisti del bagnato, e nell’ordine cadono Rodrigo, Kornfeil, Atiratphuvapat, Dalla Porta, Bendsneyder, Antonelli, Danilo e McPhee nello spazio di sei giri.
Davanti nel frattempo la situazione si evolve in fretta: dopo tre giri di studio, Fenati sfrutta la miglior accelerazione della sua moto alla Misano 2, sverniciando Martin sul dritto e piazzandosi primo, cominciando anche a girare sotto il muro dei due minuti. Sarà l’unico a farlo in tutta la gara, poiché Mir e Martin, gli unici che sono rimasti agganciati a lui per almeno un giro, girano tra il secondo e i due secondi più lenti dell’ascolano. I due spagnoli sono vittime di due rischi pazzeschi (Martin alla 6, Mir alla Misano 1) e capiscono che il ritmo di Fenati è insostenibile.
In pochi giri Fenati ha già 7 secondi abbondanti di vantaggio, mentre nelle retrovie l’ecatombe prosegue con le cadute di Bezzecchi (la prima di due), Guevara e, altro colpo di scena, di Martin che alla 1 perde improvvisamente l’anteriore senza preavviso. Nessuna conseguenza per Jorge che però, viste le condizioni della moto, è costretto al ritiro.
Fenati e Mir oramai sono in prima e seconda posizione solitaria, mentre dietro di loro c’è il primo gruppetto con più piloti in lotta, una battaglia a tre per il terzo posto tra Canet, Di Giannantonio e Oettl, mentre più indietro Bulega guadagna il sesto posto dopo la caduta di Sasaki. La pista continua a mietere vittime e anche Arbolino cade tra la Rio 2 e la 6. Il numero di cadute è così alto che Kornfeil e Bendsneyder, caduti a inizio gara, sono in 8a e 9a posizione. Bastianini, anche lui ancora in corsa, è doppiato e senza para-leva sul suo manubrio, ma è 16° grazie alle nuove cadute di Antonelli e Bezzecchi.
A quattro giri dalla fine il terzo colpo di scena: la caduta, e il ritiro, dell’altro pilota di Estrella Galicia Canet, che alla 6 perde l’anteriore; il #44 prova disperatamente la riaccensione della moto più volte, ma senza successo. A pochi giri dalla fine anche Toba cade permettendo a Fabbri, wildcard qui a Misano, di ottenere i suoi primi punti mondiali.
Fenati, dopo gli ultimi giri pieni di tensione, taglia finalmente il traguardo in monoruota, vincendo con 26 secondi di margine sul rivale Mir e più di 30 sul secondo italiano, Di Giannantonio. Quarto Oettl, quinto Bulega (in una gara comunque costante) mentre dietro alla KTM del team Sky si piazza quella del team Ajo di Bendsneyder, dopo esser caduto, davanti a Kornfeil. In curva 16 all’ultimo giro cade Pulkkinen, che prova con l’aiuto di un meccanico a rientrare in gara per tagliare il traguardo ma alla fine non è classificato perché spinto da un “esterno” fino alla bandiera a scacchi. Il totale dei ritirati è di quindici piloti.
In classifica Mir ha ora 246 punti, 61 di vantaggio su Fenati vincitore oggi. La questione titolo sembra oramai chiusa, mentre la lotta per il secondo e terzo posto in classifica potrebbe rivelarsi molto interessante, vista la presenza di Canet a 162 punti. Quarto Martin a 121, davanti al compagno “Diggia” a 117.
Qui i risultati ufficiali e la classifica di campionato completa.
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