Max Verstappen: piede, palle, papà…

di Alessandro Secchi
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Pubblicato il 20 Settembre 2015 - 20:05
Tempo di lettura: 3 minuti
ARTICOLO DI ARCHIVIO
Max Verstappen: piede, palle, papà…
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Il prototipo del pilota 2.0 è ormai facilmente identificabile in Max Verstappen, mini (in quanto minorenne) eroe moderno che sta, gara dopo gara, sconfessando alcune regole ormai consolidate nel mondo della Formula 1.

La semplicità con la quale ammette di imparare le piste del mondiale giocando a casa come i giovani che oggi si sfidano al GT Academy lo rende forse più simpatico di quello che poteva sembrare nei primi giorni del suo approdo in F1. Di certo, in questo, la presenza ingombrante (e a volte invadente) di papà Jos si fa sentire. L’ex pilota di F1 ha sempre avuto un carattere tutto suo (un modo diplomatico per dire che la ‘testa calda’ è stata una sua prerogativa ricorrente), e ovviamente dal figlio ci si aspetta di aver imparato un po’ dal papà anche nell’atteggiamento.

A Singapore abbiamo avuto un bell’esempio di come il ragazzo sia molto deciso. Dopo essere tornato in corsa con un giro di ritardo per un problema in partenza (la Toro Rosso è rimasta impiantata in griglia), grazie all’aiuto delle due Safety Car l’olandese è tornato a pieni giri recuperando fino alla zona punti. A quel punto è arrivato il team radio con il quale gli è stato chiesto di lasciare la posizione al compagno Sainz a due giri dalla fine, per favorire un eventuale tentativo di attacco su Perez, poco avanti ai due. Ordine rimbalzato con un secco “NO!” in mondovisione e commentato dal papà più o meno così: “Se gli avesse lasciato la posizione, l’avrei preso a calci nelle palle”. Della serie che i team order sono rispettatissimi da tutti.

Palle, appunto. Quelle che, nonostante l’atteggiamento ereditato da papà, il ragazzo ha mostrato in più e più occasioni quest’anno, in diverse occasioni. Sorpassi al limite con staccate paurose in punti non convenzionali, traiettorie aggressive senza alcun rispetto di cordoli e affini, nessuna paura nell’affrontare avversari più esperti di lui, anche con manovre da pilota già navigato. Questo fa il paio con il piede che il ragazzo aveva già mostrato di avere nelle categorie inferiori e che in prospettiva, se Max non si brucerà troppo presto, potrebbe portarlo ad ottenere grossi risultati. La preoccupazione più grande, comunque, arriva proprio da papà Jos. La figura del padre è ammirevole che sia sempre presente alle spalle del figlio, ma non deve diventare preponderante o addirittura invadente. Insomma, la carriera di Max non dovrà essere messa in pericolo dai capricci di un padre che è decisamente troppo presente, un po’ come forse lo era quello di Hamilton all’inizio della sua carriera in F1 in Mclaren, e che ha portato infatti alla separazione ‘professionale’ tra lui e Lewis.

Per assurdo il pericolo più grande per Max arriva proprio da Jos e dalla sua gestione del figlio. Di certo c’è una cosa: il ragazzo è fortissimo già all’esordio, e potenzialmente può diventare un campione. Ma le insidie sono ancora tantissime. Piede e palle ci sono. L’importante è che il papà non esageri.

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