“Mamma, pare che la Red Bull funzioni ancora”

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di Alessandro Secchi @alexsecchi83
23 Settembre 2023 - 12:15
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A Suzuka Verstappen rifila sei decimi al primo avversario. Singapore è già lontana o forse lo è sempre stata

Va riconosciuto che, effettivamente, stuzzicare la Red Bull per una settimana prima di Suzuka non è stata la mossa più intelligente del mondo. E, infatti, le qualifiche giapponesi regalano sonora manata a cinque dita in faccia al Paddock tutto, che sperava nella pozione magica targata TD018 o TD039 quale risoluzione di un dominio devastante per tutte le gare meno una di questa stagione.

Suzuka dopo Singapore è il giorno contro la notte e, sotto il sole del paese che il grande pallone giallo lo vede nascere, Red Bull e Verstappen hanno evidentemente deciso scientemente di fare a pezzi chiunque, sicuri che le Direttive varie contassero zero nel caos di Singapore. Lo stesso zero dell’immagine di copertina, ribadito dal campione in carica a domanda precisa.

Motori nuovi per incominciare, poi Max è partito in FP1 come se fosse in Q3 e si è preso tutto quello che poteva nei primi due giorni, esclusa la Q2 dove stava sorseggiando amabilmente della salsa di soia mentre fuori si scornavano per restare nei primi dieci.

Unico sotto il minuto e 29, i sei decimi rifilati da Max ad una comunque ottima McLaren (un po’ come a Silverstone, per certi versi somigliante a Suzuka), il cui Team Principal Andrea Stella merita credito e tanto per il lavoro che sta facendo, sono il biglietto da visita in vista di domani; ricordando che Red Bull si prepara sempre più per la gara che per la qualifica, è quella che gestisce meglio le gomme (e qui conterà tanto visto il degrado) e si trova sul tracciato che più le si addice. Insomma, le premesse per una scoppola storica in casa Honda, dopo una settimana di analisi, convinzioni, speranze che l’incubo dominio fosse finito, sono tante, tantissime.

Tutti gli altri sono tornati dove compete su piste serie: Ferrari ha limitato i danni, Mercedes è sprofondata ad un secondo, Aston Martin è in caduta libera e con un pilota, Stroll, immerso in una crisi ancor più grande e complicata di quella di Pérez.

A proposito di Checo, ad oggi l’unica Red Bull battibile è quella con l’1 raddoppiato sul muso, con cui Sergio ormai fatica a fare qualsiasi cosa, ingabbiato in una spirale dalla quale sembra ormai impossibile uscire e con l’ombra di Marko alle calcagna. Anche qui, la storia delle macchine diverse arriva al capolinea. Se tra due piloti uno è decisamente più forte, per quale motivo una squadra dovrebbe indirizzare lo sviluppo per favorire il più lento? Un controsenso incomprensibile, ancor più delle accuse di complotti.

Immagine: Media Red Bull

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