Moto2, GP Qatar e Pirelli: cinquanta sfumature di mescola

BlogParola di Corsaro
Tempo di lettura: 4 minuti
di Alyoska Costantino @AlyxF1
12 Marzo 2024 - 12:30

Nonostante il passaggio da Dunlop fosse necessario, non si può giudicare positivo il caos avvenuto durante il GP Qatar.


La Moto2 (e con essa la Moto3) in quel del Qatar ha cominciato un nuovo capitolo della propria storia iniziata nel 2010. Il cambio di fornitore di gomme, da Dunlop a Pirelli, pareva poter dare una svolta del tutto positiva alla classe di mezzo, sempre confinata a mera categoria propedeutica dalle limitazioni intrinseche che presenta sin dal proprio debutto.

Uno dei problemi lamentati maggiormente in merito alla serie monomotore erano proprio gli pneumatici Dunlop, considerati troppo duri e difficili da portare in temperatura per una serie “sprint” come questa. Mattia Pasini, commentatore tecnico di Sky Sport, a più riprese non ha fatto mistero di considerare queste coperture quasi al livello di quelle Endurance, facendo tesoro della tanta esperienza maturata in Moto2.

I test prestagionali, svolti sin da novembre col gommista italiano, sembravano aver scongiurato questi guai ed aver avvicinato leggermente la Moto2 alla MotoGP sul piano delle gomme, essendo la top class legata al contratto con Michelin ed essendo la componente dell’usura gomme molto rilevante sui prototipi da 1000cc.

Le prove collettive svolte a Valencia, in Portogallo e in Spagna avevano dato riscontri cronometrici molto interessanti per la Moto2 e ancor più per la Moto3, con miglioramenti di diversi secondi sui tempi record compiuti, appunto, sulle coperture inglesi. Le aspettative erano sicuramente alte dunque e, almeno per quanto concerne la classe leggera, sono state rispettate.

Non si può dire lo stesso, purtroppo, per la serie di mezzo: il GP Qatar è stato completamente condizionato da un’usura eccessiva e soprattutto imprevedibile delle coperture SC1 e SC0 (mescole già usate anche dalla Superbike mondiale, categoria che condivide da quest’anno il fornitore di pneumatici), che si trattasse dell’anteriore o del posteriore.

Le conseguenze sono state al limite del drammatico: tre piloti si sono fermati ai box a gara in corso con le mescole strapazzate, mentre altri hanno subito cali imprevedibili delle prestazioni o crolli verticali nei tempi sul giro. A soffrirne sono stati anche protagonisti indiscussi dell’ultima stagione, su tutti il dominatore di fine 2023 Fermín Aldeguer (16°) ed il vicecampione in carica Tony Arbolino (20°).

Oltre a questo, va segnalato come il tempo finale del Gran Premio classe Moto2, vinto da Alonso López, sia stato di 13″ più lento rispetto a quello realizzato pochi mesi fa sulle Dunlop dallo stesso Aldeguer, suo compagno di squadra. Una differenza in negativo inaspettata e fin troppo ampia, pari a circa 0″7 persi al giro.

Uno stravolgimento così randomico dei valori in campo (sul podio sono saliti Barry Baltus e Sergio García, prima volta tra i primi tre per loro) non era sicuramente nei piani di chi ha scelto Pirelli quale unico fornitore (o almeno, voglio sperarlo). Se con le Dunlop si esagerava su un lato (gomme che non subiscono cali ma fin troppo dure), la Pirelli in quanto sostituta non deve commettere l’errore opposto (coperture sì prestazionali ma estremamente “fragili”).

Se lo scopo della Moto2 stessa è quella di far crescere i talenti in vista della MotoGP, come si possono individuare i nomi più promettenti per il futuro della top class in gare al limite del casuale come quella vista domenica pomeriggio? Diventa semplicemente impossibile farlo.

Già in passato alcuni campionati sono stati soggiogati dalle gomme e ciò non è mai un bello spettacolo, soprattutto in un regime di monogomma dove, proprio per la presenza di un monopolio, il tema non dovrebbe nemmeno venire a galla. Case, team e piloti devono essere i protagonisti della serie, non il marchio che fornisce loro le coperture.

La speranza è che il GP Qatar sia stato solo un passo falso: il tracciato, altamente abrasivo, non ha aiutato e le condizioni inusuali (sporco e sabbia al di fuori della traiettoria, temperature fredde date dalla gara in notturna) non si ripeteranno nei prossimi GP, a partire dal Portogallo. Anche nel Dunlop stessa, nel 2020, incappò in una gara dove i consumi provocarono dei drop prestazionali memorabili, come quello di Luca Marini.

Se a Portimão si riscontrassero ancora problemi, tuttavia, suonerebbe un campanello d’allarme ben più importante e la Moto2 rischierebbe una grande figuraccia, cosa che non aiuterebbe con la già bassa considerazione per la categoria.

Fonte immagine: flickr.com

Leggi anche

Tutte le ultime News di P300.it

È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.

LE ULTIME DI CATEGORIA
Lascia un commento

Devi essere collegato per pubblicare un commento.

COLLABORIAMO CON

P300.it SOSTIENE

MENU UTENTE

REGISTRATI

CONDIVIDI L'ARTICOLO
RICEVI LA NEWSLETTER
Iscriviti per rimanere sempre aggiornato
(puoi sempre iscriverti in seguito)