Nonostante una mesta 12a posizione, ad Arenas basta per ottenere il suo primo titolo mondiale. Arbolino e Ogura chiudono a pari punti, Fernández quarto in campionato.
Il Gran Premio del Portogallo della Moto3 è stata sicuramente una gara memorabile, ricca di tensione ed emozioni, nonostante la lotta per la vittoria non sia durata nemmeno due giri. A vincere questa prima gara a Portimão è stato Raúl Fernández, che dalla pole position ha comandato dal primo all’ultimo giro fino a raggiungere la bandiera a scacchi con oltre cinque secondi di vantaggio sui suoi avversari. Un autentico dominio, che pone degli interrogativi sia su cosa potrà fare in Moto2 lo spagnolo, sia se forse un’altra stagione in Moto3 non gli avrebbe potuto regalare il titolo.
A proposito di titolo, a vincere la contesa a tre per il mondiale è stato Albert Arenas, che dopo una gara sofferta, in particolare negli ultimi giri, ha battuto di quattro punti sia Tony Arbolino che Ai Ogura. L’italiano lascia Portimão dopo una gara strepitosa, finita al quinto posto dopo una rimonta pazzesca dalla 27a casella, ma anche con tanto rammarico per il mondiale perso e soprattutto per l’assenza dalla prima gara di Aragón, che in fin dei conti gli ha tolto la possibilità di vincere il titolo.
Sul podio anche Dennis Foggia e Jeremy Alcoba. Il primo, nonostante due long lap penalty e la partenza dalla terza fila, ha rimontato furiosamente fino a prendersi la piazza d’onore, l’ideale per chiudere una stagione non brillantissima in fin dei conti; lo spagnolo ottiene invece il suo primo arrivo nei primi tre, un bel preludio a ciò che la stagione 2021 potrebbe offrirgli.
LA CRONACA
Prima del giro di ricognizione, c’è già un colpo di scena: la moto di Gabriel Rodrigo, decimo sullo schieramento, si spegne e l’argentino è costretto a entrare in pitlane per provare a partire da lì.
Alla partenza Fernández sfrutta bene la pole position e guida il gruppo per il primo settore del tracciato, seguito da Tatsuki Suzuki, Arenas e Ogura. Il giapponese non perde tempo e tenta subito di superare il suo rivale per il titolo alla Lagos, riuscendoci. Dalle retrovie Arbolino è partito bene e alla fine del primo giro è già 18°, mentre davanti Fernández spinge subito forte tentando di seminare il resto della compagnia.
Inizialmente il piano non sembra avere successo, ma quando Arenas si mette in seconda posizione attua un piano ottimo: il ritmo degli inseguitori comincia a rallentare proprio grazie al pilota Aspar, permettendo a Fernández di guadagnare decimi su decimi. Ogura prima e Masia poi tentano di rompergli le uova nel paniere, ma il treno per raggiungere il pilota KTM Ajo è già stato perso.
Il vantaggio di Fernández sale giro dopo giro e la sua fuga ha successo, perciò la lotta si limita alla sola seconda posizione. Tra i protagonisti troviamo anche Alcoba, che sale al secondo posto quando Masia e Foggia scontano il primo dei loro due long lap penalty; i due rientrano dietro Baltus e proprio davanti a Tony Arbolino, che ha recuperato fino al 13° posto. Tra il primo gruppo (formato da Ogura, Arenas, Suzuki, Alcoba e i due piloti Tech3 Öncü e Sasaki) e il secondo ci sono circa tre secondi.
Mentre Ogura scivola all’ultimo posto di questo gruppo in settima posizione e Fernández fugge con cinque secondi di vantaggio, il traino formato dai tre piloti primi nel WUP funziona, facendo calare il vantaggio sotto i due secondi. Foggia e Masia in particolare sono tra i più veloci in pista e, a dieci giri dalla fine, i due gruppi si ricongiungono. Grazie alle velocità di punta delle loro Honda Leopard, come sempre notevoli, Foggia e Masia raggiungono facilmente la top five, mentre a nove dal termine Arbolino compie il sorpasso su Ogura sul rettilineo ottenendo il nono posto.
I due contendenti superano anche Sasaki, con Ogura che compie una bellissima manovra liberandosi del connazionale allo scollino verso la curva 9. Alcoba, in seconda posizione, vede la sua leggera fuga svanire quando Masia e Foggia lo raggiungono, occupando così le due posizioni da podio rimaste.
Ci sono anche alcuni ritiri d’eccezione in questo ultimo terzo di gara: è proprio Masia a scivolare mentre si trovava in lotta col compagno di squadra per la seconda posizione, mentre in uscita dalla Torre Vip cade Tatsuki Suzuki. Questo permette a Tony Arbolino, tornato su e passato anche davanti al rivale Arenas, di puntare a un quinto posto al massimo, poiché il gruppo davanti a sé è troppo lontano per sperare in una rimonta nel finale. Con lui c’è Darryn Binder (anche lui penalizzato a inizio gara da un long lap penalty), mentre alle loro spalle Arenas comincia a soffrire, forse un po’ per la tensione. “Superman” esce persino dai primi dieci, entrando in lotta con Vietti e Antonelli.
Gli ultimi giri sono carichi di tensione: Binder e Arbolino entrano in lotta tra loro per la quinta e sesta posizione, mentre Ogura non riesce a ricucire il gap da questo duo e deve sperare in un passo falso di Arenas. All’ultimo giro i contatti e le staccate al limite si sprecano, con Arenas che finisce oltre il cordolo in curva 4 dopo un leggero contatto con Vietti; un altro grosso rischio arriva alla Portimão, dove Arenas tenta di lanciarsi all’interno di Antonelli prima di desistere all’ultimo istante, evitando il contatto.
Fernández conquista così il suo secondo successo stagionale, mentre Foggia ottiene la seconda posizione battendo Alcoba. Quarto Sergio García che chiude un ottimo finale di stagione, mentre Arbolino, nonostante la strepitosa rimonta, è solo secondo in campionato a pari merito con Ai Ogura (ottavo). Ad Arenas basta infatti una sudatissima 12a posizione per vincere il titolo iridato, festeggiato con una piccola gag del chiosco col gelato insieme al suo entourage.
La classifica vede il #75 primeggiare con 174 punti, contro i 170 dei suoi due avversari. Grazie ai tre risultati utili ottenuti nel finale di stagione, Fernández agguanta il quarta posto nella generale a soli 15 punti dal campione, superando Vietti e Masia.
Qui i risultati di gara e la classifica piloti definitiva.
Fonte immagine: teamaspar.com
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