Moto3 | GP Andalusia: Tatsuki Suzuki risponde alle critiche e vince

Moto3
Tempo di lettura: 5 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
26 Luglio 2020 - 12:48
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Secondo successo del giapponese in carriera, primo pilota a vincere dalla pole a Jerez nella classe leggera dopo Marco Simoncelli. Arenas e Ogura out, Vietti a podio.


Il Gran Premio di Andalusia della classe Moto3 ha confermato come Jerez de la Frontera sia un posto speciale per la Squadracorse SIC58. Dopo le due pole nelle ultime due qualifiche e la vittoria dello scorso anno, il team di Paolo Simoncelli torna a vincere con Tatsuki Suzuki, autore di una gara perfetta e decisamente migliore rispetto a quella di sette giorni fa. Suzuki ha infranto anche un altro record: è il primo pilota a vincere dalla pole nella categoria leggera dal 2005. L’ultimo a riuscirci prima di lui fu, incredibile ma vero, proprio Marco Simoncelli.

Il podio è stato completato da John McPhee e Celestino Vietti. Per lo scozzese si tratta del secondo podio stagionale e di una bella rivincita dopo lo “zero” dell’ultima gara, mentre per l’italiano è il primo podio stagionale, che finalmente raddrizza una stagione partita in maniera non proprio scoppiettante. Gli ottimi risultati dei due fanno il paio con i ritiri di coloro che erano i capiclassifica prima della gara, Albert Arenas e Ai Ogura, entrambi caduti. Lo spagnolo conserva comunque la leadership del mondiale.

LA CRONACA

Come ci si aspettava dalle previsioni meteo, sole e caldo la fanno da padrone. Anche la scelta delle gomme pare univoca con la gomma Soft al posteriore, ma cinque piloti decidono di andare controcorrente con la Hard al retrotreno: Ogura, Arbolino, Salač e i due piloti della Tech3, Sasaki e Öncü.

Alla partenza Suzuki sfrutta molto bene la pole position mentre il connazionale Ogura impenna leggermente, permettendo all’argentino Rodrigo di passarlo momentaneamente. Ogura torna ssecondo già alla 2 ma l’argentino si rifà alla curva Pedrosa, rimettendosi alle spalle di Suzuki. In questo avvio Arbolino e Arenas sono in quinta e sesta posizione, davanti a un ottimo Tatay e ad Alcoba.

Dal gruppo di testa sbuca Fernandez, che alla ex-Dry Sac passa quattro piloti in fondo al rettilineo. Pochi metri e Suzuki si rifà alla curva Aspar, seguito come un’ombra da Rodrigo. Si affaccia anche Arbolino al quarto posto, mentre dalle retrovie risale di prepotenza Binder, già 14°.

Nel gruppo di testa, che conta nove piloti, ci sono anche John McPhee e Sergio García, ma mentre il primo rimane in lotta per la vittoria, il secondo si pianta tra le curve 2 e 3, scendendo in 11a posizione; questo permette a Binder di salire in top ten. Davanti continua la lotta Rodrigo-Suzuki.

Piano piano il gruppo di testa si rifornisce fino a contare dodici piloti, con Vietti a comandare l’inseguimento degli altri dalla 13a posizione, intervallandosi con Sasaki. Davanti, Arbolino s’inserisce nella lotta per il secondo posto superando Rodrigo, ma Suzuki è ancora in testa.

Al sesto giro la leadership cambia e l’argentino del team Gresini riesce a prendere il comando davanti a Fernandez. E’ tornato nelle prime posizioni anche Arenas, quarto davanti ad Arbolino. Cominciano anche i primi contatti: Migno e Sasaki cadono alla 1 a causa di una toccata scaturita dall’italiano, ma il primo colpo di scena importante della gara arriva pochi secondi dopo, quando Masia perde l’anteriore alla Nieto tirando giù anche l’incolpevole Ogura.

Con questa situazione, Arenas avrebbe un’occasione d’oro di seminare il giapponese nella graduatoria, ma il vincitore delle ultime due gare non riesce ancora a mettersi in prima posizione. Il gruppo di testa si sta a sua volta sfilacciando, con i primi cinque che seminano leggermente Binder e Arbolino. A metà gara, il numero di piloti in lotta per il podio sale a dieci. Si segnala anche lo stupendo sorpasso di Raul Fernandez sul connazionale Alcoba all’esterno della 13.

Mentre Binder sorpassa due piloti in un colpo solo con un incrocio di traiettorie alla 6, a otto giri dalla fine c’è il secondo colpo di scena: alla Crivillé, Arenas perde l’anteriore e finisce a terra, con la moto che nella ghiaia gli fa da trampolino e lo sbalza di diversi metri. Lo spagnolo è dolorante ma riesce a uscire dal circuito con le sue gambe, ma la gara è in continua evoluzione. Suzuki e Rodrigo continuano a guidare la corsa, mentre i piloti su gomme Hard cominciano a perdere terreno, fra tutti Arbolino e Öncü, uscendo dalla lotta per la prima posizione e ritrovandosi attaccati da Fenati, decimo. C’è anche uno spavento per Rodrigo, che alla 9 perde per un attimo velocità e rallenta gli altri dietro, con tanto di leggero contatto con Binder.

Cade anche Öncü mentre era in nona posizione, non la maniera migliore per festeggiare il proprio compleanno, ma a tre giri dalla fine la situazione si fa molto interessante. Suzuki, dopo essersi scambiato di posizione con Rodrigo tre volte in un solo giro, mette due decimi tra sé e gli inseguitori. Scattano anche alcune penalità, come quella ad Alcoba con un passaggio nel long lap penalty per aver oltrepassato diverse volte i limiti della pista. La direzione gara segnala il warning anche a Vietti, che all’inizio dell’ultimo giro si mette in quarta posizione dietro Suzuki, McPhee e Binder. Il sudafricano attacca garibaldino alla Pons ma va largo e viene superato sia dallo scozzese che dall’italiano, ma i due non riescono a impensierire Suzuki, che vince con pochi decimi di vantaggio sul #17 e sul #13. Alcoba è quarto al traguardo ma viene penalizzato di tre secondi per non aver fatto il long lap penalty, cedendo quindi la posizione a Binder. Il pilota del team Gresini scivola al settimo posto, dietro anche McPhee e Raul Fernandez.

Con questi risultati, la classifica generale cambia notevolmente: Arenas, come detto, mantiene la prima posizione con 50 punti, ma il suo nuovo primo inseguitore è un altro giapponese, proprio Suzuki a quota 44. McPhee ora è terzo grazie ai due secondi posti del Qatar e di oggi, mentre il primo degli italiani è Vietti al sesto posto con 27 punti. Arbolino ha pagato a caro prezzo la scelta della gomma dura e ha terminato solo 10°, scendendo ottavo nella generale.

Qui i risultati della gara e la classifica iridata.

Fonte immagine: motogp.com

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