Dopo l’esordio non brillantissimo nel GP d’Australia, il Gran Premio della Malesia a una sola settimana di distanza cambia gli equilibri. La Red Bull, su una pista ‘vera’ a differenza di un cittadino (seppur veloce) come quello di Melbourne, torna a primeggiare soprattutto sul passo gara.
In qualifica, in condizioni miste e con il Q3 su intermedie, salta all’occhio il giro perfetto di Sebastian Vettel, che regola la coppia Ferrari Massa-Alonso. Molto merito suo, più che della Red Bull.
Red Bull che, durante le prove libere, non viene data come la più veloce del lotto e, soprattutto, viene data in leggera difficoltà sul passo.
La gara, invece, dopo un inizio ‘alla pari’ con la Mercedes, vede alla lunga le vetture di Adrian Newey guadagnare progressivamente sul duo a tre punte, fino ad arrivare al traguardo con 12 secondi di vantaggio su Lewis Hamilton e con la sensazione di non aver esagerato una volta guadagnato il vantaggio necessario.
Spettacolare, questa volta, la partenza di Mark Webber, che sul bagnato si ritrova da sesto a secondo dopo due curve. L’australiano dopo la sosta anticipata del compagno Vettel si ritrova in testa e guida il gruppo per 3/4 di gara, con autorità e senza alcuna sbavatura.
La situazione pare normalizzata quando Sebastian Vettel inizia a riavvicinarsi progressivamente al compagno di squadra. I due non nutrono simpatia reciproca già dal 2010, e il sorpasso forzato che il tedesco propone nei confronti dell’australiano non sarà sicuramente un incentivo alla serenità dei rapporti tra i due in futuro. Anche perchè siamo solo alla seconda gara. Newey e Horner avranno dei bei grattacapi da risolvere. Anche se c’è da dire che parlare chiaro è sempre costruttivo. Una situazione di questo tipo nasce probabilmente dalla poca chiarezza da parte della squadra, indipendentemente dall’eventuale ordine di scuderia pre-gara o in gara.
Dal punto di vista velocistico la Red Bull vista in Malesia non pare avere nulla da invidiare a quella vista sul finire del 2012. Come già detto, l’Australia ad inizio stagione spesso confonde le idee, perchè fornisce un quadro prestazionale che non sempre rispecchia i veri valori in campo.
Cina e Bahrain saranno banchi di prova più concreti per capire, prima del ritorno in Europa e i primi aggiornamenti importanti sulle vetture, quali sono le gerarchie in pista. Anche se sembra che, al momento, il problema più grande della Red Bull non sia la vettura, ma chi la guida.
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