Messico, l’ennesimo scempio Tilkiano

Autore: Alessandro Secchi
alexsecchi83 alexsecchi83
Pubblicato il 29 Ottobre 2015 - 14:00
Tempo di lettura: 2 minuti
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Messico, l’ennesimo scempio Tilkiano
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Che l’architetto Tilke abbia qualche problema con le curve ad ampio raggio l’abbiamo capito imparando a conoscere le sue opere negli ultimi 15 anni. Il rinnovato Autodromo Hermanos Rodriguez non fa eccezione alla regola, e quindi ecco l’ennesimo scempio tradotto in pista che il Nostro ha prodotto per il circuito messicano.

Gira questa planimetria sul web, che vi allego (mentre in copertina vedete solo il nuovo tracciato). La linea rossa indica la pista 2015, la verde quella utilizzata fino al 1992.

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Come potete osservare, la tragedia più grande (e preventivata) è la scomparsa della Peraltada, l’ultima lunga curva a destra che caratterizzava l’autodromo e ne era un po’ simbolo. Ma noi, dei simboli, ce ne freghiamo, giusto Hermann? Dicevo, il taglio era preventivato per l’assenza di vie di fuga standard, quindi se penso alla sicurezza posso anche chiudere un occhio a malincuore. Al posto della Peraltada compare un mezzo kartodromo a favore del pubblico, con classico tornantino a sinistra e curva a gomito a destra che riporta sul ‘vecchio’ tracciato. Tutto in stile TV per poter vedere meglio gli sponsor sulle fiancate.

Passiamo altrove. La prima chicane destra-sinistra-destra è stata posticipata di qualche decina di metri e, ovviamente, resa molto più lenta rispetto alla corrispettiva del 1992. Al termine del successivo rettilineo, è stato stravolto tutto. Sono sorte delle tribune nuove ed è stato creato una specie di secondo kartodromo all’interno, con curve infime da 40 all’ora e a 90 gradi.

Altro breve rettilineo (al posto di una prima sinistra-destra che è stata eliminata) e si arriva alla serie di esse (prima veloci) che riportavano alla Peraltada. Qui il genio malefico si è prodotto in tutta la sua magnificenza, andando a stravolgere linee e angoli di curva quando non ce n’era assolutamente bisogno, trasformando delle belle curve in successione in una serie si spigolate senza senso.

Io sono relativamente fortunato: nel 1992 non avevo ancora 10 anni, quindi la memoria mi fa difetto. Ma per chi ricorda quelle edizioni, il ritorno in Messico sarà sicuramente traumatico nel vedere come il progresso spesso regali di brutti scherzi.

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