Il Rally di Montecarlo è alle porte e il mondiale 2020 del WRC sta per prendere via sulle stradine più famose del mondo. Una storia, quella del Rally che si corre nelle vicinanze del Principato, che nel corso degli anni ha regalato pagine memorabili e leggendarie a tutti gli appassionati.
Come l’edizione del 1990, corsa in un clima quasi primaverile con la neve spesso protagonista al “Monte” assente ingiustificata. Una gara, quella di 30 anni fa, vinta da Didier Auriol insieme al suo navigatore Bernard Occelli, i quali regalarono alla Lancia il quinto successo consecutivo in terra monegasca. La squadra italiana poteva vantare un team eccezionale, con Miki Biasion (campione del mondo 1988-89) affiancato da Juha Kankkunen (reduce dall’esperienza in Toyota) e dallo stesso Auriol.
Ovviamente il fiore all’occhiello della squadra era la Delta 16v, vera arma mondiale e punto di riferimento della categoria. Gli avversari erano agguerritissimi, con la Toyota che affidava la Celica ad un giovane e lanciatissimo Carlos Sainz affiancato da Mikael Ericsson, pronti a prendersi la ribalta per battere lo squadrone italiano. Con cinque campioni del mondo al via (Biasion, Kankkunen, Mikkola, Salonen, Vatanen) e sette squadre ufficiali (Lancia, Toyota, Mitsubishi, Mazda, Nissan, Renault, GM-Vauxhall) il 58esimo Rally di Montecarlo partiva con la massima attenzione da parte di tutti. Sette giorni di gara, oltre 3000km, due passaggi sul Turini e 28 prove speciali rendevano il “Monte” suggestivo e selettivo come sempre.
La prima tappa, con cinque prove speciali, vede da subito un enorme colpo di scena. Kankkunen nella quinta prova perde il controllo della sua Lancia numero 4 andando a muro e distruggendo irrimediabilmente la vettura. Un vero KO tecnico per il pilota finnico, in un periodo in cui la rivalità con Miki Biasion era al culmine. La corsa inizia con il duello tra Auriol e Sainz, con lo spagnolo davvero agguerrito nei confronti della Lancia del pilota francese. Più staccato è il nostro Miki Biasion, che ha incentrato la preparazione pre-“Monte” con una gara che alternava tratti di asciutto a neve fresca, salvo ritrovarsi con un clima più primaverile che invernale.
Nella seconda tappa, e più precisamente nella speciale sul Burzet, la tragedia. La Renault 5 GT Turbo Gruppo N dell’equipaggio Bertaudiere-Malaussene esce di strada precipitando in un burrone. Nel terribile impatto, 50 metri più sotto, il 48enne Malaussene perde la vita mentre Bertaudiere venne trasportato in gravissime condizioni in ospedale. Dopo l’annullamento della prova speciale numero 8 per soccorrere uno spettatore il Rally riparte con Auriol in vantaggio di 16 secondi su Sainz al termine della seconda tappa.
Nella terza tappa, dopo una errata scelta di pneumatici e sempre su asfalto completamente asciutto, Auriol vede il suo vantaggio svanire nei confronti di uno scatenato Sainz. Nell’ultima frazione, quella di 32km che transita nei pressi di Gap, Auriol infligge nove secondi a Sainz grazie anche a delle termocoperte arrivate direttamente dall’Alfa Romeo. Lo spagnolo, terminata la speciale, si dirige immediatamente nei pressi del Col de Turini e del Col de la Madone per provare il percorso, mai affrontato in passato.
L’ultima giornata di gara, e soprattutto il secondo passaggio sul Turini, sono decisivi per la vittoria finale. Dopo continui colpi di scena, con Auriol nervoso per l’annullamento della PS19 a causa di un autobus che ostruisce la strada, Sainz riprende la testa della gara. Successivamente, una scelta di gomme errata dello spagnolo permette ad Auriol di ritornare al vertice. Sul Turini, una Lancia numero 7 con letteralmente le ali ai piedi infligge 13 secondi a Sainz, andando a mettere in cassaforte il Rally ma scatenando le ire della Toyota. Per i giapponesi, in una gara così tirata è impossibile che in una sola prova la Lancia sia riuscita ad infliggere sei decimi al chilometro alla Celica. I sospetti di una strozzatura del turbo (che doveva essere per regolamento di 40mm) “libera” sulla Lancia convincono i vertici Toyota a fare ricorso ma il successo di Auriol venne confermato successivamente anche dalla FISA. Terzo posto per Miki Biasion con la Lancia numero 1.
Il mondiale 1990 era iniziato con il successo Lancia, ma finirà con l’inno spagnolo…
Immagini: rallylife.cz, Autohebdo Sport
È vietata la riproduzione, anche se parziale, dei contenuti pubblicati su P300.it senza autorizzazione scritta da richiedere a info@p300.it.