Messico 1992: quando la Dallara fece… arrossire la Ferrari

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Tempo di lettura: 3 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
2 Aprile 2020 - 16:00
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Nel 1992 la Ferrari F92A (trovate la nostra intervista su questa monoposto a Ivan Capelli qui) aveva fatto sognare il riscatto rosso, dopo un 1991 disastroso. Un sogno coltivato durante l’inverno grazie alle forme da caccia della nuova nata di Maranello, ma finito già all’inizio del mondiale.

Sì, perché la meravigliosa creatura uscita dalla matita di Jean Claude Migeot non ne voleva sapere di andare. Il doppio fondo, idea magica per provare a contrastare il dominio della Williams FW14B “attiva”, invece che incollare la vettura al suolo generava delle turbolenze che sostanzialmente rendevano imprevedibile il comportamento della macchina. Inoltre, soprattutto nelle prime gare della stagione, il V12 non riusciva ad esprimersi su livelli di potenza accettabili.

Un confronto imbarazzante per la scuderia di Maranello avvenne già nella seconda gara del mondiale, in Messico, contro la Dallara motorizzata con il V12 Ferrari del 1991. La squadra gestita da Giuseppe Lucchini, con la nuovissima 192, voleva assolutamente prendersi un ruolo importante nel mondiale e l’accordo per la motorizzazione con la Ferrari era il volano esatto per provare a diventare competitiva.

Il vecchio tracciato dell’Hermanos Rodriguez, utilizzato dalla F1 per l’ultima volta (come vi abbiamo raccontato qui) proprio in quel 1992, era un vero banco di prova per piloti e monoposto. L’altura di 2285 metri, unita ad una pista disastrosa come qualità dell’asfalto, richiedevano uno sforzo maggiore per ottenere prestazioni anche solamente accettabili. Il week-end della F92A iniziò male per poi concludersi ancora peggio. Alesi e Capelli, in nessuna delle sessioni di prove, riuscirono a trovare il bandolo della matassa. Accelerazione, frenata e velocità di punta vennero messe sotto accusa. Nonostante le identiche regolazioni per i due piloti la F92A, soprattutto nel tratto misto della pista, reagiva in maniera differente, mandando in totale confusione i tecnici e i piloti. Inoltre il V12 venne messo sotto accusa a causa delle bassissime velocità di punta e di un sistema di lubrificazione che ne aveva messo in crisi l’affidabilità come nella gara inaugurale del Sudafrica. A causa di tutto questo Jean Alesi non andò oltre il 10° tempo in qualifica mentre Ivan Capelli concluse addirittura al 20° posto. Una prestazione “monstre” ma in senso negativo del team, che non si vedeva dalle qualifiche di Montreal 1986.

Al contrario della Ferrari la Dallara, con JJ Lehto e Pierluigi Martini, riuscì ad essere piuttosto competitiva durante il week-end messicano. Sia il finlandese che il pilota italiano riuscirono a mettersi alle spalle le due Ferrari mostrando una superiorità piuttosto marcata. Questa era frutto di una combinazione telaio-motore che rendeva la B192 più competitiva rispetto alla F92. Soprattutto il 12 cilindri del 1991, tanto messo in discussione tra le mura di Maranello nel corso della stagione precedente, sulla vettura bresciana riuscì ad esprimersi al meglio, anche rispetto alla versione che lo aveva sostituito. Una piccola ma grande soddisfazione per il team “clienti” della Ferrari.

POLE POSITION: Nigel Mansell 1’16”346
7°posto in qualifica: JJ Lehto 1’19”111
9° posto in qualifica: Pierluigi Martini 1’19’378
10° posto in qualifica: Jean Alesi 1’19”417
20° posto in qualifica: Ivan Capelli 1’20”223

VINCITORE GARA: Nigel Mansell
8° posto JJ Lehto
ritirato (problemi assetto) Pierluigi Martini
ritirato (motore) Jean Alesi
ritirato (incidente al via) Ivan Capelli

VELOCITA’ MASSIME
Top: Riccardo Patrese 307.270 km/h
Pierluigi Martini 301.700 km/h
JJ Lehto 298.240 km/h
Ivan Capelli 296.080 km/h
Jean Alesi 293.720 km/h

Immagine di copertina: Flickr / Robert Dalaudiere

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