L’ombra del dollaro su Stroll

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Tempo di lettura: 4 minuti
di Alessandro Secchi @alexsecchi83
5 Novembre 2016 - 13:20
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Ci sono due motivi per i quali l’arrivo di un pilota in Formula 1 può far discutere.

Il primo è avere un cognome pesante sulle spalle. Quando si è “figli di” le responsabilità sono aumentate dal dover dimostrare di non essere sul posto solo grazie all’eredità su pista. A volte, non è sufficiente neanche questo: il titolo del 1997 di Jacques Villeneuve non basta a sovrastare le sole sei gare vinte da papà Gilles, autentica istituzione per chi ha vissuto il motorsport a cavallo tra anni ’70 e ’80. 

Il secondo è quando la strada verso la massima serie è spianata dalle disponibilità economiche. Il caso di Lance Stroll, appena annunciato dalla Williams come pilota titolare per il 2017, fa discutere proprio per questo. Il ragazzo ha appena compiuto 18 anni, e nella prossima stagione sarà il più giovane pilota nel Circus con Max Verstappen, un altro arrivo molto discusso già dagli esordi per il passaggio diretto dalla F3, ormai (si fa per dire) 19enne. 

Su Stroll figlio pesa come un macigno il supporto di Stroll padre, il quale come un Mosè 2.0 gli ha aperto tutte le strade possibili ed immaginabili nella sua carriera fin dai kart. I risultati conseguiti da Lance, pertanto, vengono ora visti come una conseguenza delle illimitate disponibilità economiche più che del suo talento in pista. Le vittorie nella F4 italiana del 2014, nell’Europeo F3 appena conquistato (entrambi con il super Team Prema) e l’approdo in F1 per il 2017 in Williams, nella quale papà Lawrence pare avere molto credito (in tutti i sensi, si parla addirittura di 80 milioni di $) senza alcun passaggio in GP3 / GP2, portano con loro una lunga ombra a forma di dollaro, che il ragazzo dovrà spazzare via e in fretta con le sue prestazioni in pista. Perché, come se non bastasse, il suo programma di avvicinamento alla F1 ha previsto anche diverse sessioni in pista con la Williams del 2014, una ventina di meccanici al seguito più alcuni motoristi Mercedes. Altro che simulatore.

Il rovescio della medaglia di un arrivo in pompa magna come questo è l’enorme pressione che un ragazzo di soli 18 anni dovrà sopportare all’esordio. Sotto questo aspetto, Lance sarà sotto la lente di ingrandimento ancor più di quanto non sia successo a Max Verstappen (del quale, tra l’altro, prima dell’arrivo in Toro Rosso si parlava come di un predestinato). E, per quanto conosciuto della sua carriera, sicuramente non gli sarà perdonato sbaglio alcuno da parte di addetti ai lavori e media. Le carambole provocate in F3 (questa e questa, ed esempio) saranno assolutamente da evitare, ma soprattutto Lance dovrà dimostrare in fretta il suo talento, girando come o comunque vicinissimo a Valtteri Bottas, che scarso non è.

Sul fatto che sia corretta o meno la moda dell’acquisto del sedile, che di fatto va a diminuire le possibilità di piloti meno abbienti ma più talentuosi, va ricordato che si tratta di pratica in uso da decenni, direi quasi da sempre. Ultimamente pare, però, che la tendenza si sia ampliata particolarmente, e da qui le critiche che ne conseguono. Il caso Stroll, se possibile, è uno dei più eclatanti visti nel motorsport fino ad ora.

Certo, mettendomi nei panni del giovane Lance, credo che non avrei disdegnato un papà capace di aprirmi qualsiasi porta: per questo molti colleghi potrebbero anche (giustamente) provare una discreta invidia. Di piloti che hanno messo sotto sopra la propria vita pur di correre ne abbiamo visti, letti e sentiti molti, d’altronde.

Una volta arrivati al top, però, anche le disponibilità economiche esauriscono in parte il loro contributo. In condizioni normali, gli investimenti e il supporto economico possono sì aiutare ad arrivare dove si vuole, eventualmente anche a restarci. Il resto, però, dipende come sempre dal piede e dal cronometro, e lì non si scappa. Si può essere ricchi quanto si vuole e scalare in fretta categoria dopo categoria. Ma alla domenica, poi, ci si trova da soli in abitacolo e lì il conto in banca conta fino ad un certo punto. Questo è quello che succederà tra pochi mesi, quando Lance si troverà in griglia di partenza, in mezzo al gruppo, all’esordio con Williams a Melbourne.

Una volta spenti i cinque semafori dovrà essere il suo talento a confermare quanto fatto fino ad ora e, soprattutto, a spazzare via le critiche. Se ce la farà, se resisterà alla pressione e riuscirà ad emergere, sarà sicuramente nota di merito visti gli avvoltoi appostati sopra il suo box. Se non dovesse farcela, invece, il grande castello costruito per portarlo in F1 non solo crollerà con lui, ma porrà seri dubbi anche verso tutti coloro che utilizzeranno in futuro gli stessi mezzi per arrivare al vertice.

Sono curioso.

Immagine: Lance Stroll / Twitter

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