Mark Blundell e Le Mans: la pole del 1990 e la vittoria del 1992

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Andrea Ettori @AndreaEttori
8 Giugno 2023 - 10:00
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L’ultimo numero della rivista inglese “Motorsport Magazine” ha pubblicato i 100 eventi più iconici nelle ultime 99 edizioni della mitica 24h di Le Mans. In questa sorta di classifica ha trovato spazio la pole position di Mark Blundell del 1990 con la mostruosa Nissan R90CK. Nel video che trovate qui sotto è piuttosto comprensibile capire perché quel giro sia uno dei migliori di sempre fatto sul circuito della Sarthe.

Nella sua carriera vissuta tra F1, Formula Cart e prototipi, Blundell ha partecipato anche a sette edizioni della maratona francese conquistando due podi, la vittoria nel 1992 alla guida della Peugeot 905 e il secondo posto con la Bentley Speed 8 nel 2003. Una vita dedicata alla corse per un pilota che ha vissuto da dentro l’epoca d’oro del motorsport.

P300.it ha avuto il grande piacere di intervistare Blundell a proposito della sua esperienza a Le Mans. Ecco cosa ci ha raccontato.

Parlaci di come hai approcciato alla tua prima Le Mans, nel 1989, e cosa ha significato per te affrontare il rettilineo di Mulsanne alla massima velocità.
“L’ho approcciata con rispetto ed entusiasmo, il rettilineo di Mulsanne richiedeva il 100% dell’impegno e della concentrazione alla guida di una Gruppo C con carico minimo a più di 370 km/h”.

In quell’edizione di Le Mans avete avuto molti problemi al motore, soprattutto in qualifica, giusto?
“Problemi al motore che hanno ridotto il tempo passato in pista, quindi nel 1990 avevamo ancora poca esperienza per capire la vettura”.

La pole del 1990 è entrata nella leggenda, che tipo di vettura era la R90CK?
“Era una macchina bestiale da guidare, ma il giro della pole è stato speciale quanto il primo giro effettuato in piena velocità senza esperienza della vettura e della sua potenza. Durante tutto il giro la vettura fu molto reattiva, in quanto pilota fu un’esperienza molto soddisfacente”.

L’on-board è impressionante, quanto è gratificante rivederlo a distanza di 33 anni?
“Mi diverto ancora a vederlo e a ricordarne il dietro le quinte, tutto il lavoro fatto sul volante dimostra quanta concentrazione e quanto sforzo ci volesse. Tanta gente ricorda ancora quel giro, quindi lo sento molto nel cuore”.

È vero che avresti dovuto abortire quel giro per un problema al motore, ma il team manager David Price ti disse di continuare?
“Ho preso io la decisione di portare a termine quel giro, staccando la radio così che nessuno potesse comunicare con me. Lo feci contro le direttive della squadra, ma ora è storia!”.

Il team Nissan, in quel 1990, ambiva ad essere il più forte almeno sul giro secco?
“Avevamo una vettura da qualifica e abbiamo sempre avuto come obiettivo quello di raggiungere il giro più veloce, ma non ci aspettavamo di dare sei secondi a tutti”.

Cosa ricordi della vittoria del 1992 con Dalmas e Warwick?
“Fu un grande risultato perché fu anche l’unica gara che corsi nel 1992, in quanto ero pilota di riserva di McLaren in F1. Vincere la 24h con Derek, che è un mio grande amico, e con Yannick fu grandioso. E poi vincere a Le Mans con un costruttore francese è ancora più speciale”.

Quali differenze c’erano tra la R90CK e la 905?
“Le più grandi differenze erano rappresentate dal livello di carico aerodinamico e dal servosterzo, ma il bilanciamento generale della 905 era molto superiore rispetto alla Nissan”.

Quanto erano vicine le Gruppo C, in termini di performance, alle F1 di inizio anni ’90?
“Le Gruppo C erano molto potenti ma anche molto pesanti in confronto alle F1. Erano comunque vetture fantastiche con cui correre”.

Sei salito sul podio con la Bentley esattamente 20 anni fa: cosa ricordi di quella edizione? Vi aspettavate di essere più veloci delle Audi?
“La Bentley era una vettura eccezionale. Avremmo dovuto vincere l’edizione 2003 perché eravamo l’equipaggio più forte e guidammo la corsa per diverse ore, poi però dovemmo effettuare due pit stop in più a causa di un piccolo problema tecnico e questo ci costò la vittoria!”.

C’è un episodio in particolare di cui vuoi parlare, a proposito delle Le Mans a cui hai partecipato?
“Nel 2001 corsi con una MG LMP2 e occupammo il comando della gara nelle prime fasi, con la pista bagnata. Feci uno stint da tre ore e 45 minuti”.

Cosa ti aspetti dall’edizione del centenario? Secondo te i nuovi regolamenti del WEC potranno riportarlo all’età dell’oro delle Gruppo C?
“Spero che possa essere una gara fantastica per festeggiare il traguardo dei 100 anni e che possa rappresentare un nuovo inizio per le future competizioni prototipi”.

Immagini: Nissan Media Center, Martin Lee, Stellantis Media Center

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