Chiedetelo a Ricciardo. Chiedete a lui se la “sua” Monaco, ieri, è stata noiosa. Chiedetegli se dover tenere a bada tre, quattro vetture alle sue spalle per sessanta giri con gomme in pappa, Power Unit e cambio che facevano le bizze, un volante su cui giocare in un posto dove non ci sono dieci metri dritti, è stato come girare in mezzo alle campagne con il braccio fuori dal finestrino a prendere aria.
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