Al di là di quelle che sono le dinamiche di una squadra di F1, ci sono delle situazioni che faccio ancora fatica a comprendere. Forse è perchè non navigo nell’ambiente, ma qualcuno mi dovrebbe qualche spiegazione.
Non è da ieri che Helmut Marko, il capo ‘non’ padrone di casa Red Bull, non le manda a dire in modo non troppo diplomatico a Mark Webber, suo pilota dalla stagione 2007 e ancora sotto lo stesso tetto per il settimo anno di fila.
Non capisco questo continuo martellare tramite i media ribadendo ad ogni occasione che Webber non è altro che un numero due e deve fare da spalla a Sebastian Vettel. Certo, la differenza tra i due è evidente, forse lo è più di quando hanno iniziato a correre insieme nel 2009 causa maturazione in corso di Seb. Eppure non mi pare un bel comportamento quello di Marko nei confronti dell’australiano. Che tutto mi pare tranne una carogna, tra l’altro.
Capisco anche la necessità di tutelare il pupillo Vettel. Credo, però, prima di tutto, che Sebastian non abbia bisogno di un avvocato difensore in pista (l’ha dimostrato) così come credo che non facciano bene anche alla sua immagine queste continue dichiarazioni che, per alcuni, potrebbero sembrare un modo per non ostacolargli troppo la strada in caso di problemi tra i due piloti.
D’altra parte, però, è anche vero che Webber ha accettato di buon grado il rinnovo per un altro anno, ben sapendo quale sia la situazione in casa Red Bull. E non è la prima volta. Quindi, se da una parte non è corretto l’atteggiamento di Marko, che indirettamente può andare ad influire anche nelle prestazioni del pilota, dall’altra c’è comunque l’accettazione da parte del driver a sottostare a certe dichiarazioni.
Insomma, sai che la situazione è questa, sai che sei ‘obbligato’ a fare la spalla nonostante tu abbia sfiorato il Mondiale una volta. Per come la vedo io, la soluzione è cercare altrove. Certo, non è facile. Mclaren, Ferrari, Mercedes e Lotus sono state coperte, ma almeno il tentativo sarebbe stato utile per capire se c’era la possibilità di trovare una soluzione più tranquilla.
Immagino anche che sia difficile guardarsi altrove quando la Red Bull è la squadra numero uno e ti mette a disposizione una vettura come quella delle ultime stagioni. Da qui, quindi, ecco il dilemma nel quale Webber si è infilato per l’ennesimo anno. Vale a dire la possibilità di guidare, probabilmente, la miglior vettura del lotto, dovendo però sopportare l’odioso ritornello di Marko che pare ricattare Mark in poche parole, della serie “Sì, ti diamo la macchina top, ma non pestare i piedi a Sebastian perchè per noi sei il numero due”.
Il gioco vale la candela? Sarebbe stato meglio mollare e cercare fiducia altrove come prima guida, o è meglio restare ancorato al sedile più veloce ma sopportare la voce grossa del padrone?
A me non piace stare ai ricatti, ho sempre preferito la via alternativa. Ma ognuno la pensa a modo suo, e probabilmente così è anche per Mark. Gli auguro giusto di completare una stagione al top. E, magari, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
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